Le mirabolanti avventure estive di un Azzurro e una Rossocrociata (Parte 2)

 

Lucerna o Sankt Moritz? Questo era l’amletico dubbio dei due protagonisti mentre si giravano nell’Infinity Bed con il computer davanti e Google Maps aperto. Dopo un breve conciliabolo la località sciistica per antonomasia veniva scelta, con soddisfazione, sicuri che avrebbe regalato emozioni. Con Iris dei Goo Goo Dolls a fare da canzone apripista della giornata come consuetudine, iniziava il viaggio verso la montagna, passando per l’Italia, un qualcosa che aveva messo di ottimo umore l’Azzurro incupendo inevitabilmente la Rossocrociata. Proprio lei aveva indicato al suo passeggero dove lo avrebbe portato, e lui, incredulo, aveva glissato. Dopo due teleferiche e 50 franchi di biglietto a testa erano davvero lassù fra i ghiacciai, in mezzo la neve al 30 di agosto a tirarsi palle bianche addosso. Vista mozzafiato, spettacolo unico, così come il pranzo con le cime davanti e un signore del Laos con cui parlare. Soddisfatti e sazi del pasto eccellente, i due decidevano senza un valido motivo di non prendere la seconda teleferica per scendere preferendo la camminata, la scarpinata montana seguendo il sentiero di 2 ore e mezza. E mentre lei offriva idealmente 5 franchi per sapere i pensieri che attraversavano la testa dell’Italiano sempre avanti a tirare la volata, lui pensava che tutto era tranne che uno sciacallo.

Sankt Moritz, il suo silenzio, la sua ricchezza e la Margherita a 20 euro chiudevano un giro dall’alto tasso adrenalinico prima di tornare indietro e fermarsi in Italia a mangiare, in riva al lago di Como, dove una Margherita costa invece 5 euro. In silenzio tornavano a casa. Contenti ma desiderosi di pensare e riflettere con la musica in sottofondo tra cui anche un pezzo di Kim Lucas che fu riconosciuto subito dall’Italico.

La sera a casa decisero di andare in Valle Verzasca il giorno successivo, prima però si sarebbero recati alla diga di James Bond dove pazzi scatenati facevano Bungee Jumping e si tuffavano con una corda da 220 metri pagando oltre 200 euro. Mentre questi arditi si gettavano, loro due mangiavano panini al salame con il fresco ed il vento che tagliava i loro volti. Fresco, non freddo, quest’ultimo sarebbe arrivato più tardi immergendo i piedi nel fiume, quei piedi (in particolare quelli dell’Azzurro) che ripresero un colore umano ore dopo. I colombiani, l’italiano con il costume orange che capitolava nel fiume buttandosi già da un ponte, il coscio-la coscia di pollo rimasta, Franca e poi la serata delle costine mangiate con le mani e accompagnate da Gazzosa al Mandarino. Tutto ciò in attesa del concerto a Ponte Tresa prima del gran finale, dietro casa a 25 franchi per stare in mezzo ai teenagers, in un tendone-discoteca con “Toppino” e con un abbraccio che veniva meno. La serata finiva così, il giorno dopo lui sarebbe ripartito. Felice dell’avventura, invaso da brividi e consapevole del fatto che per essere contenti non deve mica sempre succedere qualcosa di particolare. Le cose belle vanno apprezzate a prescindere e così si addormentava con la valigia ancora da fare.

L’Italiano però ebbe un lampo la mattina dopo, il giovanotto fiero e intrepido come un frontaliere di Usmate Carate alla dogana, chiedeva improvvisamente alla Rossocrociata di seguirlo a Roma prima di andare un attimo al bagno. Al suo ritorno la ragazza elvetica stava già preparando la valigia e alle 11.48 erano alla stazione di Lugano per dirigersi a Milano, con tappa finale Roma.

Clamorosamente insieme.

 

 

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TO BE CONTINUED…

(Fine seconda parte)