L’anno esasperante

Fatico molto a chiamare il 2019 “anno”. Non è stato un “anno” ma semplicemente un incubo iniziato con il prologo di fine 2018 e proseguito ad ampie falcate nel corso di questo 2019 verso il baratro.

Dodici mesi in cui ci sono stati solo problemi. Dodici mesi di cui avrò solo un bel ricordo, la settimana a Panama per la GMG, una splendida esperienza che desideravo dal luglio 2016 e che non ha deluso le aspettative.

Tolto questo brevissimo segmento, le restanti 51 settimane sono state falcidiate da ogni problema.

Ho rischiato di morire sul volo Toronto-Amsterdam per una crisi allergica e ho avuto uno sfogo in faccia qualche settimana dopo in cui un herpes mi ha lasciato ancora dei segni evidenti.

Un cazzo di anno in cui non ha funzionato niente, anche a livello pratico: computer (numerose volte), telefono, macchina, serrande di casa, termosifone del bagno, scarico della doccia, internet, badanti.

Un 2019 in cui mi sono incollato tre enormi problemi di cui sono stato vittima e che ancora oggi non riesco e non posso risolvere mio malgrado. Tre mega problemi che mi hanno scortato in modo fedele per mesi, scoppiati più o meno tutti insieme a cavallo del 2019.

Un incubo che mi ha perseguitato, uno stillicidio che non sembra voglia terminare in nessun modo. Un anno di questure e tribunali, luoghi che è sempre meglio non frequentare, un anno di appuntamenti mancati, numeri chiamati a vuoto, un anno che spesso si è rivelato un gigantesco gioco dell’oca nel quale si tornava sempre indietro, al massimo, fermi sulla stessa casella aggrovigliati.

Altra gente ho perso per strada in questo 2019, e alla fine dubito che sia stato proprio un male. Un anno in cui tiri fuori soldi e non ne prendi, di sacrifici, di incazzature, di perdite di tempo inenarrabili, mesi a dovermi preoccupare per tutti.

Rimangono le due brevi vacanze, almeno quelle, in estate, qualche weekend fuori e una interminabile sequenza di preoccupazioni. È stato l’anno in cui ho dormito decisamente meno, perché il sonno me lo hanno succhiato via i problemi una goccia per volta.

Un anno in cui ho avuto i lavori intorno casa senza sosta e mentre scrivo ancora ci sono operai che sbattono addosso al muro per rifare i balconi. Un anno in cui sono stato svegliato dal trapano di qualcuno almeno per un terzo dei giorni.

È stato esasperante.

Un cazzo di anno esasperante.

Un 2019 in cui mi sono ritrovato a dire parole che mai avrei immaginato, a formulare pensieri a me sconosciuti. Un anno di tribolazioni che alla lunga sfiniscono, e più cerchi la soluzione e più finisci per perdere tempo.

Può sempre andare peggio, e questo lo so bene, ma il 2020 si dovrà impegnare molto, ma ho fiducia nella forza del destino.

L’anno esasperanteultima modifica: 2019-12-02T06:43:42+01:00da matteociofi
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