Due mesi

Scavallata anche la nona settimana, taglio il secondo mese. Teoricamente sono a un terzo del percorso, biglietto aereo alla mano. In maniera inevitabile questo secondo mese è stato più facile del primo, ma soprattutto è sfilato via molto più rapidamente. Una trentina di giorni in cui è cambiato l’orario e abbiamo guadagnato un’ora in più di sole, in cui ho festeggiato il mio compleanno e in particolar modo è stato il mese che potrebbe segnare una svolta nella mia esperienza lavorativa in questo angolo di Ontario.

In generale le cose procedono, le temperature sono ampiamenti sopra lo zero, con enorme ottimismo si possono già intravedere scorci primaverili e sognare giacche slacciate. La neve si sta sciogliendo e i rischi si moltiplicano. La mia padrona di casa ne ha fatto subito le spese rompendosi il polso ieri mattina, una maledetta lastra di ghiaccio le è stata fatale. Per quanto mi riguarda ho rischiato di andare lungo come mai successo prima e solo ieri, il 60% delle persone che erano all’ospedale si trovavano lì per cadute rovinose o banali per strada. Il tanto sole sta sciogliendo i cumuli di neve, l’acqua che ne deriva si ghiaccia durante la notte e la mattina è una mattanza.

Intanto sarò calato almeno due kg sicuramente, in più mi vedo dimagrito per aver perso un po’ di tono muscolare, se Dio vorrà fra un po’, tempo permettendo, mi rimetterò in pista in qualche modo. In tutto questo però mi sono voluto raffreddare. Due mesi qui senza acciacchi era un qualcosa di intollerabile e l’ho voluto fare per bene. I primi sintomi li ho avvertiti domenica sera, così da avere una bella settimana lavorativa davanti a me con mille fastidi. Ma si sa, come direbbe Alfredo, il Ciofi è un perfezionista.

Intanto è giovedì nuovamente, l’ultimo segmento della settimana prima del curvone finale del venerdì. Due mesi sono alle spalle, altre avventure si celano all’orizzonte. La strada è lunga anche se un pochino meno di quando ho scritto un post che aveva il titolo molto simile a questo qui…

49 motivi

Ecco una lista con un sacco di validi motivi per partire, per andare all’estero, per vivere un’esperienza in un altro paese. Di motivi ce ne sono tanti, almeno 49.

Tratto da Scambieuropei.info.

 

1. Per imparare una nuova lingua.

2. Per scoprire nuovi modi di fare colazione.

3. Per fare nuove amicizie.

4. E per viaggiare gratis nelle città dei tuoi nuovi compagni.

5. Perché potrai raccontare ai tuoi amici le avventure che hai vissuto.

6. Per vedere le cose buone del tuo paese.

7. E per vedere, da una prospettiva diversa, quelle che ti fanno vergognare.

8. Per sentirti un guida turistica quando verranno a trovarti i conoscenti.

9. Perché potrai cantare canzoni imparate a memoria in un’altra lingua, sbagliando sicuramente la pronuncia di buona parte delle parole.

10. Per capire quanto è importante la tua famiglia.

11. E quanto ti mancano i tuoi amici di sempre.

12. Per sapere cosa significa veramente riempire una valigia.

13. Per conoscere te stesso.

14. Perché sbaglierai in continuazione quando inizierai a scrivere e parlare in un’altra lingua, ma niente ti darà soddisfazione come imparare qualcosa di nuovo, giorno per giorno.

15. Per scoprire nuove ricette.

16. Ed essere lo chef più richiesto una volta tornato a casa.

17. Perché la tua mente si aprirà.

18. Per stupirti delle differenze (anche di quelle dei Fast Food).

19. Per avere il tuo pezzettino di città, fuori dalla tua città.

20. Perché ti ubriacherai con bevande prima sconosciute.

21. Per crederti il re degli aeroporti.

22. Per ridere con le barzellette straniere.

23. Per sentire la mancanza della pasta, della pizza e ovviamente del buon caffè, preferibilmente espresso.

24. Per cancellare alcuni dei pregiudizi che avevi sui tedeschi, sugli anglosassoni, sugli asiatici, sugli spagnoli e così via.

25. E per renderti conto che alcuni di questi sono anche veri.

26. Per abituarti a un nuovo orario.

27. Perché non potrai più fare a meno di quel cibo che mai e poi mai troverai nel tuo paese.

28. Per mangiare delle cose davvero buone.

29. E delle cose che non ti piaceranno affatto.

30. Per provare il brivido e l’emozione di flirtare in una lingua diversa.

31. Perché troverai i migliori bar nei posti più inaspettati.

32. Per vedere che i reality sono brutti come quelli in Italia.

33. Per conoscere tante persone incredibili.

34. Perché ti accorgerai che nessun ristorante cinese, nel bene e nel male, è come quello del tuo quartiere.

35. Per scoprire nuovi sport.

36. Per conoscere i paesi vicini.

37. Perché ogni giorno sarai colpito da piccoli dettagli.

38. Per essere felice quando ricevi una chiamata Skype.

39. Perché tua nonna userà Skype.

40. Per scattare delle foto nei posti in cui sempre avevi sognato di andare.

41. O nei posti in cui mai avresti immaginato di passare.

42. Per comprare i giornali e i magazine di altri paesi.

43. Per vedere i film in versione originale.

44. Perché proverai fascino e stimoli diversi nello scoprire storie di altre culture.

45. E perché alcune ti verranno raccontate da persone affascinanti.

46. Perché in qualche modo sentirai di appartenere a due mondi diversi e a nessuno di essi

47. Per identificarsi in nuove maniere di pensare a secondo del background.

48. Per crescere.

49. Perché lo ricorderai per il resto della tua vita.

 

Autrice: Nerea Crespo

“La vita è troppo breve per NON essere italiani”

Strana la vita degli italiani fuori dai propri confini. La maggior parte di loro esalta la civiltà e i luoghi che magari hanno permesso all’emigrante di turno di trovare un lavoro, la stabilità e di realizzare qualche desiderio. Molti di questi parlano male dell’Italia e dopo cinque mesi lontano dal mio paese in questo 2013, devo dire che è una tendenza che mi irrita. Tutti meglio di noi, tutti più bravi e superiori a noi. Ogni paese è più vivibile e giusto dell’Italia, noi a detta di molti siamo ultimi sotto ogni aspetto. Non mi piace l’esterofila, non mi piace chi parla del proprio posto screditando il paese di provenienza in automatico. Parlare così può sembrare magari cool ma io lo trovo di cattivo gusto. Avrei mille motivi per fare lo stesso, in fondo sono qui a fare ciò che voglio e a inseguire un qualcosa perché a casa mia non mi viene permesso, però, nonostante tutto, rimango fieramente italiano e non mi dimentico cosa sia il mio paese. Non scordo il suo essere unico, inarrivabile, non pareggiabile. Mai rinnegherò ciò che recita il mio passaporto, mai mi vergognerò della mia lingua, delle mie radici e della mia bandiera. Non è nazionalismo, è sano patriottismo, è sentirsi parte di qualcosa che sarà sempre più grande di noi. E’ il riconoscere la fortuna che abbiamo nell’essere italiani, quel sentimento che mi da’ sempre quel qualcosa in più. Siamo quello che tutti vorrebbero essere e spesso lo dimentichiamo: le antipatie, le invidie e le brutte parole con cui beceri cialtroni ci additano sono figlie della loro impossibilità di essere come noi. Il concetto della bellezza e del gusto sotto tutti i suoi punti di vista abita nel Belpaese e quando pensi al top pensi al Made in Italy. Rifletto spesso su cosa ci rappresenti nel mondo e quelle battute sui politici, la  mafia, il mandolino e stupidaggini di questo tipo mi fanno solo sorridere. I nostri antenati hanno creato la civiltà moderna, il mio popolo ha conquistato il mondo, la mia città ha appena 2766 anni. Io sono tutto questo, noi siamo questa bellezza, questa grandiosità. Non sono tutti meglio di noi, non voglio dire il contrario ma sinceramente, a volte, un po’ lo penso. E poi siamo italiani, abbiamo quella genialità, quell’unicità magnifica, quel modo di vivere e di sognare. Mi manca la mia terra in quella maniera che può vivere solo chi sta lontano: il suo profumo, i suoi colori e il sole che la bacia. Sento la mancanza di camminare per la strada e incrociare volti con i tratti somatici uguali a miei, capire i discorsi sull’autobus e le battute della gente. Mi manca il suo avere tutto, quella bellezza, il suo essere meravigliosa nella sua essenza. Se dovessi rinascere in un’altra vita e scegliere un posto in cui vivere escludendo l’Italia, direi San Marino. Senza dubbio. Così potrei stare nel territorio italiano allo stesso modo e apparterrei comunque a questa terra, alla mia terra. Siamo l’Italia, siamo Italiani, ne’ Italioti e nemmeno Italiani medi. Siamo Italiani e tanto basta, quando nel mio I-pod parte quel capolavoro che va sotto il nome di Inno di Mameli mi trema l’anima. Che bello che è il mio paese, vergognoso è chi sta cercando di ucciderlo e chi ne parla sempre male per hobby, io invece, ovunque sarò, lo difenderò ed amerò sempre.

Perché la tua Patria è come tua madre, non puoi non amarla