Il foto-racconto di Natale

 

Insomma, Natale è già alle spalle mentre Santo Stefano sta per terminare e quindi si può raccontare più di qualcosa in relazione a queste due giornate. Il tempo è stato molto buono e così la veranda si è mostrata nella sua versione migliore, con un calore che ci ha permesso addirittura di accendere il camino soltanto ieri sera. Abbiamo mangiato bene, giocato un po’ a carte e meno a tombola, alla fine ci siamo difesi da questo Natale inevitabilmente in versione “light”.

Ieri, giornata del Santo Natale, questi sono stati i temi più rilevanti.

 

natale, feste, parentiI cannelloni. Ultimamente avevano scatenato un ampio dibattitto sul quale ho cercato di far pesare la mia opinione che era la seguente: SI ai cannelloni. Alla fine zia ha compiuto un lavoro notevole ed il primo è stato delizioso, io ne ho mangiati soltanto sei, altri due me li sono nascosti, nei prossimi giorni avrò il piacere di rincontrarli.

 

natale,feste,parenti“Serpino”. Quando mio cugino Samuele (il figlio di mio cugino per essere precisi, di anni 6) è alle feste, il rischio che faccia casino causando in seguito litigate a catena è altissimo. Considerando che già diverse festività comandate sono andate a finire male, stavolta l’allerta era massima, un’attenzione pari a quella di un Dinamo Zagabria-Stella Rossa Belgrado qualsiasi. Alla fine, il simpatico bambino che può trasformarsi in un attimo in un incrocio tra un dinosauro ed una anaconda e impazzire facendo saltare tutto, è stato limitato. La PSP che gli ha portato Babbo Natale lo ha isolato a pranzo, quando è tornato la sera l’effetto PlayStation era finito e l’intervento della nonna è stato più che tempestivo, lo ha portato via in tempo prima che iniziasse a sbroccare.

 

natale,feste,parentiGli investimenti a Tombola. Quando l’opera di convincimento di giocare a Tombola è andata a buon segno, Zio Massimo è sceso in campo in grande stile, con un investimento multimilionario. Volete che gioco? Allora vinco. Questo è stato il suo pensiero e così ha preso appena 20 cartelle per la bellezza di 10 euro. Alla fine ha fatto cinquina e tombola, vincendo 18 euro e guadagnandone 8, insomma, chi tanto spende, quasi sempre vince.

 

natale,feste,parentiLa compagnia. (Ho messo questa foto perché è quella in cui sono venuto meglio IO, vabbè anche mia cugina non è venuta male, quindi chi è rimasto fuori non se la prenda): Ieri sera, a casa mia eravamo 17, un buon numero, un clima disteso, e la volontà comunque di ritagliarsi quelle ore di svago e divertimento lasciando per un po’ i problemi sul pianerottolo, fuori dalla porta di casa. Siamo stati bene, abbiamo fatto quasi l’una, mentre oggi pomeriggio ci siamo dati da fare con il biliardino messo a dura prova. Alle 16.30 sono andato a fare una corsetta, non perché mi sentissi in colpa per quello che ho mangiato, ma soltanto perché me l’ha proposta Alfredo.

 

 

Frase di Natale

Samuele: “Non mi fate arrabbià che sennò mi si alza la pressione….”

 

 

 

Foto di Santo Stefano

(Antonio che si è impadronito della salsa verde e la difende con tutto se stesso)

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Era il post numero 700, beh brivido.

“E’ Natale, non soffrire più…”

 

A parte il fatto che il disco di Adele 21 sta per superare (What’s the story)Morning glory? come album più venduto in Gran Bretagna dal 1990 in poi, e la cosa mi ha particolarmente indispettito anche perché “questa” può inventarsi tutto ma quel cd degli Oasis è a mio avviso il più grande mai fatto e soprattutto ha avuto un peso specifico unico nella Cool Britannia di metà anni Novanta, con il rilancio del Britpop.

Vabbé, detto questo, è ovvio che per la prima volta in vita mia arrivo al Natale senza essere attratto dall’atmosfera festosa. Tralasciando i tanto citati due mesi, veniamo pur sempre da un lutto avvenuto a metà novembre, per cui, trovare lo spirito giusto e farsi trascinare dal clima natalizio è impossibile. Non si può festeggiare quando vieni da certi fatti e lo stesso discorso vale per l’imminente Capodanno. Io di far festa non ho per niente voglia, per il primo anno non sento Natale e per me, capo dei tradizionalisti ed amante di questo appuntamento, è davvero strano. Spero che passi rapidamente, non mi interessa nulla, fosse per saremmo già al 7 gennaio. Peccato, ma la vita e ciò che ti accade e ti fa affrontare certi momenti con uno stato ben preciso, mi dispiace per Gesù Bambino e Babbo Natale ma a questo giro non siamo il quadretto familiare più bello da prendere in considerazione. Capiranno.

Comunque sia, scrivo questo post per fare gli auguri ad un po’ di persone e spero che possa essere per voi un memorabile 25 dicembre.

 

Buon Natale,

a Papà che non sta mai bene e a Mamma che sta un po’ meglio.

A Nonna che festeggia insieme a noi solo perché Zia è morta ed è tornata così a Roma.

Alle mie cugine che aspettano le feste per riposarsi e ricevere un bel regalone Hi-Tech.

A mio cugino che è già tornato a Seattle e lavorerà anche a Natale.

Buon Natale a David, che in fondo, non molla mai.

Ad Alfredo che il prossimo Natale lo passerà magari in pantaloni corti al caldo del Brasile.

A Gabriele che invece è tornato a Roma e celebrerà le feste con la sua famiglia.

A Antonio che è già campione d’Italia ed è pronto a salire in cattedra nel vero senso della parola.

A La Bionda che vincerà tutti i concorsi e che non fa mancare mai il suo costante supporto.

A Teoria che è tornata dall’America.

A Paolo e Christian che vivranno il loro ultimo Natale da semplici fidanzati prima di sposare nel 2013 le rispettive consorti.

A Andrea che mi fa sempre ridere.

 

Buon Natale a chi mi chiama ma non mi chiede mai come sto, a chi si preoccupa forse troppo per il sottoscritto, a chi festeggia, a chi crede e a chi non crede, a chi mangia, a chi non fa i regali, a chi va a Messa solo perché è il 24 sera.

 

BUON NATALE.

Il mio Giubileo, il mio quarto di secolo

Un appuntamento come quello della discussione della laurea magistrale toglie inevitabilmente valore e importanza a qualsiasi altra cosa, e così anche il mio compleanno, il mio 6 marzo, è stato un pochino schiacciato dalla potenza della tesi. Nonostante tutto, tengo molto a questa festa e ieri sera ho deciso che avrei fatto qualcosa di diverso e insolito per marchiare questo martedì che mi permette di tagliare il primo quarto di secolo e di celebrare il mio personalissimo Giubileo. Volevo fare qualcosa di strano, o ancor di più di mai vissuto, seguendo questi criteri ho deciso di comune accordo che una soluzione valida era quella di andare sulla Cupola di San Pietro, un posto in cui non sono mai andato in vita mia. Malgrado un tempo incerto e qualche goccia d’acqua, stamattina ci siamo diretti verso il Vaticano per scalare San Pietro e festeggiare così nel luogo del Giubileo per antonomasia quello del sottoscritto. Una fila breve e piuttosto scorrevole ci ha permesso di raggiungere il nostro traguardo ed affacciarci sulla Piazza, su Roma, su un angolo di mondo unico. Il panorama suggestivo è stato sottolineato da un sole pallido che verso mezzogiorno si è imposto per baciarmi e regalarmi una visuale esaltante. Sembra paradossale, ma in tanti anni non mi sono mai recato sul Cuppolone, ho visto la Muraglia Cinese ma non la Cupola più importante del mondo. Tante volte, quando ero piccolo, ho provato a salire in cima, ma la fila quasi sempre mi ha fatto desistere, oggi invece niente è riuscito a far saltare in aria il mio intento. Non amerò alla follia la mia città, non ne parlo benissimo, ma credo che solo Roma possa regalarti un dono del genere: una fotografia con l’Altare della Patria, il Colosseo, il Pantheon, e il Tevere che spiccano sullo sfondo non può essere paragonata a nulla. Dopo la visita alla Cupola abbiamo cambiato Stato, siamo tornati in Italia lasciando Città del Vaticano, un concetto che a me è sempre piaciuto fin da quando ho capito che questo posto faceva stato a se. Abbiamo così fatto un pit-stop da Burger King, prima di rimboccare il sottopassaggio della metro e dirigerci verso casa. Stasera niente feste particolari ma solo una cena con i miei genitori in un ristorante qui vicino, dove mia madre racconta di aver mangiato una delle pizze migliori degli ultimi tempi. Il primo regalo è arrivato, il disco di Noel Gallagher, ma ciò che mi permetterà di ricordare questo mio venticinquesimo compleanno sarà la visita al Cuppolone per la prima volta, insieme a mio papà.  

 

 

compleanno, auguri, 6 marzo

Buon Natale!

Appartengo ancora a quella ristretta cerchia di persone che adorano il Natale e lo aspettano con grande entusiasmo, in particolare da dopo l’Immacolata. Il 25 dicembre per me rimane la giornata più affascinante dell’anno, mi piace il suo alone di tradizione, la sua importanza e tutto ciò che rappresenta. Natale è la festa della famiglia per antonomasia, il giorno in cui ci si ritrova e non esiste impegno che possa tenere lontano nessuno da una tavolata condivisa con gli altri parenti. Fin da piccolo ho sempre vissuto con trasporto i giorni prima della festa e l’attesa spasmodica dei pacchetti già incartati in buste scintillanti sotto l’albero. Penso a Natale e mi vengono in mente i ricordi di quando avevo 5-6 anni, di quando la mattina del 25 era il teatro di un sogno che si avverava, il regalo desiderato, il giocattolo agognato ed inseguito che finalmente potevo avere fra le mie mani dopo averlo visto decine di volte nelle pubblicità alla tv. Ricordo le vigilie fatte a casa di Milly, quella del 98 a casa mia quando mi regalarono la maglia dell’Inter, la prima firmata dalla Nike che non mi levai fino a metà gennaio. Mi tornano in mente regali come la pista per le macchinine di Batman ambientata a Gotham City, il pupazzo del Gabibbo, la batteria per suonare, il primo cd degli Oasis, il giaccone dell’Aereonautica, le bustine marroni con i soldi delle nonne. Sono uno di quelli che apre i doni la mattina del 25, la sera delle vigilia mi concedo solitamente un pacchetto così per rallentare la frenesia. Il giorno di Natale ho sempre scartato i regali con mia madre e mia nonna, mio padre ultimamente se la prende comoda e si alza più tardi. Dopo tanti anni però, per la prima volta, stavolta aprirò i regali solo con mia madre, nonna non c’è, è a Genova da mia zia e questa assenza, seppur giustificata, peserà moltissimo, mi sembrerà tutto diverso e certamente un po’ meno bello. Il mio Natale preferito deve svolgersi a casa mia, sulla veranda, con una bella giornata di sole ed il camino accesso che alza ulteriormente la temperatura, sono un tradizionalista e il pranzo del 25 da un’altra parte non mi renderebbe contento così come lo sono quando vedo arrivare tutti i parenti verso le 12.30 da me. Adoro certe cose del 25: il clima, il profumo della veranda verso sera, la tombola e le partite a carte, ma soprattutto quella magia che in altri momenti dell’anno è impossibile replicare. Mi piace ricordare questi momenti e sono felice di essere ad un passo dal riprovarli, mi piacerebbe veramente che un giorno mio figlio provasse le stesse emozioni di quando ero piccolissimo e non vedevo l’ora che arrivasse la mattina per scendere dal letto, infilarmi la vestaglia azzurra e correre sotto l’albero con il cuore in gola.

 

Auguri a tutti: agli amici e ai parenti, agli internauti e ai lettori del blog.

Ci rivediamo il 27, Buon Natale di cuore.

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