Il Discorso

Riporto il discorso con il quale ho ringraziato i miei amici mercoledì, al termine della discussione di laurea.

 

Se fossi il protagonista di un film, a questo punto, dovrei dire che in realtà è stato molto più complicato scrivere questo discorso che tutta la tesi, ma non è assolutamente così. Non è così per un motivo semplice, ripensando a voi e a questi 5 anni, mi sono tornate in mente talmente tante immagini che l’unica difficoltà alla fine è stata quella di selezionarne alcune da affiancare ad ogni volto. Ho vissuto questi anni qui al massimo, con totale intensità, apprezzando tutto senza filtri. Ripensare a questo lungo percorso è meraviglioso proprio perché trovo spunti e momenti, sorrisi e abbracci, brividi e delusioni. Celebrare oggi questo traguardo insieme a voi è veramente la soddisfazione più grande, non esiste regalo più autentico che stare in vostra compagnia. Credo che se qualcuno mi chiedesse di fare un ritratto di ciò che sono, potrei far parlare uno di voi, a caso. Sono convinto che tutti voi mi abbiate conosciuto profondamente e possiate raccontarmi nel modo più preciso e reale. Penso che mi conosciate molto più di quanto credano magari altri miei amici esterni all’università. È stato un enorme piacere condividere questi 5 anni e mezzo insieme a voi e lo dico senza retorica, non ne ho assolutamente bisogno, soprattutto oggi. Nei ringraziamenti ho citato qualcuno ma ho anche detto espressamente che un grazie va rivolto a tutti voi perché a modo vostro avete contribuito ad impreziosire questo quinquennio. Mi ricorderò tante cose e non solo perché ho una buona memoria, mi porterò dietro dei flash unici, impossibili da cancellare. Continuerò ad avere nella mia mente Saretta che mi rimprovera per essermi appoggiato delicatamente a quella specie di scultura davanti il laboratorio di giornalismo, Betta che ci invita alla sua festa di laurea obbligandoci a portare la veste da moschettieri, Martina sempre esageratamente entusiasta dei miei Rayban comprati al mercato della Seta di Pechino. Ricorderò la convinzione di Sara nell’affermare che assomiglio a Fabrizio Frizzi, Federica che mi chiamò per primo Matthew, Eleonora e la nostra foto anacronistica alla festa di Saretta e l’amore-odio vissuto con Francesca. Questo è stato uno dei rapporti cardine dei 5 anni, un legame basato sulla diversità, sul fatto di non essere d’accordo nemmeno sul fatto non andavamo d’accordo ma la cosa più importante credo che rimanga l’affetto ed io le voglio bene. Continueranno a rimanere impresse dentro di me la capacità disumana della Bionda di sapere tutto e la conoscenza di Teoria, una da poster attaccato sul muro della cameretta. Mi rimarrà l’immagine di Antonio a Venezia che prova a saltare una catena per strada al buio e rischia di ammazzarsi sul marciapiede o i tanti brividi vissuti con David in giro per l’Italia e per l’Europa. La prostituta che sulla Gran Via a Madrid si attaccò sulla sua spalle per almeno 20 metri con la voglia di convincerlo e lui che iniziò a gridare gradualmente Taac taac taac resterà in eterno una delle più grandi risate. Non potranno essere scalfiti i ricordi vissuti con Alfredo nell’irripetibile 2010, l’anno dell’Inter e di conseguenza l’anno di noi interisti. Un momento unico rimarrà il pullmino che dal gate di Fiumicino ci portò sotto l’aereo, un pullmino pieno di interisti assonnati che in un mercoledì di fine febbraio si muovevano per iniziare a sognare un trionfo atteso da una vita. Il momento memorabile resta la canzone in sottofondo nel brevissimo tragitto “Ancora” di Eduardo de Crescenzo, dopo un attimo di silenzio mi ricordo la risata inevitabile che scoppiò. Ho elencato qualche emozione, ma potrai andare avanti chissà quanto a testimonianza di come questi anni siano stati caratterizzati da momenti esaltanti e da esperienze uniche. La mia speranza è quella di essere ricordato come uno sempre pronto alla battuta e a sdrammatizzare, disponibile ad aiutare qualcuno anche con una semplice frase. Mi auguro che queste rimangano le cose unite al mio nome. Per il resto, spero di continuare ad essere considerato uno di voi, come dal primo giorno, una sensazione che di gran lunga mi renderà orgoglioso di avervi conosciuto.

Grazie per i brividi, grazie di tutto.

 

 

 

Matteo

 

 

LA GRANDE VIGILIA

Spiegare certe vigilie è veramente complicato e questa certamente rientra nella categoria “Impossibili”. Mancano poche ore e poi le porte dell’Aula Moscati si apriranno per me, per la mia tesi e per vivere insieme a tutti questo traguardo magico. Respiro un’attesa molto diversa rispetto a quella della triennale, meno umorale, con una serenità ovviamente maggiore ed un’emozione che cresce piano piano ma in modo inesorabile. Non penso che sarà la mia ultima giornata da studente e nemmeno che sono il primo della Cerchia a chiudere questo percorso, penso a domani, mi godo queste sensazioni e fantastico su come andrà quest’altra sfida. Sono contento di tutto, del modo in cui sono arrivato a questo appuntamento e di come siano scivolati questi mesi di tesi. Manca veramente l’ultimo passo, dal 2 ottobre 2006 ho adorato ogni giorno vissuto dentro quella facoltà e domani sarà lo stesso, con il cuore che batterà più forte e tanta gente lì, con me e per me. Mi piace pensare che 96 persone domani si affacceranno da lassù per sentire cosa dirà di loro un ragazzo italiano durante una discussione di laurea magistrale. Per me è un grande onore, quasi una responsabilità. Nei tanti pensieri che hanno affollato la mia mente in questi giorni, ce ne sono stati tanti che mi hanno riportato a quando ero piccolo, alla mia infanzia. Non so come spiegarlo ma ripensando a certi momenti mi sono emozionato, è come se fossi contento per quel Matteo lì, mi piacerebbe dire a quel bambino una cosa sola: “Guarda un po’ dove sei arrivato?! Che bello eh?”. Ho ricevuto intanto l’incoraggiamento da Gabriele e devo ammettere che mi sono leggermente commosso per un paio di frasi, domani inevitabilmente sarà con me, perché Domani è il giorno.

 

L’attesa è finita, il momento è arrivato. Mercoledì 29 febbraio 2012: ECCOMI QUA!

 

 

The Road to 29. 2. 2012: la tesi

Fra 7 giorni, a quest’ora, avrò già vissuto grandi emozioni e mi appresterò a gustarmi la festa da “neo bis dottore”. Il count-down corre sempre più rapido, una settimana e poi toccherà a me. Oggi sono andato a ritirare le tesi, prendere in mano materialmente il proprio lavoro è sempre bello, lo avevo detto una decina di giorni fa riferendomi alla tesi completa su un unico file, posso riconfermarlo oggi senza dubbio. Ho consegnato il cd-rom in segreteria con la laurea memorizzata sopra, adempiendo al mio ultimo passo burocratico e nel pomeriggio ho portato una copia della tesi al mio relatore che ha sottolineato espressamente anche la sua personalissima soddisfazione. In realtà però, il “bravo” di David mi ha fatto più piacere di ogni cosa, so che lo dice con il cuore e nei ringraziamenti finali, quando lo nomino, dico esattamente ciò che penso, per questo ricevere i complimenti da parte sua è doppiamente gratificante. Tornando alla tesi, mi piace la copertina rosso Buckram, un materiale tipo tela, e credo che le scritte in oro si abbinino ottimamente. Come direbbe qualche romanista coatto, l’ho fatta color “sangue e oro”, è vero.

Eccola qua.

tesi, laurea magistrale, università

Situazioni

Ieri sera ragionavo su un fatto, riflettevo che stavolta come alla triennale ci sono delle cose, delle situazioni che inevitabilmente mi smorzano l’entusiasmo in prossimità della laurea. Se ripenso al 2009 mi sembrano veramente futili i motivi che per alcuni giorni mi crearono una patina di tristezza, li considero sciocchi perché attualmente ci sono fattori molto più consistenti che stanno intralciando la mia marcia verso il 29. La malattia di mia zia, la presenza non ancora del tutto certa di mia nonna alla discussione, la multa pagata di maggio che improvvisamente si è centuplicata arrivando a quota 410 euro e andrà estinta, il pessimo mese dell’Inter, quel senso di tristezza inevitabile quando un grande ciclo come quello dell’università si avvicina alla conclusione e qualche mini interrogativo sul futuro: questi sono i motivi che stanno incidendo sul mio morale. Se li paragono al 2009 credo proprio che non ci sia storia, già le prime due situazioni sono talmente importanti che bastano per alterare il mio stato d’animo. Vivo come tre anni fa una sorta di fomento altalenante, momenti di carica e attimi di tristezza, un mix strano da dosare e non facile da gestire. Nel frattempo i preparativi proseguono, il tempo continua a correre e ci sono giornate in cui le ore passano con una rapidità impressionante, questo week-end ad esempio è volato. Il vestito è pronto, la tesi è finita e l’ho portata oggi a stampare, il locale per la festa è stato prenotato: l’organizzazione credo proprio che sia a buon punto considerando i 10 giorni che mi dividono da mercoledì 29. Nell’evento pubblicato su Facebook, con il quale ho invitato diverse persone, ho avuto un buon successo, non saremo pochi e questo è certamente l’aspetto più bello. Tornando al discorso d’apertura penso che di fondo, i grandi avvenimenti, abbiano sempre un seguito di situazioni rilevanti, generano e sollevano grandi questioni. Vigilie serene prima di eventi decisivi non ne ricordo, ma so perfettamente che quando la clessidra inizierà a calare gli ultimi granelli tutto sparirà, il fomento crescerà notevolmente e l’importanza del traguardo, almeno per un po’, sminuirà ogni cosa.