Contenti voi…

Eppure, dopo due anni abbondanti, ancora non ho capito cosa funzioni in questo posto. Ancora non mi è chiaro cosa ci sia di così notevole da mettere Toronto, da tempo, nella classifica delle città in cui si vive meglio. Mi sfugge tutto questo, e temo sempre più non perché sia rincoglionito, ma perché la verità è diversa, come i miei parametri di valutazione, i quali onestamente non sono però nemmeno fuori dal mondo.

Un posto sporco, dove si vive male, con un meteo infame per la maggior parte dell’anno, pieno di gente disperata, homeless e mendicanti, morti di fame a piede libero. Un posto di finto perbenismo, ipocrita, con regole e restrizioni insensate sull’alcol, un posto di gente che pensa di vivere bene. quanto.

A me questo posto negli anni mi ha succhiato via qualunque cosa, di certo mi ha privato di tantissime cose, dalle più importanti a quelle banali, o apparentemente tali.

Un città in cui i mezzi funzionano male, e rimpiangi l’ATAC, dove tutto costa caro, dove internet ancora oggi si paga con cifre irragionevoli. Un posto in cui si mangia e beve malissimo, dove non c’è il mare. Dove non c’è vita.

Un posto che non offre nulla in più di Milano o Roma. Una città che per almeno 6 mesi l’anno ti costringe al letargo. Puoi uscire, certo, ma sarà dura goderti la passeggiata, un qualcosa che da passeggiata diventa tortura, e quindi non la farai.

Un posto che gestisce la tua vita, il tuo bioritmo a prescindere. Da settimane desidero fare una corsa, non si può. Passo week-end interi a casa, lavoro 5 giorni per passarne due chiuso dentro, quando potrei fare altro e tutto questo quasi sistematicamente per mesi interi. Uno spreco di tempo, di vita, un crimine contro l’umanità, contro se stessi e verso chi ci ha donato la vita affinché venga vissuta e non sprecata.

Un posto in cui nessuno si lamenta, un luogo di pecoroni. Una città che ti rende pigro, ti imbruttisce, che elimina il tuo piacere e la cura di te stesso, come metterti ad esempio il gel sui capelli.

Una città dove giro con la lama nel cappotto quando esco la sera dopo che un testa di cazzo, uno dei morti di fame che citavo prima, recentemente mi ha aggredito prima verbalmente e poi mi è corso dietro. Un pazzo? No, uno dei tanti che vedi qua.

Una città in cui pensano di essere cool, quando noi potremo insegnargli ancora tutto, anche ad allacciarsi le scarpe. Un posto senza cultura, identità, storia. Senza anima.

Una città che è un fallimento senza avere tutti i problemi e le nostre storiche ed ataviche ragioni di malfunzionamento e per questo ancor peggiore.

Trudeau, quello a cui piace piacere un sacco a tutti, dovrebbe farsi un giro qui, anche solo downtown, e vedere davanti ai suoi occhi il fallimento di questo sistema, spesso incensato, quello che ambisce (direi ambiva) a dare opportunità e assistenza a tutti. Si facesse un giro per strada, per vedere schifo e degrado che ci circondano, invece di parlare di diritti e pari opportunità sempre e comunque.

Al netto di tutto questo, vorrei capire come si faccia a vivere bene qui. Chi ama questo posto, e qualcuno lo conosco, deve essere scappato di casa o venire da un posto di merda, a volte anche magari da un paesino di mille anime sperduto chissà dove. Il lavoro? Be sì, ma dopo un po’ è meglio mangiarsi pane e sputo a casa propria, anche perché non può essere tutto lavoro, la vita non è solo quello. Altrimenti si finisce per vivere alienati.

Ma tutto questo però, non si può mai dire ai vecchi italiani emigrati, che da qui poi non si sono mai più spostati. Tasto dolente quello, dirgli che non ti piace qui è come insultarli: equivale a dirgli che hanno fatto male, non tanto a venire, ma quanto a restare. Sarà che a casa non sono mai potuti o voluti tornare, e sapere che invece tu lo farai e che qui non t’è piaciuto gli trasmette un senso di indiretto fallimento e di non comprensione.

A me dispiace per chi qui ci è nato, o ci vive da molto, sono addolorato per voi, perché per me è diverso, appartengo a qualcosa di ben differente e lì tornerò. Fortunatamente.

Voi tenetevi il nulla da cui siete circondati, le partite del vostro calcio da Serie C, la neve, il gelo, il vento, LCBO, il vostro inno che mette sonno, lo sciroppo di acero, le porcherie che vi mangiate, i “thanks” gratuiti ed esagerati, quelli di plastica detti in automatico, tenetevi il tram che dà la precedenza ai pedoni e alle macchine che si immettono da strade secondarie, tenetevi questo. Contenti voi…

15/03/2017

Contenti voi…ultima modifica: 2017-03-19T22:38:28+01:00da matteociofi
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