Il sensazionalismo del dolore

Più ci penso e più non riesco a capire. Non comprendo assolutamente come sia possibile essere così coinvolti da certe storie, come si possa prestare una tale attenzione ed uno smisurato interesse in qualcosa di palesemente orrendo. Da anni mi batto per l’inutilità di certa cronaca nera strombazzata ai quattro venti quasi con piacere, gridata e inflazionata oltre ogni dose di decenza, ma con il passare del tempo invece, mi rendo conto di come piaccia questo carrozzone di drammi e sventure, tanto interpreti e luoghi sono solo dettagli.

L’ultimo episodio relativo al povero Loris (che la terra gli sia lieve, povero bimbo) è l’ennesimo esempio di escalation di dettagli macabri, di una giostra che parte a fatto compiuto e per mesi non si ferma più. Onestamente, e lo dico davvero con la massima trasparenza, a me non frega nulla di questa storia. Non mi interessa sapere se è stata la madre, la nonna, la sorella, il padre o i genitori insieme, non mi cattura l’idea di alzare il volume della tv durante il servizio inerente a questo dramma per carpirne le ultime novità. Il problema è che sono uno dei pochi visto che come in ogni delitto macabro e inspiegabile, c’è un popolo con un gusto evidentemente perverso che si disseta attraverso certe notizie. La sensazione è che queste persone aspettino sempre qualche retroscena più grave, che per tenere alto il livello di attenzione si debba sparare qualcosa di gigantesco e cercare un esasperato e affannoso sensazionalismo. A me questo rincorrersi di scoop ed esclusive fa veramente schifo. Trovo rivoltante chi ci costruisce trasmissioni intere intorno, così come reputo abominevole chi ci specula, quel giornalismo da quattro soldi che non ha nulla a che vedere con quello “d’assalto”.

Questo teatrino è ormai sempre più vivo e luccicante nel nostro nuovo modo di farci trascinare in certe situazioni, e conferma la tendenza italiota di seguire pedissequamente i delitti più scabrosi, vigliacchi e sporchi. Siamo sempre più un popolo (parlo al plurale ma non faccio parte di questa schiera) che ha perso il buon senso e il buon gusto, il video drammatico della morte di Mango gira sul web, siti e blog lo hanno condiviso mentre la gente ne è attratta in un modo lontano da ogni logica. Questa spettacolarizzazione del dolore, il non rispetto, il “fascino” del macabro sono aspetti che rigetto con tutta la forza che ho e se la giustificazione è per curiosità, francamente non so proprio che dirvi.

Esiste il rispetto, sì, esiste ancora per quanto forse abbiate deciso di farne a meno, dovrebbe esserci quel pizzico di moralità che se ti propongono qualcosa di osceno sarebbe opportuno dire “No, grazie”, invece si viene attirati in questa rete vergognosa.

Ho letto e sentito di questo video ma non mi è passato minimamente per la testa di cercarlo. Non ne vedo il motivo, non ne capisco il senso. Devo vedere per caso come muore una persona in diretta e in modo inaspettato? Devo osservare da un cellulare come termina la vita di un cantante sul palco? Cosa devo guardare?

Ditemelo voi, perché io non sarò mai come voi.

Il sensazionalismo del doloreultima modifica: 2014-12-11T12:24:27+01:00da matteociofi
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