2/2/1997: La prima volta non si scorda mai…

 

Il pomeriggio prima, un sabato pomeriggio, ero andato con i miei compagni di classe alla festa di compleanno di Elena, una nostra amica di Trapani arrivata qualche mese prima a scuola.

Di quella festa ricordo il salone, la partita di calcio improvvisata con una bottiglia piccola di Egeria schiacciata (usando come porte lo spazio fra le zampe di una sedia) e le stelle filanti di carta lungo il pavimento essendo pieno Carnevale.

In quelle celebrazioni ricordo anche che Andrea fece a botte con la madre di Elena, una scena tanto surreale quanto comica, così come Daniele che all’uscita ricoprì totalmente uno Scarabeo bordò legato ad un palo con la schiuma spray bianca, strumento cult degli anni 90 a Carnevale.

Insomma, ricordo molte cose di quel sabato primo febbraio 1997, ma soprattutto ricordo il mio stato di esaltazione totale in attesa dell’indomani, aspettando la mia prima trasferta.

Da settimane avevamo deciso che saremmo andati a Perugia per vedere l’Inter e saremmo partiti tutti, ma proprio tutti: io, mia madre e mio papà. I biglietti erano per il settore ospiti, che al Renato Curi è metà curva sud. Sento ancora quelle sensazioni, quel eccitazione nel raccontare a Simone e Daniele che il giorno dopo sarei stato in curva, fuori casa. Cose del genere, all’elementari, valgono un sacco di punti, un bonus indefinito di credibilità.

Se a 9 anni eri stato già in trasferta eri uno “cazzuto” in sintesi. La mattina dopo partimmo per l’Umbria, c’era il sole, il cielo limpido ed un’aria fresca che tagliava la faccia. Andammo all’hotel dove la squadra era in ritiro e riuscimmo a scattare anche qualche foto nonostante la ressa.

Io feci una fotografia con Giacinto Facchetti, uno dei ricordi più belli e significativi che mi porto dietro. Io e lui. In seguito al pranzo, ovviamente al sacco, entrammo al “Curi”. I cori, le bandiere, il clima, furono gli aspetti che mi lasciarono a bocca aperta, come la prima volta che andai allo stadio, tre anni prima. A me, fin da piccolo è sempre piaciuto stare in curva, perché lì vedevo che si divertivano, cantavano e saltavano. Ecco, per la prima volta ero proprio lì, con mia madre che badava a me secondo dopo secondo. Ricordo lo striscione vicino al quale ero io (quello della Brianza Alcolica) e i cori per Zamorano, il mio idolo. Come spesso mi capita (tuttora) fui preso più dall’atmosfera che dalla partita. Collina, arbitro della gara, annullò due gol all’Inter, entrambi siglati nel secondo tempo sotto il nostro settore, il boato mi rimase due volte strozzato in gola. Finì 0-0, Materazzi fece il suo esordio in A con la maglia del Perugia difronte a quella squadra con la quale avrebbe vinto tutto un decennio dopo. Rimanemmo nello stadio circa un’ora dopo il fischio di chiusura, ricordo il lancio di oggetti nel finale, un “contadino” che addosso alla griglia di separazione gridò a un’interista che lo avrebbe sgozzato mimandogli anche il gesto del dito sul collo. Io in tutto ciò fui costretto a fare la pipì in curva, ovviamente verso la parte dei tifosi del Perugia poiché la polizia ci controllava a vista e non mi fu permesso di scendere nel retro della gradinata e raggiungere i bagni. Tornammo a Roma in serata, mi addormentai prima di Orte sul retro della Regata di mio papà. Ero stanchissimo, esausto come se avessi giocato. Ero stato attentissimo a ogni dettaglio, e quello sforzo di concentrazione evidentemente mi aveva sfinito. Il giorno dopo in classe avrei dovuto raccontare tutto.

Io al “Curi” con i miei genitori, per la prima volta: un affare di famiglia. Ma d’altronde, come sostiene Alan Edge, chiamatela come volete la nostra passione, ma sappiate che è la fede dei nostri padri.

 

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(Io e il grande Giacinto, io porto addirittura due sciarpe, una è dei Boys San. Un giorno, magari, parlerò di quanto la cultura da stadio e la mentalità Ultras abbiano avuto un peso nella mia crescita)

2/2/1997: La prima volta non si scorda mai…ultima modifica: 2013-02-02T14:16:18+01:00da matteociofi
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Un pensiero su “2/2/1997: La prima volta non si scorda mai…

  1. Bellissime le foto del secolo scorso! Comunque, anche se un pochino sei cambiato, hai sempre lo stesso sguardo di quando eri bambino! 🙂

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