Poveri noi (in tutti i sensi)

Lunedì scorso dalla redazione di Dublino sono stato incaricato di scrivere un articolo sulla povertà in Italia, un problema in costante crescita e certificato dalle impietose statistiche dell’Istat per l’anno 2013. Secondo l’agenzia di ricerca infatti, un italiano su dieci è povero ed una famiglia su cinque vive in uno stato di povertà. A tutto questo va aggiunto che la soglia di povertà relativa è rimasta invariata, quella assoluta è invece cresciuta di un punto percentuale.

I dati assumono dei contorni sempre più drammatici quando si considera che oltre un milione e mezzo di minori sono coinvolti. Per tutti questi motivi ho voluto avere un riscontro diretto da chi quotidianamente aiuta poveri e persone disagiate, intervistando sia la comunità di Sant’Egidio che la Caritas di Roma a Via Casilina.

Le testimonianze sono state tanto tristi quanto condivise, nel senso che i poveri italiani continuano ad aumentare, e in entrambi i casi mi è stato ripetuto come negli ultimi anni il flusso di nostri connazionali alle mense si sia triplicato. Stesso discorso vale anche per le famiglie che possono accedere all’Emporio della Caritas, un supermarket speciale per costi e metodi di pagamento, se nel 2011 c’erano 73 richieste per poter comprare in questo negozio oggi sono oltre 270. L’Italia è questa, con un tasso di disoccupazione al 12% e soprattutto con uno stipendio medio netto annuale che si aggira sui 14.870 Euro.

Poco lavoro, poche speranze e un disagio crescente, questo è quello che emerso dal mio racconto, così come il cuore enorme di quei volontari che quotidianamente si prestano a cause umanitarie provando ad aiutare, nel senso più pratico e vero, chi ha ne realmente bisogno.

24 luglio