Sì, siamo in finale!

Siamo a Madrid. Sabato 22 maggio, al Bernabeu, affronteremo il Bayern Monaco, per conquistare la Coppa dei Campioni, dopo aver eliminato meritatamente un Barcellona, tanto presuntuoso quanto impaurito dalla nostra forza. Si va in Spagna con la voglia di sognare, consapevoli di poterlo fare, perché ora siamo ad un passo dal paradiso. Comincia più di due anni fa il mio avvicinamento verso la capitale spagnola, inizia sabato 29 marzo 2008 in trasferta a Rieti. In viaggio per seguire la Virtus, contro la Solsonica, arrivo con largo anticipo davanti al palasport, in attesa che arrivino i ragazzi da Bologna, mi siedo su un muretto per pranzare e per leggere la Gazzetta, cercando di ingannare il tempo. All’interno del quotidiano, mi soffermo su un articolo che cita i luoghi in cui si disputeranno le prossime finali: Madrid 2010 e Wembley 2011. La mia mente parte per il primo viaggio immaginario, sogno ancora di vincerla a Roma l’anno dopo, e poi la fantasia mi spinge verso Madrid, il fascino del Santiago Bernabeu, un tempio sacro e l’irraggiungibile casa del Real. Da quel giorno, questa destinazione non mi ha più lasciato, e ritrovare l’Inter lì è emozionante ed anche piuttosto strano. Continuo a non rendermene conto, vivo da ieri come anestetizzato, non ci sto capendo nulla, forse perché non mi pare vero o troppo bello. La mia squadra è a 90 minuti dal tetto d’Europa, e penso che meriti di avere l’opportunità per vincere tutto, perché questo gruppo sta andando oltre ogni cosa, e non perde occasione per farci sentire sempre più orgogliosi. Ho voluto Simone come ospite a casa, perché sapevo che la serata avrebbe potuto regalarmi una delle più grandi emozioni sportive della mia esistenza, pertanto, volevo condividerla e immortalarla con una delle persone più importanti della mia vita. Alla fine ha portato pure bene, quindi tutto è andato come preventivato e auspicato. Parlando nella partita, il Barça ha subito due lezioni: ritmo e gioco all’andata, difesa e organizzazione al ritorno. Con un uomo in più per oltre un’ora, hanno combinato poco, Messi è stato imbavagliato straordinariamente, mentre Ibra, non ha perso occasione per mostrare la sua pochezza quando le partite contano veramente in Europa. In qualche modo, si è avverato un mio desiderio, quello di cui avevo parlato in un post (28/07/2009) quest’estate dopo lo scambio con Eto’o. Se ne è andato per vincere la coppa, è stato punito da i suoi ex compagni, ma come dissi a suo tempo, nel calcio come nella vita, a volte, è bene saper aspettare. Sono contento, ma ancor di più, fiero di un gruppo magnifico, guidato da un condottiero unico. Ieri mi ha emozionato la corsa di Mourinho sotto il settore nerazzurro, vedere questa empatia fra squadra, allenatore, società e tifosi è fantastico. C’è una generazione, quella a cui appartengo io, che è cresciuta con i successi di Milan e Juve negli anni 90. C’è una generazione, che ha visto solo un Inter superba in coppa Uefa e comprimaria in Italia per tutto quel decennio. Ci sono generazioni di interisti che hanno subito Calciopoli e hanno capito che tante cose andavano male anche per altro. Ci sono tre generazioni che hanno vissuto il 5 maggio, Villareal, gli euroderby, e le tre eliminazioni di fila agli ottavi. Queste generazioni, hanno riscoperto il gusto di vincere, di sorridere e festeggiare negli ultimi anni, ed ora corrono dietro ad una squadra che sta trascinando la sua gente. Ci sono tre generazioni che sognano di rivedere certe immagini trionfali, di nuovo a colori.

 

 

L’avventura continua, il sogno prosegue.

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(Sì Josè, sì!)

L’ e-mail

Dear Mr Cioffi, Prof. Pxxxx told me about your work, and I am of course
willing to help in any way I can with bibliography on Bede. I am not clear,
however, what precisely is meant in Italian by ‘età romantica e
positivista’ (in English this would probably mean ‘the nineteenth and
twentieth centuries’). Before I begin suggesting bibliography, therefore, I
should be grateful if you could give me a more precise idea of what you
intend to study about the fortuna of Bede in those periods. With very best
wishes, M. LXXXXXX.

Gli inglesi sono un popolo che si fomenta, c’è poco da fare.

Frase del giorno

“C’è un momento per tenere duro, ma c’è anche un momento per rinunciare”.

Hillsborough 1989-2010

Twenty-one years later, never forgotten. You will never walk alone.

  • John Alfred Anderson (62)
  • Colin Mark Ashcroft (19)
  • James Gary Aspinall (18)
  • Kester Roger Marcus Ball (16)
  • Gerard Bernard Patrick Baron (67)
  • Simon Bell (17)
  • Barry Sidney Bennett (26)
  • David John Benson (22)
  • David William Birtle (22)
  • Tony Bland (22)
  • Paul David Brady (21)
  • Andrew Mark Brookes (26)
  • Carl Brown (18)
  • David Steven Brown (25)
  • Henry Thomas Burke (47)
  • Peter Andrew Burkett (24)
  • Paul William Carlile (19)
  • Raymond Thomas Chapman (50)
  • Gary Christopher Church (19)
  • Joseph Clark (29)
  • Paul Clark (18)
  • Gary Collins (22)
  • Stephen Paul Copoc (20)
  • Tracey Elizabeth Cox (23)
  • James Philip Delaney (19)
  • Christopher Barry Devonside (18)
  • Christopher Edwards (29)
  • Vincent Michael Fitzsimmons (34)
  • Thomas Steven Fox (21)
  • Jon-Paul Gilhooley (10)
  • Barry Glover (27)
  • Ian Thomas Glover (20)
  • Derrick George Godwin (24)
  • Roy Harry Hamilton (34)
  • Philip Hammond (14)
  • Eric Hankin (33)
  • Gary Harrison (27)
  • Stephen Francis Harrison (31)
  • Peter Andrew Harrison (15)
  • David Hawley (39)
  • James Robert Hennessy (29)
  • Paul Anthony Hewitson (26)
  • Carl Darren Hewitt (17)
  • Nicholas Michael Hewitt (16)
  • Sarah Louise Hicks (19)
  • Victoria Jane Hicks (15)
  • Gordon Rodney Horn (20)
  • Arthur Horrocks (41)
  • Thomas Howard (39)
  • Thomas Anthony Howard (14)
  • Eric George Hughes (42)
  • Alan Johnston (29)
  • Christine Anne Jones (27)
  • Gary Philip Jones (18)
  • Richard Jones (25)
  • Nicholas Peter Joynes (27)
  • Anthony Peter Kelly (29)
  • Michael David Kelly (38)
  • Carl David Lewis (18)
  • David William Mather (19)
  • Brian Christopher Mathews (38)
  • Francis Joseph McAllister (27)
  • John McBrien (18)
  • Marion Hazel McCabe (21)
  • Joseph Daniel McCarthy (21)
  • Peter McDonnell (21)
  • Alan McGlone (28)
  • Keith McGrath (17)
  • Paul Brian Murray (14)
  • Lee Nicol (14)
  • Stephen Francis O’Neill (17)
  • Jonathon Owens (18)
  • William Roy Pemberton (23)
  • Carl William Rimmer (21)
  • David George Rimmer (38)
  • Graham John Roberts (24)
  • Steven Joseph Robinson (17)
  • Henry Charles Rogers (17)
  • Colin Andrew Hugh William Sefton (23)
  • Inger Shah (38)
  • Paula Ann Smith (26)
  • Adam Edward Spearritt (14)
  • Philip John Steele (15)
  • David Leonard Thomas (23)
  • Patrik John Thompson (35)
  • Peter Reuben Thompson (30)
  • Stuart Paul William Thompson (17)
  • Peter Francis Tootle (21)
  • Christopher James Traynor (26)
  • Martin Kevin Traynor (16)
  • Kevin Tyrrell (15)
  • Colin Wafer (19)
  • Ian David Whelan (19)
  • Martin Kenneth Wild (29)
  • Kevin Daniel Williams (15)
  • Graham John Wright (17)

Rest in Peace

 

Steven Gerrard:”A Hillsborough ho perso mio cugino. Era il mio compagno di giochi, io avevo 8 anni, lui uno più di me. Io gioco per lui, io gioco per Jon Paul”.

E’ finita (veramente)

Tornando da casa di Simone, oggi pomeriggio, mi è rivenuto in mente il post scritto diverso tempo fa (Tutto in anteprima 3/02/2010), quello in cui mi lanciavo in una serie di predizioni. Scorrendo con la mente i miei pronostici, mi sono reso conto di come finora non abbia sbagliato nulla, non avrò azzeccato niente di clamoroso, ma di certo non ho nemmeno fallito. La prima cosa di cui parlavo in ordine cronologico in quel post, penso sempre più che sia così, non andrà diversamente, anche se l’esito inevitabilmente non sarà a me favorevole. Questa è una mia convinzione e rimane tale, ma sono tutto sommato tranquillo, vivo una serena rassegnazione; in compenso mi rendo conto di come sia sempre più l’amichetto del cuore di tutto il mondo, più non voglio esserlo e più sono incastrato dannatamente in questo ruolo. Il fatto di essere serio e affidabile, mi si ritorce contro puntualmente, e pur provando a scappare dall’etichetta che mi è stata affibbiata non so dove e non so quando, sono ormai destinato a recitare questa parte. Tornando ai miei pronostici, quelli calcistici stanno prendendo una strada sbagliata, molto probabilmente la peggiore. Ieri mattina ho fatto un qualcosa che dimostra la mia resa totale: prima che si realizzasse materialmente il sorpasso della roma, navigavo sul sito della Ryanair per trovare una meta abbordabile e lontanissima in cui passare l’ultima domenica del campionato. Non voglio assistere alla più grande sciagura del mondo, per nessun motivo, per ora le destinazioni più papabili sono Saragozza o Liverpool. Il problema reale è che non ripongo più grande fiducia nella mia squadra, non siamo più in grado di vincere una partita difficile, e soprattutto non infiliamo due successi in campionato consecutivi da fine gennaio. La situazione è piuttosto preoccupante, il calendario non ci agevola, la stanchezza europea potrebbe incidere in maniera letale. Possiamo vincere tutto o perdere tutto, ci sono anche vie di mezzo naturalmente, ma io sono fottutamente spaventato e poco fiducioso. Scudetto o coppa? Scudetto tutta la vita per i prossimi duecento anni, non c’è paragone per quanto mi riguarda. L’ultima questione è legata al famoso e già citato Erasmus, ho vinto la borsa, ma la mia riluttanza verso  Hudding, non mi ha fatto accettare la meta svedese. Il “grande impiccio” con Malta, stava per avvenire, la borsa residua mi è stata assegnata, ma dei problemi con la corrispondenza degli esami e dei crediti, hanno trasformato l’iniziale entusiasmo in una pessima beffa. Il prossimo inverno starò ancora qui, addio Malta ed esperienza estera. In tutto questo, non parlo più (e continuerò a non farlo) con la persona a cui quattro mesi fa ho dedicato la mia tesi, è strano vedere come vadano certe cose, alcune dinamiche talvolta sono assurde, ma forse il bello è proprio questo. Detto ciò, come sottolineato all’inizio, sono tranquillo, forse è una sorta di rassegnazione inconscia, ma va bene così, non mi pesa troppo. Intanto ho comprato dei libri ed inizierò a studiare un po’ in vista degli esami di giugno, parteciperò al bando dell’università per la categoria “racconti brevi” e farò la domanda per la borsa di studio provando a rivincerla. Questa serie di situazioni, sdoganano definitivamente la celebre frase è finita!, io penso che sia così, anzi mi sento quasi sollevato da tutto ciò, ma come afferma Pasternak, “Nella vita perdere è più necessario che acquistare. Il grano non germoglia se non muore”.

 

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