Il Super Ospite

 

DSC00571.JPGNon capita tutti i giorni di avere Sir. Alex Ferguson come ospite all’università, è per questo che Tor Vergata si è svegliata con un pizzico di emozione in più stamattina. È stato un grande evento con uno straordinario personaggio, il pubblico ha risposto presente riempiendo l’auditorium fino all’inverosimile ed il giudizio finale è certamente positivo. È stata una giornata intensa, coinvolgente e stancante ma ne è valsa veramente la pena, arrivare quattro ore prima di Ferguson è stato il dazio da pagare per chi come il sottoscritto era impegnato attivamente nell’organizzazione dell’evento, ma sono sacrifici che si fanno ben volentieri quando capitano occasioni del genere. Più di cinquecento persone nell’auditorium: stampa, fotografi, studenti e semplici curiosi tutti lì per un totem del calcio mondiale, per l’allenatore più vincente della storia del pallone. Il tecnico scozzese è giunto alle 12.30 con grande puntualità e ho avuto l’onore e la fortuna di potergli aprire la porta laterale dell’auditorium prima di fare lo stesso con Damiano Tommasi e Gianni Rivera. In modo del tutto inatteso mi sono trasformato anche in usciere ma è stato uno dei momenti più simpatici della mattinata. Ho avuto modo di parlare anche con Picchio De Sisti ma soprattutto con le due traduttrici molto disponibili alle quali ho rivelato la mia domanda facendo delle prove generali e ottenendo il loro lasciapassare. Non sono mancati però dei momenti spiacevoli o comunque delle situazioni che hanno creato un po’ di caos, macchiando a mio modo di vedere una grande mattinata. Non ho tollerato l’arroganza dei fotografi, professionisti che passerebbero sopra chiunque per il loro mestiere anche se a volte esagerano ed oggi ne è stato un esempio lampante. Non mi è piaciuta la poco organizzazione per evitare che ragazzi e bambini prendessero posizioni non adatte, sotto al palco o ai lati di quest’ultimo, per questa ragione erano necessari oltre alle hostess almeno 7-8 steward per badare ad una folla in certi momenti arrembante e un po’ maleducata. Riguardo a questo ultimo aspetto credo che sia poco da fare, cori per Tommasi, urla, esultanze ai gol trasmessi dal video proiettore, buuu nei confronti del Preside di facoltà quando è stato presentato. Il comportamento del pubblico è stato spesso fuori luogo, soprattutto quando tutti si sono ammassati sul palco o nelle vicinanze. Ad un certo punto la folla si era spostata completamente in avanti abbandonando la platea e lasciando anche un brutto colpo d’occhio. Tralasciando questi spiacevoli aspetti mi sento di criticare un’altra cosa: l’inglese e la pessima pronuncia di chi ha presieduto l’incontro tra cui il Rettore. Credo che a certi livelli, in certe sedi, di fronte a personaggi di questo calibro certe figure non siano ammissibili, soprattutto in una facoltà di Lettere, dove si studiano anche lingue straniere, in particolare l’inglese. L’evento è durato il giusto tempo, un’ora circa, sessanta minuti che hanno permesso a 4 studenti di porre la propria domanda in inglese a Ferguson. Ho avuto l’onore di aprire il Questions Time, con un po’ di emozione ho chiesto al tecnico scozzese un qualcosa che mi servirà per la tesi anche se una parte della domanda l’ha in qualche modo sviata. Poter citare direttamente Ferguson nel mio lavoro, nelle mie conclusioni, rimane un bel colpaccio. Resta un pizzico di rammarico per non aver strappato una foto ma la situazione alla fine era veramente fuori controllo e quindi la macchinetta è rimasta spenta. È stata una mattinata che difficilmente scorderò, un evento che di certo non potrà essere superato per importanza e grandezza, un momento che ho avuto la fortuna di poter vivere in prima persona, a cinque metri da Sir. Alex, in piedi sul palco.

 

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(Vedere nei titoli di Sky Sport 24 la risposta di Ferguson alla mia domanda direi che è un brivido di un certo peso, no?).

 

L’epilogo

È il 2 settembre 2011, è il quarto piano dell’edifico B, è Ciofi vs Storia della Gran Bretagna: è l’epilogo.

Ho tagliato il traguardo così, passeggiando, guardandomi intorno sereno e soddisfatto provando a vivere fino in fondo l’attimo in cui sono uscito dallo studio del professore con il libretto in mano per l’ultima volta, dopo l’ultimo esame. E’ stata una giornata intensa ma senza dubbio speciale come ho scritto nel post precedente, soprattutto per il suo valore simbolico, è andato tutto bene ma di fondo lo sapevo, ero consapevole di come sarebbe andato l’esame perché c’erano tutti quei fattori che lo avrebbero reso quasi una formalità, alla fine il pronostico è stato centrato in pieno. Una lode colora definitivamente l’ultima casella del libretto, lo chiude e attende solo di avere un seguito con il voto finale di laurea tra qualche mese ma per adesso posso accontentarmi. Ho pensato molto ad Alfredo in questi giorni forse per un suo vecchio post, e credo per quella frase di Giuliano Palma che in qualche modo ci lega: “è il destino di chi va più forte, al traguardo niente braccia aperte”. Questo ritornello mi ha fatto compagnia e soprattutto ho voluto rispettarlo, stavolta niente celebrazioni, niente feste come fu invece per l’ultimo esame della triennale quando mancava veramente solo Davide Mengacci che assaggiava le fettuccine per rendere la situazione una vera sagra di paese. I toni sono stati più bassi ma non tanto per volontà mia ma perché sarà giusto festeggiare quando sarà il momento adatto, quando si chiuderà del tutto questo cammino. Oggi è stato comunque bello vedere diverse persone lì, scambiare due battute e ricevere le congratulazioni sentite e oneste da parte degli altri perché sono cose che fanno sempre piacere. Sarà un week-end forse di riposo dopo 25 giorni in cui ho fatto parecchio, lunedì avrò modo di incontrare Sir. Alex Ferguson che viene da noi in facoltà come ospite e poi potrò veramente concentrarmi su Pechino. A differenza della maggior parte delle persone posso dire infatti che il dovere è quasi finito ed il piacere è sempre più vicino. Sostenuto l’esame, ora, mi attende l’avventura in Oriente.

 

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