Il Racconto…

Nella serenità paradisiaca di Westmorland, tutto scorre beatamente. Il generale Mastrandrea, nei giorni scorsi, è stato avvistato nei prati della sua contea con La Bionda, un pic-nic all’aria aperta, ed una passeggiata in carrozza. Nel frattempo, sta già organizzando le prime uscite marine (in Cumbria si fomentano ai primi caldi), mentre dal primo aprile, potrebbe intraprendere una nuova avventura diplomatica nel centro città.

La situazione nel Merseyside è in continua evoluzione. Attraversata rapidamente Knowsley, le truppe stanno ormai assediando St.Helens da settimane in maniera costante. L’esercito avversario è quasi sfinito, ma l’offensiva non sembra smorzarsi. Le ultime dal campo base, fanno trapelare che sono in arrivo da Liverpool ulteriori rinforzi. Questo indica come Sir. Ciofi, stia producendo lo sforzo massimo per rimettere sotto la propria egemonia, il distretto metropolitano di St.Helens, luogo fondamentale della propria contea.

Finalmente ci siamo. La festa è pronta ed il conte Spera è prossimo a conquistare una fondamentale onorificenza. Dopo mille peripezie, il grande giorno è alle porte. La contea del Cambridgeshire è impaziente, la smania di rendere il giusto merito al proprio uomo simbolo va al di là dell’immaginazione, arriveranno tutte le massime cariche anche da Isle of Ely per l’occasione, e tutto ciò, testimonia come si stia andando incontro ad un evento eccezionale. Saranno brividi.  

 

 

 

 

 

Mi manca qualcosa

La vita spesso è fatta di scadenze, talvolta queste sono delle tradizioni, dei momenti che con il passare degli anni sai perfettamente che sono sempre al loro posto, malgrado tutto. Natale può essere il classico esempio, ma lo stesso vale per le vacanze, per i compleanni o per l’inizio della scuola. Da ottobre sono passati quasi sei mesi, e scorrendo il calendario, controllando ogni sito mi rendo conto che manca qualcosa, manca un’emozione, manca un momento, anzi due, che segnano una stagione. Non c’è più il derby di Bologna. Con tutto l’antagonismo, l’odio e quello che volete, un anno senza Virtus-fortitudo, è un anno mutilato. Questo problema è stato vissuto per decenni, quando i nostri rivali facevano l’ascensore fra la massima serie e l’A2; gli anni Novanta hanno segnato l’apice del derby, del fanatismo e dello spettacolo più puro che Bologna almeno due volte all’anno, riusciva a regalare. Se ti viene affibbiato l’appellativo di Basket City, un motivo ci deve pur essere, se cannibalizzi tutto ciò che hai davanti, divieni capitale nazionale della pallacanestro. Ora non è più così, il fallimento della Virtus targata Madrigali, con i conseguenti due anni di purgatorio fra il 2003-2005, hanno spezzato quel duopolio, che è stato riempito prima da Treviso e poi dalla Montepaschi Siena, un regno che con nostro infinito dispiacere dura tuttora. La fortitudo regina sfortunata e talvolta ridicola del decennio scorso, è sparita quasi definitivamente questa estate. Dopo la clamorosa retrocessione all’ultima giornata dello scorso campionato a Teramo, è scesa in Legadue per fallire del tutto e ripartire dalla serie A dilettanti. Dopo quello che abbiamo vissuto noi anni fa, sapere che loro hanno fatto una fine anche peggiore della nostra, è stato straordinario, vederli ridotti così, e ripensare alle magliette di Bazzani, al bambino che pisciava sulla tomba della Virtus e ai milioni di sfottò che abbiamo dovuto sopportare, si può dire che giustizia è stata fatta. Accantonato l’odio sportivo per un attimo, è evidente come la nostra pallacanestro, abbia perso un evento fantastico, il campionato è sempre più brutto e poco competitivo e per chi vive di basket e tifa Virtus o fortitudo il derby in realtà manca tanto. Sembra passata una vita, sembrano decenni, ma nove anni fa ci si sfidava per lo scudetto in finale o in semifinale di Eurolega, la Final Four all’OlimpiaHalle di Monaco del 99 sembra inghiottita in un passato troppo remoto, così come il tiro da 4 di Danilovic. Duelli che hanno fatto storia come Fucka-Savic, Danilovic-Myers, o Ginobili-Myers, sembrano appartenere a fasti irripetibili. Tre anni fa si è festeggiato il derby numero 100, 12 mesi fa si è disputata l’ultima sfida, a P.zza Azzarita, un derby magnifico risolto a nostro favore da una tripla di Vukcevic allo scadere. Mi manca questa sfida, mi manca l’adrenalina che ti trasmette un duello del genere, sperare di essere sempre davanti in classifica, o vedere cosa hanno fatto “quelli là”. Sembra paradossale, ma è così, la Virtus ha bisogno della fortitudo e viceversa, lo stesso ragionamento vale per i rispettivi sostenitori, non può esserci basket senza derby. Augurando alla fortitudo ogni disgrazia possibile, ammetto con tutto il cuore che voglio rivederli il più presto possibile, vogliamo sfidarli, vogliamo batterli ancora, perché la storia può subire qualche scossone, ma in fondo, è destinata a ritornare e noi siamo la Virtus, Generazione di Vincenti, come riporta uno storico striscione al palasport.   

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(Le dimensioni e le proporzioni sono importanti nella vita)

 

 

 

 

 

 

Tribuna politica

L’Italia è uno splendido Paese. Il dramma reale è che viene governato da diverso tempo da gentaglia, dalla mafia e da incompetenti avvitati alle proprie poltrone. Per quanto questo post possa rivelarsi ricco di qualunquismo e di luoghi comuni, ci tengo a ribadire dei concetti. Ormai assistiamo ad un corteo e ad una manifestazione a settimana, i due partiti principali si sfidano in piazza, dimostrando all’altro di aver portato più gente per le vie di qualche città, mentre i programmi e le proposte restano giustamente in disparte, quelle non interessano. Negli ultimi anni si è sviluppata una fantastica corrente di pensiero, quella dell’anti, in Italia si ragiona solo così, mai a favore, ma solo ed esclusivamente contro. All’interno di questo universo, il concetto di anti ha raggiunto il proprio apice con l’odio verso Berlusconi, un qualcosa di viscerale e personale. Il personaggio appena citato, un genio dell’imprenditoria ed un furbone di altri tempi, guida a fasi alterne il paese da 15 anni, tutti lo criticano ma poi 3 volte su 5 ha vinto le elezioni, nell’ultima tornata elettorale in maniera trionfale. Non lo sopporta nessuno, lo detestano apertamente, ma poi raccoglie voti e si riconferma. Resta pur sempre uno degli uomini più indagati di tutti i tempi, il suo potere smisurato lo rende inattaccabile, a me non piace, ma non condivido il livore che c’è verso di lui. La sinistra italiana fa schifo, senza mezzi termini e senza perifrasi. Se finalmente la falce col martello ha trovato il proprio capolinea, l’opposizione è solo in grado di criticare la maggioranza, senza proposte, senza fare nulla di concreto. Veltroni è naufragato, l’interregno di Franceschini è stato penoso, la leadership di Bersani la ritengo insulsa. Il candidato per le prossime regionali nel Lazio, Emma Bonino, è a mio avviso il personaggio meno azzeccato del mondo, così come Rutelli due anni fa per la corsa al Campidoglio. Il nostro centrosinistra vive nel suo ormai classico immobilismo, si preannunciano cambiamenti e poi ci sono sempre i soliti volti, io continuo ad augurarmi che possano vivere un crollo totale, come quello laburista in Gran Bretagna dell’83, una catastrofe che possa finalmente svecchiare una coalizione finita, vuota, e priva di ogni idea interessante. L’uomo nuovo, e questo è tutto dire, è Antonio Di Pietro, ora va di moda. Chi non vota Berlusconi perché lo reputa nemico acerrimo, e si è stancato della sinistra, converge su questo politico prestato, il quale si vanta della propria crescita e non ammette a se stesso che tutto ciò, è dovuto non per scelta, ma perché è il meno peggio, è l’alternativa al PDL e al buio del centrosinistra. Di Pietro si esalta in maniera anche piuttosto ridicola, non sa parlare, odia Berlusconi come tanta gente, e si candida come forza preponderante per il 2013. Casini è in balia del nulla e di scelte sbagliate, si parla di grande centro, di Montezemolo, ma poi non si muove niente. Non so più per chi votare, credo che mi asterrò, annullerò la scheda, non lo so, ma vivo una totale crisi di identità politica, non mi rispecchio più in nessuno e temo di non essere il solo. Ieri sera ho assistito a un comizio con Montino, vicepresidente della regione Lazio, ho ascoltato attentamente l’ospite della serata, il quale ha parlato di temi che avrebbe potuto sviscerare anche un candidato del PDL, ma ormai dicono veramente tutti le stesse cose. Trovo ambizioso il suo progetto sulle ferrovie nel Lazio, treni in superficie che diventerebbero delle metropolitane aggiunte, è suggestivo, ma credo anche abbastanza irreale. Ciò che mi ha dato veramente fastidio, è stato oggi lo slogan nella manifestazione del PDL, “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, questo motto da innocenti, da accerchiati, da “brava gente”, l’ho trovato pessimo. Berlusconi può anche sentirsi circondato e odiato, ma dovrebbe evitare di issarsi a martire o a paladino del bene, della giustizia o del Peace&Love. Mi fanno vomitare queste scenate ridicole, mi fa vomitare la classe politica di questo meraviglioso Paese.

 

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Certe serate (europee)

Certe serate ti riempiono gli occhi e ti fanno spalancare la bocca, davanti ad una tv, o magari a pochi metri dal campo sei se fortunato. Certe serate valgono oro e se la stagione si tramuterà in qualcosa da incorniciare, è proprio perché hai vissuto prima momenti del genere. In una serata di metà marzo, nei pressi di Londra, abbiamo ritrovato i nostri cromosomi europei, smarriti da tempo immemore. Proprio quando serviva, nel momento di maggiore bisogno, sono rispuntati fuori. Una partita quasi perfetta, qualche sbavatura, ma tutto sommato gestita in modo magistrale, una gara che poteva sfuggirci in ogni istante, ma che i ragazzi in campo hanno tenuto stretta in pungo, fino al suggello definitivo. Bravi tutti, Mourinho per il coraggio, i giocatori per lo spirito di sacrifico e la voglia che hanno dimostrato. Un modulo spregiudicato che mi aveva fatto storcere il naso inizialmente, ma che alla fine, ha dato i suoi risultati. Il primo brivido del mio personale Chelsea-Inter, è stato quando mio padre mi ha detto che aveva ricollegato SKY, fuori l’imbarazzante Mediaset Premium e veloce ritorno alle vecchie e care origini firmate Murdoch. Nel momento in cui la telecamere inquadravano i giocatori nel sottopassaggio, pronti per fare il loro ingresso in campo, ho sentito squillare la familiare voce di Massimo Marianella, il più grande di tutti, in quell’istante, mi sono sentito rinfrancato e tranquillo, come se avessi avuto un pacca sulla spalla da uno zio che non vedevo da tempo. Un primo tempo segnato da scetticismo e da un entusiasmo frenato, mentre in seguito, nella ripresa, visto l’andamento della gara, mi sono accorto che la partita stava iniziando a prendermi parecchio. Ho mollato ogni pensiero sul campionato e poco dopo sono esploso per la rete di Eto’o. Ibrahimovic nella sua grandezza, in coppa non ha mai fatto la differenza, il camerunense al quale chiedevo da settimane di tornare ad essere decisivo, al momento opportuno ha tirato fuori la zampata che può valere un pezzo di stagione. Una vittoria meritata contro l’avversario di sempre, un Ancelotti che nell’ultimo mese aveva alzato il tiro, dichiarando diverse volte che sarebbero andati avanti, la storia ha sentenziato un esito diverso, per buona pace sua. Avanti quindi, con la speranza che la fatica nei muscoli possa essere magari superata dall’entusiasmo e dal morale finalmente alto. Facendo un rapido calcolo, mi sono reso conto di come da ieri sera fino a metà aprile almeno, giocheremo veramente ogni tre giorni, e questo peserà inevitabilmente, ma io non voglio assolutamente mollare lo scudetto, non possiamo e non dobbiamo. È bello sapere che ieri più di mezzo paese ci tifava contro, è ancor più bello sapere che l’Italia pallonara era aggrappata a noi per mantenere in piedi un ranking europeo che necessitava di ossigeno. È stato meraviglioso aver dato una dimostrazione di forza del genere, i gufi avranno nuove occasioni, possono stare tranquilli. All’interno della Gazzetta, stamattina, c’era una pagina che in 7 scatti riassumeva le immagini più significative della serata, io ne voglio scegliere una: i tremila interisti impazziti al gol di Eto’o, il quale sotto al settore continuava a ripetere “E’ per voi, è per tutti voi!”. Meritavamo una serata del genere, ed in maniera meritata avanziamo ai quarti.

La coppa continua, l’avventura è giusto che prosegua, il sogno anche.

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