Il Venerdì Santo

 

In effetti un po’ mi sembra di essere tornato ai tempi della scuola o dell’università, quando il Venerdì Santo te ne stavi a casa, dormivi un po’ di più e l’appuntamento con la campanella era fissato soltanto al giorno dopo Pasquetta.

Qui oggi è il Good Friday, la Pasqua si sente e si celebra come in tutti i paesi profondamente cattolici anche se a differenza nostra il venerdì da queste parti assume veramente i contorni della penitenza e della purificazione, i pub sono tutti chiusi, mentre noi al massimo ci limitiamo a non mangiare la carne.

Con un giorno di anticipo si è chiusa così la quarta settimana di lezioni, nel test di ieri ho fatto 65/72 che finora è il mio migliore punteggio, un dato confortante poiché la mia intenzione è quella di fare l’esame per passare al livello successivo, il C1, martedì 9 aprile.

È stata però anche una settimana un po’ sottotono, la partenza del quartetto di amici ha inevitabilmente un po’ smorzato gli entusiasmi.

Venerdì scorso infatti abbiamo perso Xavi, 42enne catalano, grande personaggio, colui che ha coniato per me una nuova espressione: “You have the power in your mind” dopo che gli ho ripetuto le fermate della metro di Barcellona e una serie di dati e ricordi sulle squadre spagnole.

È andato via anche Carmelo, la prima persona che ho conosciuto qui, calabrese trapiantato a Milano; Giulia ragazza di Novara che però ha lavorato anche ad Appiano Gentile e Franca, svizzera italiana di Ascona, inevitabilmente il mio personaggio preferito vista la provenienza.

Senza di loro, e con dei nuovi vicini di casa con cui dovremmo stringere nuovamente i rapporti, diciamo che la settimana è trascorsa senza particolari momenti, anche se ieri alla fine io e Cristina (la mia coinquilina) abbiamo deciso di uscire lo stesso, da soli, per brindare al suo esame superato.

Nel frattempo sono entrato in totale crisi d’astinenza, 16 giorni senza Inter sono una cosa che spero di non rivivere più, soprattutto quando la concezione del tempo è mutata del tutto. Sedici giorni qui sono una vita, ho come la sensazione che l’ultima partita vista dell’Inter sia stata quando in panchina c’era ancora Leonardo.

In compenso so che ci aspetta un ciclo di ferro 7 gare in 29 giorni: meno male.