Parole, parole, parole

Un altro passo in avanti per la vittoria finale del campionato. Espugnato l’Olimpico, si torna in vetta con due punti di vantaggio sulla roma, dopo una gara che sta facendo discutere per lo scarso impegno laziale e per il comportamento del pubblico di casa. Di tutte queste cose, non me ne frega assolutamente nulla. Sono andato allo stadio malgrado l’influenza, e sono contento per la vittoria, perchè temevo in qualche modo questa trasferta, per i fantasmi del 5 maggio e per la stanchezza post-Barcellona. Le polemiche e le accuse della stampa e degli osservatori neutrali, mi scivolano completamente addosso, non mi curo di tutte ste chiacchiere, perché alla maggior parte della gente, sfugge un concetto basilare: il derby e la rivalità vissuta a Roma. Quando per nove mesi vieni preso in giro, sai che i romanisti ti augurano la serie B, perdi due derby con annesse scenate nel dopo partita, e ti ritrovi in mano la carta per colpire i tuoi avversari e vendicarti, te la giochi senza troppi problemi. Credo che sia opportuno fare una distinzione fra i pensieri dei tifosi laziali e i giocatori in campo, che avranno giocato con scarsa voglia, ma non tanto per il condizionamento esterno, quanto perché da ieri pomeriggio, erano virtualmente salvi, e quindi con molte meno motivazioni. Se la roma è furibonda, non mi creo un problema, se la Sensi attacca tutti, sorrido e basta. I tifosi della Lazio hanno fatto la stessa cosa che i loro concittadini avrebbero inscenato a ruoli invertiti, quindi, il finto moralismo sportivo dei tifosi giallorossi, è francamente ridicolo. Dopo i pollici di Totti al derby, una giustificazione a questo gesto, è stata che “in un’atmosfera del genere, queste cose sono concesse, che a Roma il derby dura un anno”. Partendo quindi da questo presupposto, i tifosi laziali ieri, non hanno fatto altro che giocare un loro personale derby. Vogliamo dimenticare Amendola con la maglia del milan nel 99? Le prese in giro dopo la finale di Parigi del 98? Le sciarpette del Maiorca in finale di Coppa Coppe? Io che abito in questa città, certe cose le ricordo perfettamente. Sportività? Non è un lemma che compare nel dizionario romanista, quindi è buffo vedere che questo concetto venga richiamato o auspicato da chi non ne conosce ne il significato e nemmeno l’etimologia. Non appelliamoci alla sportività quando nessuno ne fa uso, non critichiamo gli altri quando avremmo fatto lo stesso noi (me compreso), evitiamo finti moralismi o parole vuote e non coerenti. Se 8 anni fa, e mi riferisco al 5 maggio, in una situazione simile, la roma ottenne dei vantaggi, grazie alla vittoria della Lazio contro l’Inter, stavolta è andata semplicemente in un modo diverso, e come si dice qui, “a chi tocca nun se n’grugna”. In settimana ho trovato esageratamente fuori luogo il sit-in di protesta dei romanisti in via Allegri, immotivato e senza senso, da parte di coloro i quali, proprio dieci anni fa, schernivano la contestazione fatta dai laziali, dopo la penultima giornata di campionato e lo scandalo del gol annullato a Cannavaro. Parlate, giudicate, criticate, a me non importa nulla, devo pensare alle quattro finali che mi restano, per scrivere la storia.

 

oh no.jpg