Ligabue alla quarta

Dopo nove mesi esatti di gestazione, abbiamo partorito un altro concerto di Ligabue, un’altra occasione, per trascorrere insieme una serata indimenticabile. A distanza di due anni, nuovamente lo stadio Olimpico si è trasformato nello scenario perfetto per l’esibizione di Luciano. Pieno come tutte le altre volte, l’afa e lo sciopero dei mezzi non hanno arrestato il flusso e la voglia dei fans di assistere alla prima esibizione live di questo tour estivo 2010, che porterà in giro il nuovo album di inediti uscito circa due mesi fa. Oltre al sottoscritto, c’erano altri tre reduci di Verona: David, Federica e Martina; anche se l’amico fiuggino ci ha raggiunti solo dopo un’ora, per una serie di ritardi e problemi comunicativi. Lo show è stato di alta qualità, oltre due ore di musica con ampio spazio ai nuovi brani, senza tralasciare i pezzi forti e rock del repertorio. Le canzoni di Arrivederci, Mostro! non mi hanno coinvolto troppo, anche perché continuo ad ignorarne i testi, ma ciò non ha impedito che il mio fomento raggiungesse punti mai toccati. Nel 2006 era il mio primo concerto e quindi provai un’emozione speciale; nel 2008 arrivai allo stadio con uno stato emotivo traballante per l’arrivederci che c’era stato mezz’ora prima; stavolta, mi sono lasciato trascinare dalla serata e Ligabue mi ha regalato brividi a ripetizione. Nella mia personalissima hit parade ci sono 5 canzoni: Urlando contro il cielo, Ho perso le parole, Tra palco e realtà, Questa è la mia vita ed infine Marlon Brando è sempre lui. Per la prima volta, le ho sentite tutte e cinque nello stesso concerto. Questo aspetto magico ha reso tutto quanto veramente unico, soprattutto Ho perso le parole mi ha regalato qualcosa di raro, probabilmente anche per l’arrangiamento diverso dal solito. Il finale di buon auspicio con Il meglio deve ancora venire, ha chiuso lo spettacolo, ma non la nostra avventura che è entrata paradossalmente nella parte più goliardica e inattesa. Considerando lo sciopero totale dei mezzi, anche quelli notturni, ero pronto a qualche folle mossa per rincasare, e alla fine, così è andata. Dopo aver accompagnato Martina e Federica alla macchina, distante oltre 2 km dallo stadio, mi sono infilato nel bagagliaio della macchina di Martina…la Smart. Spalmato completamente dietro i loro sedili, per cercare di sfuggire agli sguardi dei vigili che riempivano le vie cercando di ordinare il caotico deflusso post-concerto, siamo partiti alla volta di casa. Malgrado un paio di momenti di totale terrore, quando abbiamo imboccato il GRA, la missione poteva ritenersi compiuta. Alle 2.30, dopo aver raggiunto il piazzale dell’Anagnina, ci siamo salutati ed io mi sono incamminato verso il parcheggio sotterraneo dove avevo lasciato la mia macchina nel pomeriggio. Seguendo le indicazioni di mio padre: “E’ sempre aperto, tranquillo”, ho avuto la piacevole sorpresa di ritrovarmi di fronte i cancelli di ogni accesso chiusi. Ho cercato una via alternativa, ma non c’è stato modo, così alle 3.15 il telefono fisso di casa mia ha trillato e mio padre informato delle sua sbagliata previsione è dovuto partire, per venirmi a riprendere e chiudere definitivamente una serata irta di brividi… ma per Ligabue, si fa anche questo.

“Quante volte sei passata, quante volte passerai, ed ogni volta è sempre un colpo all’anima”   

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