Aveva ragione Francesca

 

Non so se qualcuno in questi giorni sia rimasto un pochino “spiazzato” dal fatto che non scrivessi più. Alcuni avranno giustificato il tutto pensando agli inevitabili impegni che si hanno appena tornati dopo tre mesi di assenza e alla conseguente mancanza di tempo nell’aggiornare il blog.

La realtà però è ben diversa, non c’è nessun motivo particolare se non il fatto di aver preso già una decisione da alcune settimane, da prima che tornassi.

Ho deciso di prendere le distanze, di non scrivere più. Almeno, per un periodo sarà così, lungo o breve non lo so, sinceramente non mi importa. Ci sono diversi motivi dietro a questa scelta, ultimamente ho scritto tanto, uno sforzo fatto per fissare da qualche parte tutti i miei pensieri sull’avventura irlandese. Prima di rientrare avevo già deciso che per un po’ avremmo rifiatato, io e il blog.

A questo si aggiunge un altro aspetto notevole, quello di non avere più molto da dire, un fattore che facilità questa decisione.

Negli ultimi tempi il blog è diventato oltretutto ciò che non avrei mai voluto, da spazio di svago e racconto si è tramutato in altro.

Come detto, non ho più molte cose interessanti da raccontare, questo blog sarà sempre uno scrigno pieno di ricordi, di momenti indimenticabili, di una lunga favola iniziata nell’autunno del 2007.

Dicevo che non ho cose interessanti da dire, forse perché in fondo non sono molto interessante io. Mi è venuta in mente questa frase giorni fa, una considerazione che feci a David tornando da Verona nel 2009: “Vedi Dà, io credo che Francesca mi consideri di fondo uno stupido, o di certo una persona tutt’altro che interessante, il punto è che io non so mai come smentirla…”.

Magari lei aveva visto giusto, meglio degli altri, prima di tutti.

Già nell’agosto del 2009 mi presi una breve pausa, una scelta dietro alle quale c’erano altri motivi: un profondo periodo di scoramento, ma dopo due settimane ricominciai a scrivere, a raccontare la risalita e la rincorsa affannosa verso la laurea triennale di dicembre, verso il prologo dell’Annus Mirabilis.

Non ho più voglia di scrivere, non ho nulla da dire e tanto meno voglia di condividere qualcosa con quel tot di visitatori quotidiani. Mi piace poter offrire qualcosa di interessante, qualcosa che sia ogni tanto spunto di riflessione o motivo di un sorriso strappato, altrimenti non ha senso.

Oggi è cosi, domani pure, dopodomani chissà.

 

(31 maggio)

 

Low lie the fields of Athenry

Where once we watched the small free birds fly

Our love was on the wing

We had dreams and songs to sing

It’s so lonely round the fields of Athenry.

 

 

 

blog, irlanda, dublino, rientro

(Io ad Anfield Road che lascio la mia tesi sotto l’Hillsborough Memorial)

 

Ad Imperitura Memoria