Annotazioni di viaggio – Budapest

Meglio di Praga, meno bella di Vienna. Si può definire così a mio avviso Budapest, una città che mi è piaciuta per tanti aspetti, un luogo che regala scorci suggestivi ed angoli affascinanti. Capitale sì, ma in modo composto e sereno, senza frenesie e ritmi esasperati, una città che sa attrarre il visitatore senza tritarlo nei propri meccanismi. Ho apprezzato di più Pest, la parte commerciale e movimentata, quella del Parlamento e di Santo Stefano; Buda è caratteristica per la Cittadella, il Bastione dei Pescatori ed il Palazzo Imperiale, una delle sorprese più piacevoli del viaggio.

Come a Parigi, il tempo ci ha dato una mano, la salute anche e così non abbiamo dovuto fare altro che lasciarci trascinare dalle nostre mete.

Abbiamo camminato tantissimo, percorso kilometri senza troppe lamentele, ho riscoperto dopo tempo quanto sia faticoso fare il viaggiatore, quello che vuole assaporare tutto il possibile della città in cui va.

Ho avuto una spalla autorevole, mio padre è stato un ottimo compagno di avventura: sagace, simpatico poliglotta, entusiasta. Abbiamo vissuto il doppio soggiorno in serenità, concordando su tutto. Alla fine, credo proprio che questa intesa sia stata la base fondamentale per rendere le vacanze di alto livello.

A rendere i quattro giorni ungheresi ancora più bizzarri c’è stato l’incontro con Rocco Siffredi e la sua allegra famiglia al ristorante il Terzo Cerchio di Duhany, un incrocio imprevisto e divertente.

Rispetto a Parigi, questa volta l’hotel, o meglio, il monolocale, si è rivelato al di sopra delle aspettative consegnandoci un rapporto qualità-prezzo indiscutibile che ha di conseguenza abbassato i costi del secondo viaggio: tutti e due abbiamo speso 235 euro complessivi per volo + hotel 3 notti, un affare.

C’è poco altro da aggiungere, se non la consapevolezza che sono stati due bei viaggi, di cui abbiamo tante foto e la forte sensazione che saranno dei meravigliosi ricordi fra un po’ di tempo.

Mio padre è stato a Budapest 19 volte, io solo una, non credo che supererò mai il suo punteggio ma sono convinto che tornerò anche qui e per questo che dico arrivederci pure a Budapest.

 

Búcsú Magyarország

 

 

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Live from Budapest/3

La cosa paradossale, che di fondo conferma ciò che dicevo ieri sugli spagnoli, l’ho vissuta stamattina per entrare alla Sinagoga di Budapest, la più grande d’Europa. Dove aver acquistato il ticket, la cassiera mi ha chiesto se ero spagnolo per la guida, io cortesemente le ho risposto di no, specificando la  mia nazionalità. Una volta accadeva il contrario, agli spagnoli chiedevano se erano italiani, ora no, s’è capovolto tutto e questo perché gli amici iberici sono ovunque, ci hanno sostituito.

Mi è piaciuto molto il giro in Sinagoga, il museo ebraico e il parco della memoria, più tardi sono andato alla chiesa di Santo Stefano, a mio avviso splendida.

Mio padre stamattina si è recato in un cimitero qui vicino Budapest per andare a visitare la tomba di un suo amico e così sono rimasto solo, una condizione che mi ha spinto ad entrare anche in uno dei tanti casinò. Ho perso 3.60 euro alla roulette, fregato dalle indicazioni in inglese che non mi ha permesso di entrare in gioco come piace a me. Ho puntato solo sul colore, un tipo di scommessa che alla lunga è poco emozionante. A breve mi ricongiungo con papà, dopo vedremo il da farsi: palazzo imperiale o cittadella. Tutto questo prima di tornare al delizioso ristorante italiano di ieri sera in cui andremo nuovamente poiché trasmetteranno l’Inter, e quando chiama il Biscione non c’è tempo, distanza, fusorario o impedimento che tenga.

Il clima non è ottimo: fa freddo, 17 gradi più o meno, un po’ di vento e cielo coperto, in compenso, non piove più da stanotte, sembra di essere a Piccadilly Circus e non ad Oktogon.

 

Vi saluto, buona serata da Budapest!

Live from Budapest/2

Sistemato il discorso relativo allo stage, ci siamo accordati via mail per martedì prossimo, il viaggio è decollato del tutto. Oggi, come anticipato, è stato il turno del Parlamento, un bel posto, curato e molto elegante, una fila kilometrica era dinnanzi all’entrata, un serpentone che siamo riusciti a superare grazie alla prenotazione fatta un paio di settimane fa proprio via mail.

Abbiamo successivamente pranzato al KFC, quando vado all’estero è il fast food in cui mi rifugio sempre. Consumato il rapido pasto a base di pollo (petto, coscio, ali) e patatine, siamo tornati lungo fiume per il viaggio in battello sul Danubio. Le previsioni minacciavano pioggia, alla fine il tempo ha tenuto e l’ora trascorsa in mezzo all’acqua è stata incantevole.

Le riflessioni di giornata, sono le seguenti:

Di Budapest mi piace l’idea di trasporti in miniatura, bus piccoli, metropolitana a tre vagoni e come detto ieri il fatto che non sia una città caciarona.

La seconda considerazione è sugli spagnoli: non li sopporto più. In Europa stiamo messi male, noi, loro e i greci peggio degli altri. Noi abbiamo ridotto i viaggi e di italiani all’estero ce ne sono la metà rispetto a qualche tempo fa, loro invece si sono mostruosamente quintuplicati. Stanno con le pezze al culo ma sono ovunque, un incubo. A Parigi il rapporto era: tre francesi, uno spagnolo. Qui a Budapest sono dappertutto. Da europeista non tollero questa cosa: non fanno i sacrifici, sperperano, sono il male del continente, facciamoli fuori!!!

Tralasciando le esagerazioni, onestamente, mi stanno sempre meno i simpatici.

Abbasso gli spagnoli, viva gli ungheresi.

 

Buona sera da Budapest.

Live from Budapest

Siamo arrivati a Budapest dopo un ottimo viaggio (1 ora e 20) macchiato soltanto dalla rappresentante massima dei coatti donne di Roma: una ragazza (ha 32 anni) utile per una puntata di Quark di Piero Angela. Tralasciando questo pessimo elemento, siamo stati accolti da un cielo coperto ma da un clima caldo e piacevole. L’impatto con la città è stato positivo, mi piace la compostezza del posto: bello, signorile per alcuni versi e non esagerato. Abbiamo preso possesso del nostro appartamento, una soluzione che mi ricorda molto il viaggio negli Emirati. Abbiamo la cucina, la lavastoviglie, la lavatrice, qualunque cosa in questo monolocale molto carino e centralissimo. Il primo brivido di giornata è arrivato però dal computer, dopo aver acceso il pc per provare il wi-fi in camera, ho visto nella mail che avevo ricevuto un messaggio di risposta da parte del Ministero dello Sviluppo economico al quale aveva mandato ieri il mio Curriculum rispondendo ad un loro avviso. Nella mail mi chiedevano di incontrarci domani, ho risposto di essere a Budapest e che sarò di ritorno venerdì. Ho così declinato il colloquio, rilanciando per la prossima settimana, domani spero di ricevere una nuova risposta, possibilmente positiva. Sistemato questo imprevisto, nel pomeriggio, ci siamo diretti verso il Bastione dei Pescatori dal quale si ha una suggestiva vista della città. Abbiamo percorso il famoso Ponte delle Catene e cenato da Bella Italia, come prima sera era opportuno andare sul sicuro. Nel ristorante nostrano mi sono domandato il perché debbano mettere sempre musica triste: Si può dare di più, Perdere l’amore, Infinito, perché? Se un italiano va la si deprime mortalmente ma questo è un elemento ricorrente in ogni ristorante italiano fuori dalla penisola. Comunque sia, tutto bene davvero, domani mattina visita all’Opera e poi al Parlamento.

 

Per stasera è tutto da Budapest, buona notte.