Ho aspettato che uscissero i risultati definitivi per parlare di lui, del vecchio e caro Davide Di Pinti, mio compagno di banco ai tempi del secondo liceo. Ha fatto il test d’ammissione a Tor Vergata ed è entrato totalizzando 45 punti, il minimo era 35, ma come ha detto lui stamattina:”E’un punteggio che mi basta, e come se avessi raggiunto una salvezza tranquilla con due giornate d’anticipo…”
Cosa mi lega a questa persona? Tante cose. Va detto che dopo le superiori ci siamo persi di vista e rincontrarlo giorni fa sulla piazza dell’università è stato un piacere immenso. La nostra “unione di banco” fu decisa dalla Prof. Crea la nostra insegnante di inglese, ma anche la Vice Preside del liceo. Noi due c’eravamo annusati un po’ durante le prime settimane di scuola, lui era un nuovo arrivo in classe essendo stato bocciato, ma fin da subito scoppiò un feeling inevitabile. Tifoso ed appassionato di calcio come me, giovane ultras, piuttosto british come il sottoscritto e tante altri aspetti. Con lui ho iniziato ad ascoltare gli Oasis, con lui ho trasformato un angolo di aula in una curva da stadio. Sul muro affianco al nostro banco campeggiavano quattro striscioni, in particolare quello della Truppa Ultras, il nostro gruppo. Due ricordi memorabili sono “la radio” il sabato alle 11.15, un improponibile programma chiamato “Amarcord” con la regia del nostro amico Ciccio Rossigno e lo striscione attaccato sotto quello della Banda Disastro, i nostri nemici del 3B, che recitava:“Ma quali ultras siete soltanto dei pagliacci”. Resta il fatto che quell’anno fu molto divertente, di mezzo ci fu la lunga occupazione di novembre e malgrado le difficoltà didattiche dovute al terribile Prof. Trezza arrivammo a giugno soddisfatti e contenti. Naturalmente fu invitato speciale alla mia festa a sorpresa due anni fa, e con tutto il rispetto per gli altri, fu una delle presenze che mi riempirono maggiormente di gioia; soprattutto quando prese il mio megafono e cominciò a coordinare gli auguri in un modo abbastanza pittoresco. Finalmente l’ho incrociato nuovamente e spero di trovarmelo in mezzo ai piedi il più possibile, e quindi benvenuto, anzi no, bentornato Dà.
Le tre frasi degli ultimi tre giorni
Andrea:“A Mattè ti va di fargli da padrino? Ti senti pronto? (sabato sera).
Matteo:“A Eli prepara il vestito che ci siamo quasi, manca ancora un po’ma fatti trovare pronta, che io già sono carico…” (domenica pomeriggio).
Francesca:“Ma che c—o ridete? Che vi sdrammatizzate!?” (lunedì mattina).