It is time to go

“Se la curiosità è una emozione, allora io sono emozionatissimo”.

Da giorni ho coniato questa espressione e l’ho ripetuta diverse volte per descrivere la situazione e questo ricongiungimento. C’è un grande mix di sensazioni e pensieri naturalmente, anche se penso di aver vissuto l’avvicinamento nel modo più sereno.

Il 27 agosto all’aeroporto di Bogotà sapevo che non era un addio e in questi cinque mesi non ho mai cambiato idea. Era un arrivederci e così è stato, anzi, così siamo riusciti a renderlo.

Certo, raccontata in questi termini sembra facile, ma non lo è stata. Mai ho sottovalutato la distanza, anche se a fine ottobre, dopo due mesi, ho iniziato ad accusare una certa fatica, in quel momento però abbiamo anche cerchiato una nuova data sul calendario, e da lì in poi è iniziato un countdown molto lungo ma che almeno ci ha rianimati, consapevoli di correre verso un obiettivo comune.

Non è stato semplice, ma siamo stati bravi. In un mondo in cui la gente impazzisce per un messaggio visualizzato su Whatsapp al quale non si replica immediatamente, vivere per cinque mesi con 7 (e poi 6) ore di fuso, limitazioni lavorative, orari scomodi e mai sovrapposti in qualche modo, è davvero dura, ma noi siamo andati oltre.

Rispetto, fiducia, forza. Le energie mentali spese sono state naturalmente tantissime, mai siamo stati determinati a venirne fuori nel modo migliore, insistendo sempre.

Un traguardo è stato raggiunto, un traguardo che però dall’altro lato recita la scritta “Start”, un nuovo inizio, un altro inizio direi. Ci sarà molto da scoprire e questa è la meraviglia che genera la mia curiosità menzionata all’inizio. Comincia veramente un nuovo campionato che ad oggi, biglietti alla mano, sarà di tre mesi, un campionato che dura come quelli di GoalUnited, la speranza non nascosta  però, è che possa essere l’anticamera di qualcosa di altro, possibilmente di più duraturo.

Ricordo ogni momento in cui si è parlato di questa ipotesi, di questo grande piano di riunirci a Roma. Sembrava a suo tempo, febbraio scorso, una cosa molto grande, forse fin troppo, eppure con il tempo l’idea non è mai svanita ma si è solo rafforzata. Abbiamo disegnato le nostre traiettorie anche per arrivare a questo appuntamento.

Ricordo la prima volta che ne parlammo, a casa mia, vicino ai fornelli in attesa di buttare la pasta, o da Burgerator a Kensigton Market un sabato sera.

Ripenso anche alla conversazione a maggio, seduti al Cineplex di Dundas Square guardando Yonge Street, oppure quella volta che a Zipaquira camminavamo per guadagnare la stazione dei pullman per tornare a Bogotà.

Non sono state parole buttate, non sono stati discorsi fatti per fantasticare. Io ci credevo e lei evidentemente pure, forse più di me considerando che è la persona in procinto di muoversi.

“Bisogna crederci e ci dobbiamo provare” ho detto spesso, era doveroso darci una possibilità diversa, su un campo differente e tutto ciò sta per compiersi.

Da domani inizia un altro viaggio, è tempo di andare.

It is time to goultima modifica: 2018-01-22T07:20:58+01:00da matteociofi
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