O di qua, o di là

Che poi da dire ce ne sarebbe anche, come sempre.

Ad esempio, dopo anni di pro e anti-Berlusconi, siamo passati agli amici e i nemici di Renzi, ultimamente invece, sostenitori e oppositori di Salvini. La verità è che siamo diventati questi, tutto è in relazione alla persona, molte parole – tantissime a vanvera – ma soprattutto una perpetua gara nell’essere arroccati su una posizione.

Bianco o nero. Mai grigio. Nessuna sfumatura, solo un fiume in piena che scorre sui social, una immagine del mondo italiano che sembra essere polarizzato.

Nulla di nuovo sarebbe opportuno dire, nessuna novità nel paese dei guelfi e ghibellini, in una nazione in cui siamo maestri in questo. Una pratica che ci viene in modo automatico ma dalla quale io prendo le distanze ogni volta che si parla di temi in cui non si può essere assoluti nel giudizio senza appelli.

Le ultime questioni sollevate dalle mosse di Salvini, sono un esempio lampante. Chi ha una posizione netta e che non ammette repliche, a mio avviso, da persona moderata, è più fuori strada di chiunque altro.

Ma intanto, giugno se ne è andato e nemmeno me ne sono accorto. Il Mondiale, splendido e nel quale mi sono voluto immergere con enorme piacere, scivola verso il gran finale, i tormentoni estivi sembrano ancora non essere del tutto scoppiati, fa caldo ma neanche troppo.

Roma è sempre piena, le estati sono cambiate, la mia in un certo modo inizierà la prossima settimana quando a quest’ora sarò a Berlino, quella città in cui esattamente 12 anni fa diventavamo campioni del mondo. Intanto, Cristiano Ronaldo sembra essere veramente indirizzato alla Juve, trattativa che qualora dovesse andare in porto per me resterebbe come uno dei misteri più grandi dello sport.

Da sabato ho la mano sinistra in disuso, colpa di un frontale alle macchine a scontro di Cinecittà World. Capita anche questo, anche se c’hai 31 anni.

Fortunatamente, ancora capitano cose del genere.