Agosto e settembre 2009

Due sere fa, durante una conversazione telefonica, mi sono ritrovato a parlare dello scorso anno, non tanto per fare paragoni o parallelismi, ma per rendermi conto di quanto siano stati complicati alcuni momenti. Se dovessi stilare una specie di classifica delle situazione più brutte e difficili, in testa metterei senza dubbio due mesi: agosto e settembre 2009. La parte finale della scorsa estate, mi ha regalato una serie di problemi, alcuni anche drammatici, che mi hanno travolto, scombussolato, e quasi esasperato. Ogni campo, ogni lato, presentava difficoltà, in otto settimane, si è ammassato tutto. Ricordo un’immagine in particolare, mentre ero in macchina, una mattina, mi resi conto di quanto le cose stessero andando male, della totale assenza di una bombola d’ossigeno metaforica, della sequenza di fatti negativi. Per un attimo ho creduto che in fondo non fosse vero, ma ancor di più, ho cercato di ingannarmi, e ho provato a pensare positivo, una vera impresa considerando lo scenario quasi impietoso. Alla fine, il tempo, e i mesi successivi, mi hanno dato ragione, alcune situazioni hanno ripreso il verso giusto, anche grazie ad uno smisurato sforzo e così ho cominciato a raccogliere i primi risultati. Diversi problemi ancora li soffro, forse si sono leggermente attenuati, ma me li porterò dietro fin quando non ci sarà qualche cambio epocale. Ma la spiegazione qui è molto semplice: sono uno che non si riesce ad adattare a dei cambiamenti, in modo particolare a quelli che si rivelano deleteri. Riflettendo su quei due mesi, credo che alla fine l’ostinazione mi abbia premiato, se la stagione 2009/2010 si è chiusa con il triplice trionfo sportivo forse è stata la ricompensa per le sofferenze personali vissute mesi prima. Probabilmente sbaglierò, ma spesso mi piace pensare ad un ordine superiore, ad una giustizia o al fatto che tutto in fondo sia collegato. L’esempio lampante è stata la mia rinuncia all’erasmus avvenuta la prima settimana di aprile. Provando a mascherare un po’ l’amarezza, mi attaccai ad un’idea, non dovevo partire perché evidentemente dovevo vivere qualcosa qui, come ad esempio la coppa Intercontinentale a dicembre. Il desiderio di andare negli Emirati è enorme, ma sono felice che comunque potrò seguire questo momento forse irripetibile a casa mia e non sulle spiagge di Malta o nel gelo svedese. Dopo la vittoria di Madrid, uno dei primi pensieri è stato questo, il destino non mi hai tradito, avevo dubitato imprecando contro di lui, ma pure stavolta, ha voluto smentirmi.  

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But I don’t believe in magic, life is automatic