Due ragazzi

Chissà quante volte quel ragazzo ha pensato che il 21 aprile si sarebbe dovuto fare i fatti propri, starsene seduto sul suo posto nell’autobus, e non andare in giro a chiedere “Ciao, ma tu segui anche storia del cinema?”, tante volte ha pensato che se avesse evitato quella uscita, sarebbe stato tutto diverso, certamente più tranquillo, ma non per questo più bello. Quella frase invece ha caratterizzato alla fine il suo anno, perché da una domanda tanto stupida è partito tutto, ed oggi, si chiede cosa gli sia rimasto veramente in mano, a quanto pare poco e niente. Forse non c’è nessun vincitore e nessun vinto, forse nessuno è felice, forse entrambi vorrebbero riavvolgere il nastro e ripartire dall’inizio o magari vorrebbero che non fosse mai scattato niente. È sbagliato pensare che quei due ragazzi si siano incontrati lì per caso, perché il destino aveva deciso di divertirsi in quel modo, uno dei due ci ha messo del suo, ha inserito il gettone nella fessura e la giostra è partita, e non si è fermata più. È probabile che durante la giornata si pensino: sentendo una canzone; leggendo una frase attaccata ancora ad un muro; o guardando solamente un piumino dentro un armadio. Si osservano, a volte di nascosto, si conoscono e soprattutto sanno, sanno tanto dell’altro. Tante volte lui le ha raccontato che non gli piacciono i finali lieti e scontati e che non disdegna ogni tanto una fine un po’amara, lei gli ha dato ragione, ed ora sono diventati involontari sceneggiatori di una pellicola che non pare avere proprio un happy-ending, e questa è l’atroce beffa. Quale è la conclusione? Sarebbe bello sapere già tutto, forse tutti e due continueranno a percorrere i loro sentieri da soli, magari si incroceranno un altro giorno da qualche altra parte, probabilmente si ritroveranno in un posto particolare, lui dirà qualcosa e la farà sorridere prendendo in giro qualcuno come gli capitò la prima volta. Lui sta lì, soffre, ma dice di essere il migliore, perche è arrogante, ma anche perché i fatti non gli danno certo torto; anche lei soffre, ma nessuno dei due fa un passo avanti o indietro. Corrono su due binari destinati a non incrociarsi, la famosa storia delle due rette parallele, probabilmente un giorno basterà solo un sorriso e nessuna parola, probabilmente decideranno che non ha senso farsi del male. Lui continuerà a cercarla facendosi largo con tutto ciò che ha, magari lei continuerà a scappare e a rendersi splendidamente irraggiungibile, oppure sfiniti dal rincorrersi diranno che è tutto colpa del destino che li ingabbiati proprio quel 21 aprile e che la frase “e vissero tutti felici e contenti” alla fine non è così male.