Una bella storia

Se il gol di uno che di nome fa Eden ti manda in paradiso e ti permette di vincere il tuo primo storico titolo è evidente che doveva andare così, che il copione perfetto è stato rispettato e che il sogno può diventare definitivamente realtà.

Abbiamo assistito a qualcosa di veramente incredibile l’altro ieri, anche se in verità sono mesi, dallo scorso agosto, che domenica dopo domenica, una partita dopo l’altra, vediamo una squadra di semi sconosciuti mandare tutti al tappeto e conquistare lentamente una Premier strameritata.

È stato il successo del gruppo, mai come in questa caso. Nessuna stella, tanti buoni giocatori che hanno vissuto una stagione di grazia e la capacità di un bravo allenatore, un gentiluomo navigato che da vagabondo delle panchine sa ancora insegnare qualcosa e ancor di più sa stare su un campo di calcio.

Ha vinto il Leicester e ha trionfato Ranieri, ma soprattutto la sua ex squadra, il Chelsea, quelli che lo avevamo mandato via perché volevano vincere, come disse Mourinho nell’estate del 2004, gli ha regalato la più grande soddisfazione della sua carriera. Stranezze del pallone e ironie del destino.

Vincere un campionato è sempre difficile, farlo nella lega più competitiva lo è ancora di più, e anche per questo motivo la storia del Leicester assume dei contorni davvero clamorosi.

Lo scorso anno ad inizio aprile la squadra navigava nei bassi fondi della classifica, a sette punti dalla salvezza, dodici mesi dopo, era in testa con sette punti di vantaggio sulla seconda, gli stessi che lunedì gli sono bastati per festeggiare addirittura con due turni d’anticipo. Meraviglie che solo uno sport come il calcio sa regalare.

Molte persone hanno provato a forzare paragoni come spesso capita, dal canto mio penso che questa magnifica avventura non abbia eguali. Non è il Verona del 1985, ne tanto meno la Sampdoria del 1991 che nel frattempo si era già affacciata in Europa con due finali di Coppa Coppe di fila nel biennio precedente. Il Leicester non è nemmeno la Danimarca del 1992: un conto è imbroccare 5 partite consecutive, un altro è viaggiare con una tale costanza per otto mesi affrontando 36 gare.

La storia dei Leicester di conseguenza è bella perché assoluta ed unica, anche se bisogna uscire dall’equivoco di Cenerentola disperata e povera. Non è così poiché il presidente del club è il signor Vichai Srivaddhanaprabhasecondo Forbes il nono uomo più ricco di Thailandia e a capo del gruppo King Power, azienda leader a livello internazionale nella gestione di negozi duty free aeroportuali e sponsor principale ovviamente dei neo campioni d’Inghilterra.

Questo significa che il Leicester ha dietro un personaggio di un certo livello economico e non necessariamente il giocattolo verrà smontato subito. Qualcuno partirà, ovvio, ma considerando la base finanziaria alle spalle, gli introiti della Champions che giocheranno oltretutto da teste di serie e quindi con un girone non proibitivo, oltre ai soldi degli sponsor dopo questo miracolo, c’è da stare sicuri che questa macchina perfetta non si dissolverà in poche ore.

Per una impresa del genere ci sono volute tante situazioni e diverse coincidenze, la stagione perfetta dei Foxes ma anche il simultaneo fallimento delle grandi squadre.

Il Chelsea si è autoeliminato per colpa del suo spirito sedotto e dilaniato da Mourinho, lo United ha fallito un’altra stagione come nessuno poteva immaginare, il City per la prima volta si stava giocando la Champions seriamente, mentre l’Arsenal, come al solito, si è afflosciata su se stessa. Non a caso, l’antagonista dei Leicester è stato il Tottenham, tutto tranne che un club abituato a successi e trionfi, soprattutto recentemente.

Il disastro contemporaneo che ha inghiottito tutti i principali avversari ha spianato la strada a Ranieri che ha saputo correre come non mai, non lasciando niente agli altri e non dando mai l’impressione del braccino, in un finale in cui quel rischio era più che normale e comprensibile.

Ha vinto chi ha meritato, probabilmente non i più bravi ma chi ci ha creduto maggiormente e desiderato un successo che ha indirizzato questa squadra verso la leggenda.

Una bella storia di calcio, una di quelle favole che fanno bene e non solo al mondo dello sport.