Il giorno dopo del testimone

Anni fa, alla vigilia della seconda laurea, mi ricordo che dissi una frase che più o meno suonava così: “Non mi vorrei mai sposare per non vivere il senso di vuoto del giorno dopo”.

Era una frase che prendeva spunto dalla sensazione strana che si percepisce dopo aver discusso una laurea, ancora di più quella magistrale che non solo chiude un percorso ma archivia proprio un pezzo di vita.

Ovviamente il riferimento era alle tante cose da preparare e finalizzare in attesa dell’evento, così come l’aver avuto per mesi, se non anni, quel pensiero in testa che a un punto, dopo una giornata, sparisce e lascia sensazioni alquanto uncomfortable.

Mi è tornata in mente quella frase ieri, mentre tornavo a casa dopo l’ultima delle celebrazioni e feste per il matrimonio di Antonio e La Bionda ed ovviamente ho avvertito quel senso di “E ora che si fa da domani?” Cioè, a che cosa si pensa dopo che per mesi, soprattutto gli ultimi, ogni cosa era indirizzata a questo evento?

Non lo so, o meglio, lo so bene perché ci sono migliaia di cose che devo fare fortunatamente, ma di certo non vorrei essere gli sposi che invece saranno anche felici di aver messo un punto a tutta questa avventura di preparazione. O magari no, perché forse anche loro, stamattina, o nelle prossime ore, potrebbero avvertire quella percezione di avere un vuoto visto che il grande pensiero ormai non c’è più. Sono curioso di questo e presto glielo chiederò.

Visto che mi immalinconisco per ogni fine, ieri, nell’ultima celebrazione di questo sposalizio, riflettevo sul fatto che dopo due anni esatti tutto si stava chiudendo, in un posto, oltretutto, che 7 anni fa ci aveva già visti in qualche modo protagonisti proprio per la laurea triennale della Bionda. Una serata che per me ebbe un valore ancora più grande a livello personale.

Era settembre del 2015 quando Antonio e La Bionda vennero a trovarmi a casa qualche giorno dopo essermi operato, ed in quella occasione mi dissero che io sarei stato il testimone, dando così il via a questa maratona che solo ieri ha visto la sua fine.

Due anni a pensare a questo momento e ora è alle spalle e fortunatamente è un ricordo bello. Ma bello per davvero. Aver avuto il privilegio di essere testimone, ancor più della sposa, mi ha fatto vivere questo matrimonio con una panoramica speciale, da vero insider e non a caso sono stato l’unico a partecipare al doppio addio (celibato e nubilato), al matrimonio e al rinfresco finale di ieri sera.

Tutto questo con l’esclusiva di accompagnare gli sposi nel luogo della cerimonia e dopo al ristorante, sempre insieme, su un mezzo fantastico con affianco a me l’altro grande testimone, l’irraggiungibile Signor Catto.

Un matrimonio di questo tipo non lo rivivrò più per una serie di condizioni oggettive, anche solo se penso al rapporto e alla conoscenza che ho con entrambi gli sposi e quindi, oggi, al piacere del ricordo si va anche a sommare la sensazione di aver vissuto qualcosa che non sarà più ripetibile. Un unicum.

È stata una festa sobria, con due sposi belli e vestiti a mio avviso in maniera inappuntabile, molto meglio di tanti personaggi pacchiani che si vedono in giro oggi. Bella la location del grande sì, curato e accogliente il posto del rinfresco, di qualità il cibo e originale il giro sul pullmino, difficile trovare qualcosa su cui recriminare in questo matrimonio, forse il Mojito poco “zuccherino”.

Va in archivio un momento dall’alto valore simbolico, una festa che mi ha coinvolto e divertito, e se questa è stata in qualche modo la puntata finale di quella famosa e fantasiosa serie universitaria, direi che un finale migliore e più degno non poteva proprio esserci.

4 agosto 2017

Ora che abbiamo anche la data siamo tutti più sereni, contenti e soprattutto concentrati sull’obiettivo, sul giorno, su quando si consumerà questo Brivido di dimensioni inumane.

Dal quartiere generale di Antonio&LaBionda, quando in questa parte di mondo era l’ora di pranzo, è giunta la notizia che attendevamo, il dettaglio per far partire il vero count-down. Mancava la data, ora c’è anche quella, e quindi venerdì 4 agosto 2017 saremo di matrimonio per celebrare i nostri amici in questo passo che già all’idea esalta e mi esalta.

Troppi elementi confluiscono in questo momento storico, e ovviamente so bene che sarà un qualcosa di grande. Essere il testimone capita poche volte nella vita, al massimo un paio, essere il testimone della sposa è una responsabilità e un onore notevole.

Vedere due amici veri sposarsi, e quando dico veri intendo che il rapporto di amicizia è profondo e duraturo con entrambi allo stesso livello, sai bene che tutto questo insieme di aspetti non ricapiterà più, e di certo il coinvolgimento non potrà mai essere così elevato in altre occasioni. Avere l’altro testimone che oltretutto è l’Eroe Sacro rende questo momento come impareggiabile.

È una roba grossa, troppo grossa e densa di molteplici significati che non sono nemmeno in grado di sviscerare uno per uno, sono tutti insieme in un vulcano che lentamente inizierà a surriscaldarsi in attesa di questo giorno, già segnato nel calendario e fissato nella memoria.

La nomina di testimone della sposa l’ho ricevuta lo scorso settembre, mentre ero a casa a Roma dopo l’operazione. Vennero a trovarmi un pomeriggio insieme e sganciarono la doppia bomba, o il doppio brivido, ci siamo capiti insomma. Io testimone, ma della sposa, colpo a sorpresa, di grande classe, a effetto. Da fuoriclasse.

Mesi fa, in una lunga email che toccava diversi punti, raccontai alla Bionda il valore di questo ruolo per me, che esce dal classico incarico di seguire la sposa, soprattutto quando non sei una donna. Lei sa la profondità di questo gesto, gliel’ho voluto spiegare e forse per tutte queste motivazioni rintraccio in questa storia un sapore davvero unico.

Visto che sono un perfezionista, come direbbe Alfredo, ho tutto il desiderio, l’interesse e la volontà di essere presente e condividere con loro e con lei questo cammino verso un viaggio ancor più lungo. Già so bene che a un punto l’esaltazione mia personale mi porterà a essere una figura quasi ingombrante, e la prospettiva mi fa sorridere.

Manca poco più di un anno, ma pagherei per essere almeno al 20 luglio 2017, per cominciare a percepire quel fomento, perché così sarà. Il mio più grande augurio è di poter essere lì, insomma che la vita, la carriera, il lavoro, quello che è, mi facciano stare a Roma con loro presto e come si deve, perché è un percorso che vorrei gustarmi, con il piacere dell’attesa che cresce e del tempo che corre via sempre più rapido.

Per me sarà l’evento, la cosa più grande dei prossimi 12 mesi senza ombra di dubbio, immagino già però la sera di quella giornata, quando con l’altro testimone ci guarderemo in faccia e diremo: “È finita pure questa…” e seriamente potremmo prendere in considerazione atti estremi per l’effetto rinculo che ci sarà al termine di un qualcosa di tanto esaltante.

Eppure, in tutto questo rincorrersi di emozioni c’è una coincidenza clamorosa. Sì perché chissà come avrei risposto se venerdì 4 agosto 1995, mentre ero al matrimonio di mio zio, mi avessero detto che esattamente 22 anni dopo sarei stato lo stesso giorno testimone di due bambini a me coetanei e sconosciuti. Non so cosa avrei detto, ricordo il caldo però di quel pomeriggio, l’afa di Roma, il matrimonio al Campidoglio, il mio vestito di lino beige e la camicia a maniche corte celeste. Ricordo io e mio padre che camminiamo lungo i Fori e il prezzo assurdo per una bottiglietta d’acqua ad un camion bar, una cifra che spinse mio padre a dirmi: “Te porto dal Nasone”.

Quel giorno imparai che a Roma le fontanelle si chiamano così per il loro becco a forma di naso che sputa acqua. Ricordo la cena alla “Cavola d’Oro”, mia cugina di Genova in fissa con i Take That e altri piccoli dettagli.

Quello però era il 4 agosto 1995, adesso bisogna incamminarsi verso il prossimo, quello del 2017, per suggellare questo amore e questa coppia, che forse sancirà veramente la puntata finale della Cerchia, come il matrimonio di Donna e David, la coppia storica a Beverly Hills 90210.

Prepariamoci, saranno brividi. Mai come stavolta.

-367

 

 PERRY GARTH SPELLING AUSTIN GREEN ZIERING PRICE

Catto non ti fa strane idee su sta foto guardando i testimoni. A me Kelly Taylor a sinistra è sempre piaciuta, ma non sarò mai bello e dannato come Dylan Mackay, uguale per te. Nel senso che non pensare che trovi la mezza asiatica come Steve Sanders…a Catto!