È sicuramente uno dei termini che odio maggiormente, ma che stavolta, sono costretto ad usare per parlare di me e della decisione che ho maturato nelle ultime settimane, soprattutto in quella a Liverpool, dove ho avuto molto tempo per pensare e riflettere in totale serenità. Questo post, certifica la mia resa di fronte a ciò che ultimamente mi ha più scosso e colpito. Mollo perché sono stanco di combattere inutilmente, senza avere risultati, mollo perché non ne posso più di fare a pugni con l’aria. Mesi fa, scrissi se valeva la pena di spendersi per un qualcosa che avrebbe portato poi sicuramente delusione; malgrado tutto, ho continuato ad impegnarmi, a tirar fuori una parte di me anche insolita in certi casi, per non avere rimpianti e per non lasciare nulla di intentato. A distanza di tempo, però, devo cambiare rotta e penso in maniera piuttosto netta. Ritengo che sia importante almeno uscire dal campo sconfitti, ma consapevoli e fieri di aver dato tutto. A volte ho dovuto far fronte a situazioni surreali ed al limite del paradosso, e molto onestamente non ne voglio più essere partecipe per alcun motivo al mondo. Credo di aver sempre avuto un pregio, quello di sapermi rendere conto delle mie situazioni e di analizzarle in maniera oggettiva e realistica, spesso però questa mia visione viene scambiata per pessimismo, ma non è così. Di solito nelle difficoltà non mi abbatto ma mi esalto, stavolta alla lunga mi sono dovuto arrendere. Ho capito che è inutile tentare in qualcosa che non ha futuro e non può succedere, tanto vale smettere e provare a voltar pagina, questa sarà la mia nuova sfida. Già so che sarà difficile, ma spero di esserne in grado e che la mia forza di volontà mi assista. Di un’altra persona non voglio parlare adesso, perché merita un articolo intero, ma tranquilli, che non mi dimentico di nessuno, figuriamoci se mi scordo un personaggio del genere che mi ha “sparato” addosso… ma questa è un’altra storia. Si chiude qui anche un altro tormentone con il quale ho convissuto per tutta l’estate, da quel 23 maggio in cui ho accompagnato Andrea a Reggio Emilia ed è venuta fuori la storia del viaggio, non si è più parlato d’altro. Parti o non parti? Ma alla fine ci va o no? Questi sono i due interrogativi con i quali me la sono dovuta vedere costantemente. Alla fine non parto, anche perché mancano i presupposti e poi ci sono degli ulteriori problemi legati al tempo. Forse avrà ragione Andrea, quando dice che fra vent’anni, mi pentirò di essere rimasto a casa, ma questo non lo può sapere nessuno, solo il tempo semmai potrà dare un suo responso. Tra qualche giorno, intanto, ci sarà l’ultimo atto e penso che sarà anche quello più triste e carico di significato; dopodiché, in qualità di guardiano del faro, avrò terminato il mio compito e potrò andarmene affanculo una volta per tutte. Definitivamente. Non ho mai creduto ne ai colpi di scena, ne tantomeno alle sorprese, anche perché tutte le volte che capitano arrivano a mio sfavore. Mi dispiace per come sia andata a finire, speravo in qualcosa di diverso, ma questa è la realtà. So che con questa scelta deluderò più di qualche persona che ha dovuto sopportarmi in questi mesi (Andrea, Simone, Il Falcone, Vincenzo e i miei amici dell’università), ma sappiate che il primo ad essere deluso sono io, se sono arrivato a questa dolorosa decisone è perche non vedo veramente alcun raggio di sole all’orizzonte per andare avanti. In conclusione, voglio fare un augurio ad Antonio e David, spero che possiate essere più bravi e fortunati di me e sono sicuro che voi non mollerete. La “terza serie” comincia praticamente con un protagonista in meno, o comunque con il sottoscritto in palese difficoltà già prima di iniziare. Chiudo la porta, se qualcuno la volesse tenere ancora aperta è ben accetto, ma come ho già detto prima, io a queste cose non ci credo più. Non è stato semplice scrivere queste righe, sono state le più difficili degli ultimi tempi, anche perché ho dovuto usare una parola che non sopporto: resa, la mia resa.
20 agosto 2008
Dopo tanto tempo, pubblico un post scritto quasi un anno e mezzo fa. Sono riuscito a recuperarlo soltanto ieri sera in maniera casuale (grazie David). Decisi di non metterlo più, perché pochi giorni dopo, ci furono delle situazioni che cambiarono; ma ora, credo che meriti il suo spazio, anche perché, molto probabilmente, è uno dei più veri e sentiti.