Scommettiamo che…?

La mia infanzia televisiva è stata segnata da tre programmi: Giochi senza frontiere, Ok il prezzo è giusto, e Scommettiamo che…? Gli ultimi due, fin dalla tenera età, mi spingevano a fare previsioni e soprattutto a scommettere. Questa mania non mi ha mai abbandonato, da filo inglese quale sono, anche il ruolo del classico bookmaker mi ha sempre affascinato. Sono un discreto giocatore di scommesse sportive, non vivo dentro la Snai, ma spesso mi diverto a puntare 3 euro tanto per il gusto di vincere e dimostrare a me stesso che me ne intendo piuttosto che per guadagnare o arricchirmi. Inevitabilmente, il gusto della scommessa, è un qualcosa che si infila anche nei meandri della mia vita personale. Quest’anno ho puntato diverse volte, su di me non sbaglio mai, sull’Inter raramente. Tre sono le scommesse che ho stipulato negli ultimi mesi. L’ultima l’ho fatta con Silvia, lei afferma una cosa, o meglio ha fatto una previsione, mentre io dico il contrario e sono certo che vincerò. In caso contrario, dovrò andare a casa sua a piedi, e considerando che non abita proprio a due passi da me, la pena da pagare sarebbe pesante. Sono però sicuro di vincere e quindi nemmeno mi preoccupo, questa giocata la sto quasi snobbando. In realtà, sono due le scommesse che mi preoccupano un po’ di più, una in modo speciale, ed entrambe le ho fatte con Gabriele. Proprio lui puntò a dicembre 20 dollari su una cosa che poi non ha preso, anzi, nemmeno ci si è avvicinato; l’altra invece è più recente. Ad aprile abbiamo scommesso su un avvenimento della mia laurea, non è niente di didattico o legato alla tesi, ma riguarda qualcuno. Preso da una follia istantanea, ho puntato 500 euro sul fatto che ciò che dice Gabriele non avverrà, il problema di questa giocata è che è “unilaterale”, ovvero, se vinco io, non becco niente, se vince lui, si prende tutti i soldi. Questa sorta di esagerata spavalderia oggi mi turba leggermente, ma resto convinto della mia idea. Il problema è che il mio avversario ha dei mezzi per spostare la giocata dalla sua parte, e questo è ciò che mi preoccupa maggiormente, anche perché so quanto in realtà lui ci tenga.

C’è ancora tempo, fra due mesi e mezzo sapremo chi avrà avuto ragione; su questa scommessa mi devo impegnare ancora un po’, l’altra invece, non la posso perdere, sono troppo convinto, anzi, già l’ho vinta.

 

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