Conversazioni

Andrea: Quindi come va?

Matteo: Be con te Andrè mi sento completamente libero di esprimere ciò che penso e allora ti dico come la vedo. Nel volo di ritorno da Istanbul, ascoltando il Greatest Hits di Elton John, ho avuto la sensazione di ritrovarmi in un momento quasi epocale. Nel senso che ho avuto la piena percezione che un sacco di cose stavano finendo e che da lì a poco le cose sarebbero andate diversamente.

Andrea: Che significa scusa? A che ti riferisci?

Matteo: A tutto. Penso che a distanza di due anni dalla fine dell’università ho fatto quello che dovevo: ho studiato, fatto i tirocini, qualche esperienza, sono stato all’estero, ma in questo 2014 una strada andrà presa definitivamente.

Andrea: E tu come la vedi?

Matteo: Male onestamente. Nel senso che dopo due anni ho una concezione chiara e un po’ di esperienza, quindi professionalmente parlando non posso essere ottimista per quello che ho visto finora. Penso che questo 2014 possa essere uno spartiacque vero e proprio. Qualcosa che possa segnare un prima e un dopo. Credo che a breve finirò a fare qualcosa di diverso, non il rappresentante e nemmeno in un call-center ma in qualcosa tipo assicurazioni, aziende di chissàche, roba del genere insomma. Lì, abbandonerò la strada che ho cercato di inseguire negli ultimi 10 anni, quello per cui ho studiato, fatto sacrifici, speso soldi e quello per cui ho dato il meglio di me.

Andrea: Non è detto che lasciare questa strada poi non ti permetta di ritornarci.

Matteo: Certo che no, ma il rischio è molto più grande di quanto tu possa pensare, prendi una strada, inizi, e poi è veramente dura spostarsi di là di nuovo, anche perché in fondo poi ti immergi in altri ambiti e situazioni.

Andrea: Mi dispiace. In fondo però anche questa estate dicevi le stesse cose e poi è successo di tutto.

Matteo: Vero, verissimo, ma non è che certe cose capitano tutti i giorni. È passato un treno, c’è stato un grande brivido ma sono cose che capitano una volta nella vita. Non è che ogni volta un colpo di scena ribalta tutto. Ora poi, lo vedo umanamente impossibile. Che altro può succedere dai? È successo già tutto su.

Andrea: Quindi?

Matteo: Quindi niente, andrà così, inizierò a fare un lavoro a caso che non mi renderà ne felice e ne soddisfatto molto probabilmente, tra dieci starò ancora a casa mia perché non ci sono alternative, poi finirò in uno di quei monolocali vicino l’Anagnina e via, aspettando le 15 di domenica.

Andrea: Be dai, non dì così…

Matteo: Be Andrè non pensare che non possa essere vero. Io più passa il tempo e più ci credo sinceramente. Tu ad esempio già si sa che farai…

Andrea: Che faccio? Dimmi, dimmi…

Matteo: Ricambi ditta entro la fine dell’anno, guadagnerai qualcosa in più, la vacanza di estate, il week end fuori porta ogni tanto, e nel giro di un anno inizierai a parlare o di matrimonio o ancora più probabilmente di convivenza, magari in una casa che prenderete in affitto perché tu li non vuoi andare, a meno che non vi troverete soli perché tua cognata sarà andata via e avrete campo libero. Io da quel punto di vista nemmeno mi esprimo. Cioè non mi pare il caso di mettermi nuovamente in qualche situazione. Non ha senso, non mi va, non mi interessa e poi il punto è sempre lo stesso, ma io a una che posso offrirle? E poi basta dai. Ma de che stamo a parlà?

Andrea: Ma io non sarei così certo di tutto.

Matteo: Ma sì! Ma quello che doveva succedere è già successo. Si è chiusa un’epoca per alcuni aspetti, prendiamone atto. Io la vedo così e vedrai che non mi sbaglio, almeno non su di me.

Andrea: Scusa mi porti un’altra media chiara?

Matteo: Due grazie, io però un’altra Guinness, grazie…