“Dell’elmo di Scipio, s’è cinta la testa”

Viva l’Italia

l’Italia del 12 dicembre

l’Italia con le bandiere

l’Italia nuda come sempre

l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste

viva l’Italia

l’Italia che resiste.

 

Ci sono due persone che pochi giorni fa ho inserito nella mia black-list. Le ho vergate con un mio pennarello ideale perché si sono rese colpevoli di aver fatto un qualcosa che non dovevano: ironizzare sul mio essere italiano, semplicemente perché avevo detto una frase (oltretutto vera) che ha suscitato la loro reazione la quale non mi è sfuggita. Oltre alla figura da ragazzini delle medie, l’episodio mi ha infiammato definitivamente. In fondo siamo gente che dà fastidio, ci ammirano e ci temono, ci invidiano e giocano su dei bislacchi luoghi comuni per pungerci ma pagherebbero per essere noi. Io li capisco, mi metto dall’altra parte e so che se dovessi competere per qualcosa mai vorrei trovarmi davanti un italiano e lo dico per tre motivi in particolare: l’infinita capacità di essere imprevedibile, l’arte di venirne fuori e la genialità.

Dopo questo piccolo “contrattempo”, arde ancor di più dentro di me quel fuoco italiano, quel mio smisurato senso di appartenenza a un qualcosa per cui ringrazio il Padreterno ogni giorno, quando intorno alle 10 mi reco nella cappella.

Sono italiano e sono orgoglioso di esserlo. Sono fiero di questo. E sono uno di quelli che quando sente l’inno si alza in piedi e quando vede il tricolore sventolare accarezzato dal vento prova qualcosa di non spiegabile. Sono sempre stato così, forse perché sono cresciuto con i racconti della guerra di mia nonna, dei partigiani e di chi ha combattuto per liberare questo paese.

Avere sul passaporto la scritta Repubblica Italiana è qualcosa che mi esalta ogni volta che la leggo e non vorrei avere nessuna altra provenienza. Sono italiano e adoro indentificarmi con il mio paese. Mi piace perché so benissimo cosa rappresenti, e soprattutto capisco la fortuna di essere nato in questo stivale di terra che si adagia sul Mediterraneo. Ho il sangue verde, bianco e rosso, trasudo italianità e non c’è nulla di cui mi vergogno. Ci saranno sempre troppe cose belle con cui mi potrò identificare piuttosto che gli scandali o le vergogne di cui si macchiano i nostri politici.

Nulla potrà mai scalfire il legame con la mia Terra, e a nessuno permetto di mancarle di rispetto. Amo l’Italia con tutto il mio cuore perché in Lei mi rispecchio, perché sono un privilegiato ad essere cresciuto in mezzo a così tanta meraviglia. Nell’unico posto in cui è nata prima la cultura e poi la nazione, in una terra che è la culla della civiltà moderna, in una nazione che da sempre è sinonimo di qualità.

Tante volte rifletto su come sia possibile che in un lembo di terra così piccolo ci sia tanta eccellenza e qualità, magia e fantasia. È evidente che quel giorno Dio volesse fare qualcosa di speciale, è chiaro che gli sia scappata la mano su quella penisola. Voleva fare le cose in grande e c’è riuscito. Penso che quando noi vivevamo il nostro Rinascimento e istruivamo il resto del mondo, qui nemmeno esistevano. Questa differenza è talmente grande che determina tutti i ragionamenti successivi con tanto di conseguenze.

L’Italia per me è una roba a parte. È il mio cuore senza mezzi termini e malgrado tutto non riesco ad avercela con questo paese che non puoi darmi un’opportunità. Che colpa ne ha questa terra? Le responsabilità sono di chi da tempo la sta dilaniando e stuprando senza pietà, ma nonostante tutto non riusciranno a distruggere la grandezza che accompagna la mia patria. Non sarò mai completamente felice lontano da lei, e il mio desiderio più grande è quello di poter vivere un giorno nel mio paese facendo magari il mio mestiere. Solo quello, niente di più. È il mio sogno perché senza Italia sono come una bella casa ma arredata male.

E per quanto sia un dannato individualista, un perenne cane sciolto ho il bisogno fisico ed emotivo di appartenere a qualcosa e l’Italia per me è tutto ciò, e per quanto sia un tipo pratico rimango un esteta, un amante del fascino e della bellezza in tutte le sue sfumature, e l’Italia, amici miei, è bella da impazzire.

Auguri Italia. Viva l’Italia, viva il tricolore.

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“La vita è troppo breve per NON essere italiani”

Strana la vita degli italiani fuori dai propri confini. La maggior parte di loro esalta la civiltà e i luoghi che magari hanno permesso all’emigrante di turno di trovare un lavoro, la stabilità e di realizzare qualche desiderio. Molti di questi parlano male dell’Italia e dopo cinque mesi lontano dal mio paese in questo 2013, devo dire che è una tendenza che mi irrita. Tutti meglio di noi, tutti più bravi e superiori a noi. Ogni paese è più vivibile e giusto dell’Italia, noi a detta di molti siamo ultimi sotto ogni aspetto. Non mi piace l’esterofila, non mi piace chi parla del proprio posto screditando il paese di provenienza in automatico. Parlare così può sembrare magari cool ma io lo trovo di cattivo gusto. Avrei mille motivi per fare lo stesso, in fondo sono qui a fare ciò che voglio e a inseguire un qualcosa perché a casa mia non mi viene permesso, però, nonostante tutto, rimango fieramente italiano e non mi dimentico cosa sia il mio paese. Non scordo il suo essere unico, inarrivabile, non pareggiabile. Mai rinnegherò ciò che recita il mio passaporto, mai mi vergognerò della mia lingua, delle mie radici e della mia bandiera. Non è nazionalismo, è sano patriottismo, è sentirsi parte di qualcosa che sarà sempre più grande di noi. E’ il riconoscere la fortuna che abbiamo nell’essere italiani, quel sentimento che mi da’ sempre quel qualcosa in più. Siamo quello che tutti vorrebbero essere e spesso lo dimentichiamo: le antipatie, le invidie e le brutte parole con cui beceri cialtroni ci additano sono figlie della loro impossibilità di essere come noi. Il concetto della bellezza e del gusto sotto tutti i suoi punti di vista abita nel Belpaese e quando pensi al top pensi al Made in Italy. Rifletto spesso su cosa ci rappresenti nel mondo e quelle battute sui politici, la  mafia, il mandolino e stupidaggini di questo tipo mi fanno solo sorridere. I nostri antenati hanno creato la civiltà moderna, il mio popolo ha conquistato il mondo, la mia città ha appena 2766 anni. Io sono tutto questo, noi siamo questa bellezza, questa grandiosità. Non sono tutti meglio di noi, non voglio dire il contrario ma sinceramente, a volte, un po’ lo penso. E poi siamo italiani, abbiamo quella genialità, quell’unicità magnifica, quel modo di vivere e di sognare. Mi manca la mia terra in quella maniera che può vivere solo chi sta lontano: il suo profumo, i suoi colori e il sole che la bacia. Sento la mancanza di camminare per la strada e incrociare volti con i tratti somatici uguali a miei, capire i discorsi sull’autobus e le battute della gente. Mi manca il suo avere tutto, quella bellezza, il suo essere meravigliosa nella sua essenza. Se dovessi rinascere in un’altra vita e scegliere un posto in cui vivere escludendo l’Italia, direi San Marino. Senza dubbio. Così potrei stare nel territorio italiano allo stesso modo e apparterrei comunque a questa terra, alla mia terra. Siamo l’Italia, siamo Italiani, ne’ Italioti e nemmeno Italiani medi. Siamo Italiani e tanto basta, quando nel mio I-pod parte quel capolavoro che va sotto il nome di Inno di Mameli mi trema l’anima. Che bello che è il mio paese, vergognoso è chi sta cercando di ucciderlo e chi ne parla sempre male per hobby, io invece, ovunque sarò, lo difenderò ed amerò sempre.

Perché la tua Patria è come tua madre, non puoi non amarla