Viaggio solo

“Leggendo il post in cui parli di Liverpool, si capisce quanto ti piaccia stare da solo”. Parto da questa affermazione di Simone per il post di oggi, che sarà riflessivo e in parte di autoanalisi.

Ha ragione il mio amico, stare da solo è una cosa che mi è sempre piaciuta, fin da quando ero piccolo. Non lo so, forse il fatto di essere figlio unico, in qualche modo mi ha abituato a giocare e a divertirmi per conto mio, ma ci tengo a sottolineare che anche in questa condizione non mi sono mai annoiato. Ho tanti buoni amici, gente di cui mi fido ciecamente, ma non ho molte conoscenze, la famosa comitiva io non ce l’ho mai avuta, al massimo ho la mia “Cerchia” dentro l’università. Sono un tipo solitario, ma per stare da soli è fondamentale essere in sintonia con se stessi, chi non riesce in questo, inevitabilmente detesta la mancanza di compagnia. Ho viaggiato da solo tante volte, e credo che sia un esperienza unica e formativa, perché puoi e devi contare solo su te stesso,  inevitabilmente sono esperienze che aiutano a crescere. Ho bisogno dei miei spazi e dei miei tempi, ed ovviamente dei momenti di solitudine, secondo me sono importanti perche ti rigenerano, e ti permettono di capire meglio, perché solo così, puoi ascoltarti veramente. Viaggio solo è anche il titolo di una canzone di Giuliano Palma, che Alfredo, mi ha simpaticamente voluto “dedicare”, soprattutto nei giorni di vigilia prima dell’ultimo esame. Ma è vero che io viaggio solo da una vita, anche perché concordo con quanto afferma Fabio Volo, “il percorso te lo devi costruire da solo, in due diventa una scampagnata”. Magari sarà una frase troppo “drastica”, ma non è poi così lontana dalla realtà e da ciò che penso.

  

Viaggio solo da 22 anni, e solo, arriverò al prossimo traguardo.

 

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