Stile irlandese

Mesi fa avevo gia’ scritto un post del genere sugli irlandesi, tempo dopo, essendo tornato qua, posso aggiungere dei dettagli importanti anche perche’ ho vissuto in case di gente del posto, ho visto come vivono da vicino, quello che fanno e come sono nel loro habitat naturale. Partiamo da un punto: non sono persone aperte, socievoli e amichevoli come spesso nelle guide si racconta o qualcuno vuol far credere. Non e’ cosi’. Sono come tanti altri popoli, e quindi trovi quelli simpatici e allegri come quelli per niente disponibili e irritanti. Una cosa che da buon italiano non posso condividere e’ la tradizione alimentare. Mangiano in modo schifoso, senza senso, nella classica maniera in cui immaginiamo gli americani. Mai seduti a tavola, niente tovaglie, piatti che sono un mix di roba indicibile. Le balle sul fatto che non abbiano tempo per cucinare non reggono, io proprio non li capisco. La pulizia e’ sempre molto approssimativa, noi mediamente siamo piu’ puliti di loro, io sicuramente si’. Non hanno il bidet e per me gia’ questo aspetto e’ un qualcosa che declassa il popolo in questione (come la maggior parte dei popoli del mondo) in un punto della classifica dove si annidano incivili, uomini preistorici e forse barboni. A me delle salviette umide, che poi non usano piu’ di tanto, non me ne frega nulla. Io di farmi tre docce al giorno non ne posso piu’. La categoria che continuo ad odiare con tutto me stesso rimane quella dei teen ager: brutti, sporchi, mal vestiti, sciatti, urlanti e maleducati. Ripeto quanto detto tempo fa: una delle versioni peggiori che il Padreterno ha inventato dell’uomo e’ quella del giovincello violento britannico/irlandese. Pericolosi e da evitare come la peste, credo siano un serio problema da fronteggiare da parte dell’opinione pubblica e dalle istituzioni. Dublino rimane una citta’ brutta nella sua essenza. Senza simboli, senza monumenti, senza un qualcosa che possa avvolgerti. Viverla da studente o da lavoratore cambia poco, sempre inguardabile rimane. La sporcizia che si vede spesso in giro, mendicanti, senzatetto che dormono nelle vie del centro, la capitale irlandese e’ anche tutto cio’ e il mio primo impatto non fu dei migliori proprio perche’ rimasi abbastanza deluso da questi aspetti. Il costo della vita e’ piu’ caro rispetto all’Italia, sicuramente rispetto a Roma, non tantissimo ma la spesa media e’ maggiore. Il tempo invece, come detto, e’ andato al di la’ di ogni aspettativa. Ho preso acqua solo i primi giorni, poi ho comprato un ombrello e non l’ho mai usato veramente: i quattro euro meglio investiti della mia vita. Novembre e’ stato fantastico, freddo si’, ma nulla di particolare, niente pioggia, con un’aria che in confronto a quella umida e inquinata della mia citta’ sembrava provenire dalla montagna. Che altro dire? Non saprei, ho parlato male abbastanza ma ho detto cose vere e senza esagerare, poi ovviamente tutto e’ autoreferenziale, anche se penso che con questa citta’ non potrebbe mai sbocciare un’amore e il motivo e’ facile: e’ un posto che non vive di calcio e nemmeno lo respira. Cinque mesi, ventuno settimane di esperienza, ho maturato tante idee e nuove prospettive, pensieri e convinzioni. Mi ha dato tanto questo posto e non lo dimentichero’ mai per tale ragione, di certo pero’ non e’ la mia citta’ preferita e non potrebbe mai esserlo per milioni di motivi.