Almeno non ora

A forza di sentire il Papa parlare nelle udienze generali sulla famiglia e sul matrimonio, o meglio, sui legami sentimentali, mi sono piovute addosso forse non casualmente una serie di notizie di persone che conosco coinvolte in matrimoni, convivenze e questioni simili.

A livello d’età, malgrado chiacchiere, tendenze negative, problemi, disoccupazione e robe del genere, ci saremmo pure, il punto è che mancano quasi sempre i soldi e talvolta la voglia di impegnarsi, ma poi, in fondo, non è proprio così, non come ci vogliono far credere.

È un discorso che ho già fatto, ma lo ripropongo e lo aggiorno, per una serie di ragioni. Settimane fa David mi ha parlato di un suo amico che si sposerà nel settembre 2016, il giorno dopo un mio carissimo amico di infanzia mi ha comunicato che entro la fine dell’anno andrà a convivere, oggi, in maniera casuale, per non dire folle, ho scoperto che la ragazza a cui ho dato il mio primo bacio, nel giugno del 1999, si è sposata la scorsa settimana.

Catto che ti devo dire? Niente, ci siamo confrontati spesso su questi ragionamenti però mi fa comunque un effetto strano. Sempre. Se mi devo sbilanciare, dico che in realtà siamo in testa al gruppo. Credimi. Anche perché, senza cattiverie e livore, qualcuno di questi, fra 3-4 anni starà raccogliendo i cocci da qualche parte e lì, senza alcun ghigno, ovviamente, ripenseremo a oggi e ci diremo che eravamo stati lungimiranti.

A me, lo sapete, sembra una cosa lontana tanto quanto andavo a liceo, un discorso che apparteneva ad una dimensione superiore, ai grandi. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, la vedo allo stesso modo, malgrado gli sposati abbiano carte d’identità più recenti del sottoscritto. Il punto è che poi, in ogni caso, le persone in questione sono ben radicate al loro suolo natio, spesso già discretamente immanicate e quindi agevolate. Sono proprio queste cose però, questi aspetti, che mi generano un senso di claustrofobia unico. Sì, semplicemente perché faccio una vita troppo diversa.

Negli ultimi tre anni sono stato fuori spesso, partito, tornato, ripartito, succederà a breve e poi ripartirò, una vita che implica anche un lato sentimentale e affettivo meno comune. Se poi si è un po’ sensibili e non superficialotti la storia si complica inevitabilmente.

Io ho ancora troppe cose da fare, mi dispiace per voi. Voglio vincere ancora un paio di scudetti in giro, poi magari mi fermerò. Ho 28 anni e sto in un momento che reputo cruciale. Impegni, viaggi, progetti da poter terminare, obiettivi da voler raggiungere, ora, ragazzi miei, mettermi un cappio al collo matrimoniale sarebbe impossibile e lo sarà anche a medio termine, soprattutto perché sono un senza dimora, un cane sciolto come sempre, un senza-dio nel senso non dottrinale ma pratico.

Vi faccio veramente i miei migliori auguri, anche a te Francé, però onestamente non vi invidio e nemmeno vi capisco, siamo diversi, è evidente, ma non mi arrogo il diritto di rivendicare la giustezza inappuntabile della mia vita e delle mie scelte, però, di certo, non vorrei essere voi.

Almeno non ora.

Frase della settimana

Se qualcuno ti resta accanto nei momenti peggiori, merita di essere con te nei momenti migliori.