Il nostalgico

 

“I’ll trade all my tomorrows for a single yesterday…”

 

Cambierei tutti i miei domani per un singolo ieri. È questa la traduzione dell’incipit, una frase di Janis Joplin riportata all’inizio de Il tempo che vorrei, il penultimo romanzo di Fabio Volo uscito un paio di anni fa. Questo pensiero è inevitabilmente un inno alla nostalgia, al passato, a ciò che è stato vissuto, a qualcosa che non può tornare anche se vorremmo tanto. In questi ultimi anni centinaia di volte abbiamo parlato del passato, dell’anno prima, del semestre precedente o dell’estate appena trascorsa, sempre con quel pizzico di nostalgia o con un velo di tristezza. Un po’ per gioco, un pochino per recitare una certa parte, un po’ per davvero, io e David in particolare ci siamo fissati su questo concetto: abbiamo vissuto grandi momenti, bei tempi, altri tempi, altro fomento, altro tutto in sintesi. È vero, è stato così, a qualcuno ha fatto sicuramente piacere o comodo capire tutt’altro ma ricordare qualcosa, a volte anche esageratamente, non è un crimine ma soltanto un sottolineare quante cose belle siano state vissute. Ricordare non è reato, vivere nel passato sì. Non sono rimasto indietro e non sono nemmeno incatenato al 2008 o all’anno successivo, vivo serenamente la mia vita quotidiana ma non dimentico nulla e non soltanto perché ho un’ottima memoria. Per me, ricordare certi momenti, alcune vicende, è rendere omaggio a ciò che il destino mi ha voluto regalare. Tuttora assaporo una quotidianità fantastica, avvolgente e molto intensa, non avrei potuto chiedere di meglio e ne sono pienamente consapevole, ma detto ciò mi piace ripensare a certi momenti e dire “Bei tempi”. Nonostante il mio presente (molto bello e lo risottolineo) tornerei indietro e non perché sono un nostalgico bensì perché ho vissuto talmente tante cose belle che vorrei riviverle tutte, ancora. Non si può essere nostalgici fino in fondo se si vive bene l’attuale, ciò che ogni minuto ci dà. Io voglio continuare ad essere così, un nostalgico per gratitudine, perché dentro ad una macchina del tempo mi ci infilerei subito, voglio continuare ad essere un allegro con la vocazione del malinconico. Desidero continuare a ripetere “Altri tempi” e “Bei tempi” mentre sto vivendo altre emozioni, nuove sensazioni, perché domani le ricorderò con altrettanto piacere. È mio diritto essere “un nostalgico a parte” ed è mio dovere difendere questa particolarità.