Tutta Vienna

Imperiale, signorile e ordinata, in una parola: Vienna. Tre anni dopo il tour andaluso, una nuova vacanza con i miei genitori, ha impreziosito questa prima parte del 2010. In maniera abbastanza improvvisa, abbiamo organizzato questo viaggio, con lo scopo di raggiungere mio padre che tornava verso sud, di ritorno dalla Germania. Il meteo ci ha dato una mano determinante e la capitale austriaca, si è mostrata in tutta la sua bellezza, affascinando il sottoscritto e non solo. In tre giorni abbiamo girato in continuazione, poche pause e tanta voglia di scoprire le attrazioni più importanti della città, ed alla fine, nulla ci è sfuggito. La Rathaus, l’Hofburg ed HeldenPlatz, hanno caratterizzato la mattinata di mercoledì, così come il percorso alla scoperta dei segreti e delle stanze imperiali, in particolare quelle di Sisi, personaggio certamente singolare e fuori dagli schemi. Il Leopold Museum con le opere di Klimt e Schiele, ha riempito le prime ore del pomeriggio, anche se Otto Muhle e i suoi dipinti assurdi e folli, mi hanno veramente divertito e conquistato. In seguito, il lungo giro, ci ha condotto al Prater, il cuore verde della città, 1300 ettari che ospitano un immenso parco giochi e la celebre ruota panoramica, la quale ci ha permesso una splendida e suggestiva vista della città dall’alto. Lo stadio Ernst Huppel, luogo in cui l’Inter conquistò la sua prima Coppa Campioni nel 1964, è stata la tappa finale di mercoledì. La sera, nei pressi della chiesa di Santo Stefano, abbiamo potuto gustare la celeberrima Wiener Schnitzel, il corrispettivo della nostra cotoletta alla milanese, ma a differenza di quest’ultima, è a base di maiale e non di vitella. La caratteristica di questa specialità, è la dimensione della carne stessa, grande come un pizza, che al ristorante Figlmuller, esce abbondantemente dal piatto. Alla fine, accompagnata da una bella Randler, non sono riuscito a terminare la mia Schniztel, anche perché dopo metà, ero già sazio. Giovedì siamo andati a Schonbrunn, residenza estiva degli imperatori degli Asburgo, altro luogo che con le sue camere reali e i suoi giardini alle spalle, evidenzia la maestosità e lo sfarzo di cui si circondavano i potenti austriaci, già dai tempi di Maria Teresa. Verso le 12 tappa a KarlPlatz, dove c’è la chiesa rinominata Karlskirche, che ha al suo interno un ascensore, attraverso il quale, si giunge praticamente a contatto con la cappella. Subito dopo pranzo, in cui avevo mangiato un’altra Wiener Schniztel di dimensioni un po’ più ridotte, sono tornato prima di tutti in albergo, per assistere allo scempio della Nazionale. Terminata la partita, nuovamente Stephansplatz, Graben e un pochino di shopping, fino all’ora di cena, trascorsa nello stesso posto (Pizza Bigi) in cui eravamo andati martedì qualche ora dopo il nostro sbarco a Vienna. Prima di tornare in albergo, un’altra lunga passeggiata ci ha fatto apprezzare alcune attrazioni con le luci della sera, in particolare il Parlamento e l’Hofburg. Venerdì mattina, sveglia presto per lasciare l’hotel, e poco dopo le 10, i miei genitori sono partiti alla volta di Venezia, mentre io ho iniziato un altro giro viennese in attesa del volo previsto per le 18.35. Il tram numero 18 mi ha portato a Belvedere, altro edificio imponente, dotato di grandi giardini imperiali e segnato dalle opere di Klimt e di altri grandi artisti. Camminando verso nord, verso il centro città, mi sono fermato nei pressi di una splendida fontana di cui continuo a ignorare il nome, così come della piazza in cui è situata. Un giretto per le vie lussuose e poi ancora verso il Prater, luogo che mi ha praticamente stregato e nel quale sono voluto tornare assolutamente. Pranzo a base di wurstel & kartoffeln in un luogo in cui mi sono un po’intristito: ho voluto mangiare dentro e non fuori ai tavoli, ero praticamente solo, ed in sottofondo quelle classiche canzoni sfigate italiane e tedesche degli anni 80, che mi hanno messo addosso un velo di malinconia. Dopo pranzo, sono voluto andare all’università, nei pressi di Schottentor, anche qui un edificio enorme, con un chiostro all’interno, una specie di museo con statue e scalinate che ha l’aspetto di un ministero antico, piuttosto che di una facoltà. L’ultimo scorcio del mio soggiorno viennese, l’ho trascorso vicino a SchwedenPlatz, non lontana da MorzinPlatz lo spiazzo da cui partono i pullman diretti all’aeroporto. Alle 16 ho lasciato la città, con direzione Flughafen, e poi un CJ800 dell’AirOne, con 45 minuti di ritardo, mi ha riportato a Roma.

 

Bella città, pulita e assolutamente funzionale, sei linee di metropolitane nuove ed efficaci, tutto sembra migliore se paragonato alle nostre realtà; uno di quei posti che si avvicina decisamente al mio prototipo di città. Sono stato contento di aver visitato Vienna e ancor più felice di averlo fatto insieme ai miei genitori, sono loro che fin da piccolo mi hanno trasmesso la passione per i viaggi, loro mi hanno insegnato a girare, vedere e conoscere. Non riesco a trovare nessuna pecca a questa breve vacanza, l’unica cosa che ho ripetuto un paio di volte, è l’uniformità architettonica, i monumenti ed i palazzi sono belli, ma sono molto simili; tutto questo però, non può sminuire il valore ed il fascino di questa meravigliosa capitale europea.

 

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(In alto, sulla ruota panoramica)