La show di Avetrana

La triste vicenda di Sarah Scazzi ha confermato ancor di più una realtà inquietante ma allo stesso tempo non più ignorabile: spettacolarizzare un delitto in Italia, è una tentazione troppo grande a cui ormai non si può più rinunciare.

Rendere un delitto crudo e drammatico come una sorta di show è oggettivamente assurdo, ma questa tendenza è ormai una realtà, soprattutto nel nostro Paese. Telegiornali, radio, riviste, ogni mass media cerca lo scoop in più, la notizia clamorosa in grado di rivelare quel dettaglio che può incollare lo spettatore davanti alla tv tutto il giorno, per sapere gli ultimi sviluppi.

Confrontando alcuni dati europei possiamo trovare delle conferme importanti: il Tg1, così come il Tg5, ha dedicato ai fatti criminali 431 notizie, quasi l’11% di quelle presentate durante l’edizione delle 20. Nel resto del continente, i notiziari, non danno così tanto spazio ai fatti di cronaca nera: parlando in termini percentuali, troviamo la BBC che si attesta sull’8%, la metà in Spagna con TVE, addirittura il 2% in Germania con la rete ARD.

Questa differenza piuttosto netta traccia un profilo inquietante ed allo stesso tempo chiaro: in Italia la criminalità è diventata un genere televisivo di successo, oltre ai telegiornali che trattano tutti nello stesso modo i delitti e gli omicidi, anche le altre trasmissioni dei palinsesti proseguono su questa linea.

A qualsiasi ora ci sono “contenitori” che discutono ed analizzano le ultime notizie, programmi in prima ed in seconda serata che riepilogano le notizie e gli sviluppi di giornata. Assistiamo quindi ad un continuo bombardamento di discorsi e di chiacchiere su fatti di cronaca che vengono trasformati spesso in vere e proprie fiction.

L’Italia rimane senza dubbio il paese dei grandi crimini, fatti che hanno una coda interminabile, vicende che spesso si riaprono o che in alcuni casi non finiscono mai, la televisione specula enfatizzando certi casi e questo modo di trattare le notizie evidentemente piace agli italiani.

Gli spettatori a casa si fanno coinvolgere da ciò che viene proposto, spesso anche perché hanno poche alternative, in questo modo tutti possiamo diventare dei magistrati, dei criminologi e degli esperti, divertiti da uno spettacolo crudele ma estremamente reale, che ci tocca, senza poterci mai colpire direttamente.

Un giorno credi

Siamo tutti giù di sotto in cortile, è mattina, sono quasi le 10 e l’aria comincia ad essere un po’ più tiepida, è appena iniziata la primavera e la stagione sembra promettere bene fin da subito. Aspettiamo il pullman perché dobbiamo raggiungere Firenze, siamo arrivati qui a Chianciano Terme ieri pomeriggio ed oggi saremo nel capoluogo toscano, mentre domani raggiungeremo San Gimignano e Siena. Chiacchiero con Vincenzo, due battute con Christian e nel frattempo il pullman arriva nel piazzale. Prima di salire sul mezzo mi faccio prestare il walkman da Andrea, dentro c’è già una cassetta, non so cosa sia e nemmeno quali brani abbia registrato sopra. Prendo posto giù in fondo, in terz’ultima fila sul lato destro vicino al finestrino, c’è già chi ha voglia di scherzare, di ridere e gridare. Mi siedo ma nessuno si mette vicino a me, mi infilo le cuffie e premo il testo play mentre il pullman sta per partire. Alzo il volume, mi soffio il naso e parte Un Giorno Credi di Gigi D’Agostino, nessuna parola ma solo musica, un ritmo che mi colpisce, mi prende e mi carica stranamente. Ho sonno perché la notte è stata tormentata: Andrea si è buttato dal letto a castello e ha sfasciato le doghe del mio, nella camera affianco alla nostra hanno fatto il circo e abbiamo dormito forse 3 ore, ma il clima che si respira in gita è questo. Nei 128 km di viaggio mi fisso con questa canzone, mi isolo e penso, mi gusto il viaggio in mezzo ai paesaggi unici della Toscana; la musica finisce, la mando indietro e la sento di nuovo. Dopo un’ora e mezza siamo a Firenze, restituisco il walkman ad Andrea che nel frattempo c’ha provato insistentemente con Marzia. Comincia il nostro tour, io ho questo motivetto in testa che mi rimbomba e la consapevolezza di aver trovato la canzone della mia terza media, quella che mi avrebbe accompagnato fino agli esami e per lungo tempo ancora.

 

Perché tutto questo? Ieri mattina in palestra è partita questa canzone dal mio i-pod in maniera del tutto casuale, aver riascoltato questo pezzo dopo tantissimo tempo mi ha scatenato questa sorta di stream of consciousness.

Ventinove*

Al tentativo numero 38, dopo numerosi tentativi, sono riuscito a prendere il tanto sospirato 29. Lunedì pomeriggio è stata la volta dell’esame/esercitazione/esonero di fil. della letteratura italiana, una prova che come avevo detto in un post precedente, era circondata dai dubbi e dalla mancanza di chiarezza. Alla fine dei conti, ho portato il mio lavoro su una poesia di Catullo e dopo un’attesa di oltre un’ora e mezza, ho discusso questa tesina con il professore nel suo studio e con Saretta a fare da testimone. Il docente, come sua abitudine, ha ribattuto su ogni cosa, ha confutato un paio dei miei punti di vista e mi ha dato almeno tre volte del tautologico e del ripetitivo. Dopo aver incassato questa serie di frasi, il professore mi ha dato questo voto che ho accettato con un’insolita allegria proprio perché ero realmente soddisfatto di aver raggiunto il mio personalissimo traguardo. Considerando che è stato un esame abbastanza strano, un corso che mi ha lasciato ben poco ed un argomento che non mi ha interessato parecchio, il risultato è perfetto. Ho preso quello che volevo, ho portato a casa altri 6 cfu e soprattutto avrò un impegno in meno nella sessione di gennaio, quando ci saranno esami di ben altro peso, appuntamenti che richiederanno tempo, pazienza e tanta volontà. Riassumendo il tutto, posso ritenermi contento per la situazione e fiducioso per il futuro immediato: fra meno di un mese ci sarà l’esonero di letteratura inglese, una prova impegnativa che si terrà il giorno dopo il mio ritorno dagli Emirati, ovvero il 21 pomeriggio. Vorrei fare questo esonero perché sarebbe di grande aiuto in prospettiva, la settimana prima però sarò fuori dall’Italia e non so quanto potrò studiare, intanto inizierò a leggere il libro nei prossimi giorni, quello che succederà a dicembre sarà tutto da vedere.

 

(Post scritto e pubblicato ancora da una postazione alternativa, poiché persiste il guasto alla mia linea ADSL).

 

Buon “Giorno del Ringraziamento” a tutti.

 

* Non sono mica gli scudetti della juventus, quelli rimangono 27 se non meno…

Il week-end

Non è stato proprio un gran week-end, questo è poco ma sicuro. I motivi che hanno reso il finesettimana avaro di brividi sono diversi e di differente natura: la cena di sabato saltata nuovamente, una condizione fisica non ottimale, il tempo pessimo caratterizzato da vento e pioggia più o meno costanti, la batosta inaspettata dell’Inter ed il guasto alla linea internet. Quest’ultimo aspetto (di pari passo con il meteo) ha monopolizzato l’attenzione, anche perché il problema della linea, è saltato fuori in modo inaspettato proprio sabato mattina appena ho acceso il modem. Il negato accesso sul web mi ha dato modo di riflettere sull’abitudine che ormai abbiamo nell’utilizzare alcuni strumenti, due giorni senza computer sono stati strani perché quando il pc è un mezzo usato per tanti motivi e diventa improvvisamente inagibile è evidente come siamo “vittime” di alcune cose. Non sono di certo un malato di internet e nemmeno del computer, ma so perfettamente che quest’ultimo ricopre un ruolo rilevante nella mia quotidianità: il blog, la posta elettronica, qualche sito di informazione, msn o skype per comunicare, sono tutte cose che riempiono il mio tempo o che comunque devo usare e non solo per hobby. Il guasto non mi ha permesso di scrivere un articolo su questa giornata di campionato, non ho potuto effettuare delle cancellazioni per alcune cose di Abu Dhabi e non sono riuscito a curiosare un po’ sul web. Questo problema non mi ha stravolto ne reso matto, ma avrei preferito utilizzare il computer anche perché ho ripiegato su sky e mi sono visto 3 partite in 18 ore, ma d’altra parte con un tempo osceno e la salute poco brillante le alternative non erano certamente infinite. Per un attimo, stamattina, ho pensato a come impiegavo il mio tempo quando fino ad aprile 2009 avevo l’abbonamento internet night and week end, una tariffa che mi permetteva di navigare gratis solo dalle 21 e tutto il finesettimana senza limiti. A questo interorgativo non sono riuscito a trovare una risposta convincente, forse avevo altro da fare oppure stavo meno a casa e credo che quest’ultima possibilità sia quella più credibile. Comunque sia il guasto alla linea dovrebbe essere risolto entro giovedì, la notizia ieri mattina non mi ha rovinato la domenica anche perché ci ha pensato qualcun altro.

(Post pubblicato da una postazione di comodo, ovvero dalla biblioteca dell’università).