Razzismo

 

Dopo aver assistito a Calderoli che quando pensa al Ministro Kyenge immagina un orango, ai lanci di banane, a Constant che all’improvviso lancia il pallone verso le tribune dello stadio Giglio in seguito agli ululati, voglio inerpicarmi nello spinoso discorso razzismo, consapevole che urterò qualcuno.

Desidero partire da una mia personalissima opinione: l’Italia è un paese razzista. Siamo una nazione ancora molto arretrata e che guarda al di là dei propri confini sempre con un certo stato di ansia e preoccupazione. La stragrande maggioranza a mio avviso è razzista, il punto è che pochi lo confessano e in tanti lo nascondono scatenando un’ondata di ipocrisia terribile.

A tal proposito, molte volte mi è capitato di porre la famosa questione di scelta tra un bianco ed un nero a qualcuno, creando il seguente bivio: stai male, devi andare dal medico, ci sono due dottori, uno italiano ed uno nero, chiedono gli stessi soldi, sono bravi uguali e distano gli stessi kilometri da casa, da chi vai?

L’italiano dice il 90% delle volte che andrebbe dal bianco, dal suo connazionale. Chi dice il contrario mi lascia sempre quel dubbio che stia rispondendo con una sincerità latente.

Questo stupidissimo giochetto smaschera la nostra cultura, la nostra mentalità. Siamo indietro, il “diverso” crea dubbi, mette a disagio, non ci rassicura, la vera integrazione è ancora molto lontana per noi poveri italioti.

Siamo circondati da razzismo, il mondo è fatto di razzismo e ancor di più di intolleranza. In ogni paese ci sarà gente che odierà altri popoli, città e nazioni. Noi oltre tutto siamo la terra del campanilismo, dei comuni, un dettaglio che non va mai dimenticato. Conoscere la storia di uno stato serve proprio a questo, ti permette di capire perché quella determinata popolazione è così, tutti siamo figli di qualcosa, di storie ed eventi.

Mi pare chiaro che Calderoli abbia detto l’ennesima stupidaggine, è palese che siamo di fronte a qualcosa di intollerabile, ancor di più se consideriamo che la bocca da cui è uscito tutto ciò è quella del Vice Presidente del Senato.

Forse dovremo essere razzisti con loro, con questa classe politica che continua a coprirci di ridicolo in giro per il mondo. Populismo a parte, io però rimango di una mia modesta idea, io non concordo sulla Kyenge come ministro per altri motivi. Per me, becero idiota, una persona che non è nata in Italia, che è arrivata qui a 20 anni (tra l’altro illegalmente), che ha un padre il quale ha sposato 4 mogli e avuto 39 figli, non mi pare un personaggio che abbia molto da condividere con la nostra cultura. Dico questo e aggiungo che anche Josefa Idem, grande campionessa e meravigliosa atleta, era un’altra persona inadeguata alla posizione di ministro per competenze, provenienza, cultura e storia personale.

Rimango dell’idea che i ministri debbano essere italiani, sarà un principio obsoleto ma lo ritengo necessario, mettere persone a caso tanto per dare al Paese un tocco multietnico non lo condivido, anzi mi pare un classico esempio di ipocrisia, qualcosa di rivedibile così come quei giocatori che sentono gli ululati e i buu razzisti solo nelle amichevoli, quando il risultato non conta e magari fa anche caldo…

 

 

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(No, per niente. A Dublino me lo hanno anche detto, ma prima di essere eventualmente mafioso sono certamente italiano, e non mi pare poco, anzi. Devo riattaccare il mio sermone sulla fortuna e la bellezza di essere italiani e di quanto siamo invidiati da tutti? No dai, stavolta vi voglio graziare).