Un pomeriggio di settembre/2

…Era un settembre afoso, nel caldo africano che accarezzava la città, era ancora possibile assaporare le illusioni e i profumi che l’estate aveva portato con sé. Quel tepore avvolgente ed il rincorrersi delle immagini nel teleschermo, assecondarono la sua stanchezza, così si addormentò scomposto sul divano. Si risvegliò diverse ore dopo, alle due di notte, leggermente sudato e con un fortissimo mal di testa, postumi di un sonno agitato, e soprattutto con la stessa sensazione di vuoto interiore che si era impossessata di lui, dal momento in cui gli era stata comunicata la notizia. Accecato dalla voglia di scoprire la verità, compose il numero della sua ragazza, incurante dell’ora notturna; il suo cellulare suonò ripetutamente a vuoto, fin quando lei, con voce assonnata, gli rispose. A quel punto, la sua voce, priva di accenti che potessero tradire qualsiasi emozione, le comunicò, con decisione, il bisogno di parlare di un argomento con estrema urgenza. Lei con una dolcezza del tutto stridente rispetto alla sua glacialità, lo fece ragionare che sarebbe stato meglio vedersi il pomeriggio successivo con maggior tranquillità. Si rese conto che era una buona proposta, poiché dal vivo, qualunque bugia avesse tentato di rifilargli, i suoi occhi l’avrebbero tradita. Non avrebbe potuto sbagliare. Doveva sapere la verità, qualunque essa fosse, in realtà si augurava che confessasse la sue colpe, fugando di conseguenza ogni suo dubbio, che invece sarebbe rimasto nel caso in cui lei avesse proclamato la propria innocenza. Sentiva la necessità di continuare a fidarsi di lei, per questo cercava la sua sincerità, non tanto la sua fedeltà che era in quel momento secondaria. Le poche ore che divisero la notte dalla mattina seguente, furono lunghe, segnate da troppe ipotesi, da certezze infrante e soprattutto da un brusco ritorno alla realtà dopo la parentesi di una vacanza meravigliosa. L’indomani, nel primo pomeriggio, uscì da casa, prese in prestito la macchina di sua madre, e si diresse senza fretta verso casa di lei. Non è semplice descrivere le sensazioni che attraversavano la sua testa in quei momenti, anche se nel suo cuore cresceva la convinzione di andare incontro a qualcosa di straordinario e mai provato…

Un pomeriggio di settembre

Pubblico il racconto breve con cui ho partecipato alla rassegna Uniarts 2010. Ho deciso di suddividerlo in tre parti, questa è la prima. 

 

Erano trascorse solo poche ore dal suo ritorno a casa, quando il suono sordo del citofono rimbombò nel vuoto del corridoio e stancamente si diresse a rispondere. Meravigliato, sentì dall’altro lato dell’apparecchio un suo caro amico e senza tergiversare gli disse di salire. Lo accolse nel caos creato dalle sue valigie disfatte, e nell’abbraccio in cui si strinsero, riconobbe la familiarità della sua vita di un tempo. Iniziò una conversazione che passò dai tormentoni dell’estate appena conclusa, all’anno scolastico ormai prossimo, fino alle Olimpiadi da poco terminate; mangiando dolci di non identificata provenienza, ritrovati nella credenza della sua cucina. All’improvviso, l’allegro rincorrersi delle battute si arrestò, lui rimase stupito davanti all’espressione mutata rapidamente del suo amico, il quale, scuro in volto, gli disse che doveva metterlo al corrente di un fatto. Sorridente e rilassato, il giovane, rassicurò il suo interlocutore che nulla avrebbe potuto turbare il suo benessere in quella giornata, ma evidentemente mai previsione fu più sbagliata. L’amico, irrigidito da un palese imbarazzo, gli confessò di aver saputo che la sua fidanzata aveva avuto durante la sua assenza, una storia con un altro ragazzo. Per qualche attimo, calò il silenzio, e poco dopo, l’ospite, tentò di rompere quell’inquietante incanto in cui sembrava essere caduto il suo amico, cercando disperatamente parole di conforto, ma la sua era ormai una maschera di gelo, priva di ogni emozione apparente. A quel punto, voleva soltanto toglierlo d’impaccio e gli chiese di lasciarlo solo, così lo salutò ringraziandolo per la sincerità e per il tenero quanto inutile tentativo di rincuorarlo. Inutile non perché non avesse raggiunto il suo scopo, ma perché il gelo che bloccava i muscoli del suo volto non poteva trasmettere i mille sentimenti che stava vivendo. Non appena fu solo, s’immerse nel fiume di pensieri che affollavano la sua mente in quell’istante. Distrattamente e in modo quasi involontario accese la televisione, e le immagini delle celebrazioni per l’anniversario degli attentati dell’undici settembre occuparono il suo sguardo, fin quando girò gli occhi in direzione della finestra, e rimase alcuni minuti immobile ad osservare quella visione così ristretta dell’esterno. Le valigie aperte, i vestiti sparsi ovunque ed il disordine più totale della camera, creavano una perfetta armonia con il suo stato d’animo completamente in subbuglio…

Al fresco

Scappare dall’afa cittadina per raggiungere il fresco dei paesi. Questo è stato l’obiettivo dichiarato nei giorni precedenti da parte dei miei genitori e dai loro amici, un obiettivo condiviso da parte mia e che mi ha spinto ad aggiungermi al gruppo senza esitare. Verso le 19 eravamo già tutti a Monteporzio presso Le Scampagnate, luogo in mezzo ai boschi, munito di bracieri e di lunghe tavolate al riparo dove mangiare. Dopo aver acceso e pulito le piastre per la cottura, io e Roberto siamo partiti per il primo giro di perlustrazione in mezzo al verde, considerando la luce del giorno, ci siamo fatti una mezza idea del percorso che avremmo intrapreso più tardi al buio. Al nostro ritorno il quintale di carne che era stato comprato poche ore prima è stato buttato sul braciere, e in brevissimo tempo, la tavolata da 11 era pronta per la cena. Porchetta, salsicce, e una bistecca, questo è stato il mio contributo alla causa. Sorvolando su gli oltre 78 contorni portati ed alcuni nemmeno toccati, mi sono fiondato sulle attrazioni principali della serate, ovvero la carne alla brace. Classiche polemiche sulle cottura, immancabile la bottiglia di vino rovesciata sul tavolo, tutti che offrivano qualcosa agli altri ed appetito che è stato soddisfatto in meno di mezz’ora. Terminato il pasto, verso le 9.30, insieme a Roberto sono ripartito per i boschi, malgrado il buio che era sceso ormai in maniera definitiva anche su Monteporzio, ci siamo incamminati con una piccola torcia portata appositamente la quale ci ha illuminato il sentiero a sufficienza. Non abbiamo raggiunto la Croce del Tuscolo ma abbiamo fatto comunque una bella passeggiata, a differenza del resto della comitiva che proseguiva il pasto con dolci e frutta. Inevitabili i lunghi e ripetitivi discorsi di politica fra i maschi a fine serata, e poco dopo le 11 siamo tornati verso le rispettive macchine. Il termometro interno della nostra auto segnava 18° (temperatura che mi aveva costretto addirittura ad indossare la giacca della tuta), qualche km più a valle indicava 22°, al parcheggio sotto casa già 26°. Eravamo tornati nel caldo, non così torrido ma pur sempre esageratamente umido.   

Frase della serata

Gino: “Vivo in un paese di ladri, struzzi e idioti”.

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Cose all’italiana

L’ennesima presa in giro sui biglietti ha scatenato tutta la mia indignazione, un fastidio che ho voluto mostrare alla redazione di FC Inter News, sito on-line che cura e racconta tutto ciò che è legato alla società nerazzurra. La pronta risposta che ho ricevuto ha evidenziato un altro problema: se certe decisioni le prende la Lega Calcio, perché una società deve piegarsi alla volontà di questa? Perché l’Inter non contesta una modalità di vendita che le è stata imposta e che taglia fuori migliaia di tifosi nerazzurri di numerose regioni? Perché l’Inter non si “impunta” reclamando il ritorno economico che avrebbe dalla vendita di questi tagliandi nelle regioni del centro Italia? Perché la società Inter non tutela i propri tifosi sparsi per tutta la penisola? Perché la “Tessera del tifoso” è stata fatta, ma pone ancora i suoi possessori ad alcune inibizioni, in questo caso solo ed esclusivamente in base alla propria regione d’origine? Perché questo paese non perde occasione per mostrarsi ridicolo?

Vi riporto qui di seguito lo scambio di mail, i problemi e le contraddizioni evidenti, che riporto nella mia protesta.

 

Gentile Redazione,

mi chiamo Matteo e sono un tifoso interista residente a Roma. Seguo con grande attenzione il vostro sito sempre molto aggiornato, ed apprezzo particolarmente lo spazio che viene concesso a tifosi, i quali possono esprimere le proprie opinioni riguardo le vicende nerazzurre. A tal proposito, è mia intenzione mostrare come ancora una volta la società F.C. Internazionale abbia gestito in maniera inadeguata la vendita dei biglietti per la finale di Supercoppa italiana, in programma il prossimo 21 agosto. Questa mattina ho avuto l’ennesima fastidiosa sorpresa per l’acquisto dei tagliandi: dopo aver letto la comunicazione sul sito inter.it mi sono reso conto delle discutibili modalità di vendita e delle differenze in alcune regioni. Abitando a Roma non mi è stato permesso di comprare il biglietto per la partita, perché le filiali della Banca Popolare di Milano nel centro Italia (Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Molise, Campania, Abruzzo) non sono abilitate alla vendita, che è stata affidata in queste regioni ai punti Lottomatica-Listicket, i quali a loro volta possono distribuire solo i tagliandi ai tifosi della Roma. Questa mattina alle ore 12 è scattata la vendita con prelazione per i possessori della “Tessera del tifoso”, ma pur avendo quest’ultima, non sono riuscito a ottenere nulla. Il riassunto di tutto ciò è piuttosto paradossale: i tifosi che vivono nelle regioni sopra citate e tifano Inter, non hanno nessun modo e nessun canale di vendita per acquistare i biglietti per questa partita, anche chi possiede la famigerata “Tessera del tifoso”, la quale era stata sponsorizzata come il mezzo per non essere sottoposti a nessuna inibizione. Dopo la ridicola distribuzione per i biglietti della finale di Madrid e ancor prima per quelli di Siena-Inter, la società nerazzurra ha dimostrato nuovamente una pessima organizzazione in relazione a certi grandi eventi. È scontato ribadire che i club appartengono ai propri tifosi, ma evidentemente qualcuno continua a non rispettare e considerare questa categoria, e la nostra amata Inter, anche in questa particolare classifica, può ritenersi la capolista.

 

Grazie per l’attenzione, vi chiedo gentilmente di non sottovalutare questa mia segnalazione poiché migliaia di persone si trovano a fare i conti con lo stesso problema che vi ho esposto.

 

Matteo Ciofi (Roma)

 

Salve Matteo,

grazie per la segnalazione. Abbiamo fatto un giro di telefonate con la società e ci hanno fatto sapere che la distribuzione dei biglietti non dipende dall’Internazionale, ma si tratta di disposizioni altrui. Probabilmente della Lega Calcio, che per ragioni di sicurezza ha stabilito le modalità di vendita, condivisibili o meno. Resta il fatto che molti tifosi come te non potranno assistere alla partita perché svantaggiati dalla loro regione d’origine.

Un saluto,

FC