Tribuna politica

L’Italia è uno splendido Paese. Il dramma reale è che viene governato da diverso tempo da gentaglia, dalla mafia e da incompetenti avvitati alle proprie poltrone. Per quanto questo post possa rivelarsi ricco di qualunquismo e di luoghi comuni, ci tengo a ribadire dei concetti. Ormai assistiamo ad un corteo e ad una manifestazione a settimana, i due partiti principali si sfidano in piazza, dimostrando all’altro di aver portato più gente per le vie di qualche città, mentre i programmi e le proposte restano giustamente in disparte, quelle non interessano. Negli ultimi anni si è sviluppata una fantastica corrente di pensiero, quella dell’anti, in Italia si ragiona solo così, mai a favore, ma solo ed esclusivamente contro. All’interno di questo universo, il concetto di anti ha raggiunto il proprio apice con l’odio verso Berlusconi, un qualcosa di viscerale e personale. Il personaggio appena citato, un genio dell’imprenditoria ed un furbone di altri tempi, guida a fasi alterne il paese da 15 anni, tutti lo criticano ma poi 3 volte su 5 ha vinto le elezioni, nell’ultima tornata elettorale in maniera trionfale. Non lo sopporta nessuno, lo detestano apertamente, ma poi raccoglie voti e si riconferma. Resta pur sempre uno degli uomini più indagati di tutti i tempi, il suo potere smisurato lo rende inattaccabile, a me non piace, ma non condivido il livore che c’è verso di lui. La sinistra italiana fa schifo, senza mezzi termini e senza perifrasi. Se finalmente la falce col martello ha trovato il proprio capolinea, l’opposizione è solo in grado di criticare la maggioranza, senza proposte, senza fare nulla di concreto. Veltroni è naufragato, l’interregno di Franceschini è stato penoso, la leadership di Bersani la ritengo insulsa. Il candidato per le prossime regionali nel Lazio, Emma Bonino, è a mio avviso il personaggio meno azzeccato del mondo, così come Rutelli due anni fa per la corsa al Campidoglio. Il nostro centrosinistra vive nel suo ormai classico immobilismo, si preannunciano cambiamenti e poi ci sono sempre i soliti volti, io continuo ad augurarmi che possano vivere un crollo totale, come quello laburista in Gran Bretagna dell’83, una catastrofe che possa finalmente svecchiare una coalizione finita, vuota, e priva di ogni idea interessante. L’uomo nuovo, e questo è tutto dire, è Antonio Di Pietro, ora va di moda. Chi non vota Berlusconi perché lo reputa nemico acerrimo, e si è stancato della sinistra, converge su questo politico prestato, il quale si vanta della propria crescita e non ammette a se stesso che tutto ciò, è dovuto non per scelta, ma perché è il meno peggio, è l’alternativa al PDL e al buio del centrosinistra. Di Pietro si esalta in maniera anche piuttosto ridicola, non sa parlare, odia Berlusconi come tanta gente, e si candida come forza preponderante per il 2013. Casini è in balia del nulla e di scelte sbagliate, si parla di grande centro, di Montezemolo, ma poi non si muove niente. Non so più per chi votare, credo che mi asterrò, annullerò la scheda, non lo so, ma vivo una totale crisi di identità politica, non mi rispecchio più in nessuno e temo di non essere il solo. Ieri sera ho assistito a un comizio con Montino, vicepresidente della regione Lazio, ho ascoltato attentamente l’ospite della serata, il quale ha parlato di temi che avrebbe potuto sviscerare anche un candidato del PDL, ma ormai dicono veramente tutti le stesse cose. Trovo ambizioso il suo progetto sulle ferrovie nel Lazio, treni in superficie che diventerebbero delle metropolitane aggiunte, è suggestivo, ma credo anche abbastanza irreale. Ciò che mi ha dato veramente fastidio, è stato oggi lo slogan nella manifestazione del PDL, “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, questo motto da innocenti, da accerchiati, da “brava gente”, l’ho trovato pessimo. Berlusconi può anche sentirsi circondato e odiato, ma dovrebbe evitare di issarsi a martire o a paladino del bene, della giustizia o del Peace&Love. Mi fanno vomitare queste scenate ridicole, mi fa vomitare la classe politica di questo meraviglioso Paese.

 

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