Colombia 2017 – L’andata

Madrid, al solo pensiero, mi evoca solo grandi ricordi. È uno di quegli aeroporti che mi stanno simpatici e nel quale sono transitato anche oggi con piacere. Enorme, bello, un monopolio di Burger King dentro e bagni talmente profumati da dare quasi fastidio. Un voletto di riscaldamento andato bene, in cui ho vagamente tentato anche di dormire viste le appena 4 ore di sonno che mi portavo dalla notte, ovviamente, non una delle più serene.

Dietro di me il coatto romano che pontificava sulla Colombia con una dissertazione ben argomentata “E’ popo bella aho” e la coppietta di Bari che invece continuava a ripetere che dopo avrebbero avuto un viaggio di dieci ore, per andare non so dove.

Madrid quindi, anzi Alfredo Suarez Barajas, con un pranzo a base di un hamburger e patatine, ma non da fast food, una buona soluzione anche perché da lontano il monitor già mostrava Miami e quindi bisognava anche adattarsi agli usi della prossima destinazione.

E poi tanti italiani come sempre. Quelli da cui è meglio girare alla larga, coppietta a tavola e ciascuno a guardare il proprio telefono, altre due coppie in partenza per Miami capeggiate da un personaggio pacchiano di livello alto. Sulla trentina, qualche kilo di troppo, e le mani piene di anelli. Grossi, fuori luogo, cafoni, immagini dalle quali ti devi difendere altrimenti un “Ma a’ndo cazzo vai?” uscirebbe fin troppo spontaneo.

Italianetti tuttavia, dai quali ho sentito fiumi di rabbia, invidie e superficialità. Gente che vive male, e aspetta un anno per andare in vacanza, la quale deve essere notevole, così da riscattare 351 giorni tendenti allo schifo. Una vacanza che riabiliti soprattutto la pagina Facebook per far crescere l’invidia negli altri. Una ruota di invidia, chissà quale è stato lo scotto da pagare per ridursi a tutto questo.

Il volo verso Miami è iniziato con un brutto sorteggio. Dall’urna di Nyon pur avendo pagato 20 euro per scegliermi il posto – rigorosamente fila centrale, lato corridoio – sono incappato in una famiglia di arabi con due bambini. Al profondo senso di beffa, perché tutto ti auguri in un viaggio lungo ma non i bambini urlanti, ho dovuto difendere il mio posto dalla proposta del padre che voleva riunire tutti e sbolognarmi.

Due ore di acclimatamento, tentativino di dormire andato in malora dopo una partenza ritardata di un’ora e poi i pensieri di sempre: “L’ho fatto tante volte e passerà pure questo, vedrai. Ora concentrati su questo volo, al prossimo ci pensiamo più avanti”. Un mantra che mi ha accompagnato fino a quando è scattato il momento-pastiglia per dormire, il jolly che mi ha dato due ore di sonno profondo dopo una specie di pranzo. Sveglia, computer tirato fuori, due pagine da tradurre per lavoro dall’inglese all’italiano e poi un attimo di svago con altre due cosine, per dirla alla Spalletti, da scrivere.

Miami è abbastanza vicina ormai.

Che belli quelli dell’America Airlines. Statunitensi nel loro modo di fare, di trattare il cliente, quella cordialità vera che ci siamo scordati da un pezzo. Miami è un rapido passaggio, mi imbarco velocemente per Bogotà dopo aver raccattato la valigia subito. Ormai vado col pilota automatico. Ho già macinato migliaia di km ma proseguo in bello stile. L’ultima tratta scorre meglio di quanto potessi immaginare. Dormo, non dormo, ci provo, mi arrendo e poi ritento. Mi svegliano per le patatine che gradisco, quelle ondulate un po’ alla Highlander. Bogotà si comincia a intravedere e quando tocchiamo terra provo un notevole sollievo. È fatta, è andata, the longest trip ever è concluso e anche in maniera serena.

CONTINUA

Colombia 2017 – L’andataultima modifica: 2017-08-28T16:48:48+02:00da matteociofi
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3 pensieri su “Colombia 2017 – L’andata

  1. Con l augurio che nel viaggio di ritorno tu non ti ritrovi ,dopo un attento e scrupoloso calcolo del posto da scegliere, a pagare altri 20€ ma con aspettative puntualmente disattese a causa della sfortuna di incappare in altri bambini irrequieti o in qualche terrone\a di ritorno da Miami che soffra di insonnia più di te!
    Bel blog!

    • Invece posso svelare in anteprima che il viaggio di ritorno è andato molto bene, anzi, più che bene. Da un lato chi non riusciva a dormire poiché il monitor non funzionava e non si poteva leggere e dall’altro invece Jennifer Lopez in veste da hostess. Insomma, ritorno agevole. Grazie della compagnia e benvenuta qui
      Matteo

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