I nastrini

Considerando che maggio è finito e che il calendario recita -46, penso proprio che sia arrivato il momento di raccontare un paio di cose, anche per il modo in cui avevo concluso il precedente post.

Parto da lontano però, parto dal dicembre 2014, quando svegliandomi lessi un messaggio di Gabriele, da poco arrivato ad Honk Kong e che via WeChat esclamava un: “Non torni più” riguardo la proposta ricevuta da Toronto e che avevo appena accettato.

Risposi in maniera meno netta, affermando che il mio obiettivo era tornare un giorno a Roma, considerando il tipo di giornalismo che sarei andato a fare.

Sono passati più di due anni e mezzo da quello scambio di messaggi e quell’obiettivo è stato raggiunto anche se so bene che lui è ben felice di avere sbagliato la sua previsione calcolando cosa c’è sul piatto ora.

Per più di due anni ho cullato questa aspirazione, questo piano futuro. Ho seminato e annaffiato, sono tornato brevemente nell’estate del 2015 e quella esperienza è stata fondamentale, soprattutto per quello che farò a breve.

In questi anni ci sono state tante piccole cose, mille sfumature e dettagli su cui ho prestato costantemente attenzione, tenendo un occhio fisso al domani che adesso è arrivato.

Sapevo che questo 2017 avrebbe dovuto raccontare qualche storia e avevo detto che sarebbe dovuto essere determinante e discriminante, con lo scopo di instradare sul serio un percorso e così si sta rivelando.

Sapevo pure che il mio tempo qui era terminato e lo avevo ribadito in diverse riprese, non ho cambiato idea perché ero consapevole cosa avrei sentito e cercato ad un punto.

Era maturo il tempo per una nuova parentesi, per un’altra sfida. E così ho scritto una proposta che aveva l’obiettivo di riportarmi a Roma continuando però a fare le stesse cose, diventando il corrispondente da Città del Vaticano, e quindi, da casa mia.

Pensata, ponderata, studiata nei minimi dettagli, in maniera quasi maniacale, la proposta ha raggiunto il bersaglio e da mercoledì 3 maggio sono – e siamo – passati alla Fase 2, ossia finalizzare questa nuova situazione nei dettagli.

Il lavoro mi aveva portato via da Roma, il lavoro mi ci sta riportando e magari un giorno mi allontanerà ancora da casa, eppure, questa è la vita che sognavo da bambino, quando ho iniziato a desiderare questo mestiere.

Resta il fatto che questi anni di Toronto sono stati talmente tanto importanti sotto ogni aspetto che bisognerebbe aprirci un blog a parte. Quello che ha significato il Canada per me personalmente è davvero indicibile, soprattutto per le difficoltà e gli infiniti insegnamenti.

Grazie a tutto questo ora però torno a casa con il malloppo, e non solo lavorativo. Ma io lo so quello che ho fatto, il mio percorso, la fatica e i sacrifici, attraverso i quali, parafrasando Annibale, mi sono sempre ripetuto “Aut inveniam viam aut faciam”: O troverò una strada o ne farò una io.

Per ora, pare che abbia funzionato.

“È il momento de mette i nastrini sulla coppa”

Stesso mittente, stesso topic, diverso risultato. 29 mesi più tardi.

I nastriniultima modifica: 2017-06-01T19:53:18+02:00da matteociofi
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