Anni

Eppure io sono convinto che in fondo sia così. Convinto che veramente esistano annate buone e annate meno positive ma soprattutto che il corso di un anno si possa capire e odorare fin dall’inizio, dal modo in cui si presenta, da come inizia. Forse sarà come dicono i vecchi e i saggi che il buongiorno si vede dal mattino, forse sì, di certo credo più a queste cose che al Karma o al modo in cui uno si pone, quelli che ti raccontano che in realtà tutto dipende dalla maniera in cui ti approcci. Chiacchiere. Penso effettivamente che certe storie, e ogni anno è una storia, si capiscano rapidamente, senza fretta, per carità, ma con un po’ di intuito ci si può arrivare.

Pensavo a questo e mi rendevo conto di come il 2010 fu un grande anno, ma il punto è che lo capii subito. Già il giorno dell’Epifania eravamo a casa di Teoria e quello per noi era un brivido, semplicemente perché dodici mesi prima eravamo da poco tornati da Venezia e avremmo letteralmente esultato increduli se ci avessero prospettato tale situazione 365 giorni più tardi. Quell’episodio, apparentemente irrilevante, aveva un suo profondo senso, nascondeva l’essenza di quell’anno, di ciò che non ti aspetti ma soprattutto della consapevolezza che alle fine le cose sarebbero andate bene, anzi, molto più che bene. Quella sera la passammo a parlare di Istanbul, di Costantinopoli e Bisanzio, dovevamo andare là, questo lo avevamo deciso io e David. Finimmo invece ad Atene nella famosa e misteriosa bolgia del Pireo, il primo viaggio internazionale insieme, il modo migliore per iniziare l’anno, magari dopo aver superato l’esame di Storia con una lode e di ripartire verso la magistrale con lo stesso piglio. Si era capito che sarebbe andata bene, lo capisci quando ti rammarichi un po’ che perderai Parma – Inter essendo a passeggio sotto l’Acropoli con 20 gradi ed il giacchetto in mano, ma in quel momento ti avvertono da Roma che la partita è stata rinviata per neve e non perderai nulla, ti ha detto bene. Appunto. Piccoli dettagli, passaggi magari stupidi ma elementi che ti fanno capire come tirerà il vento.

L’anno iniziò così, e io fui costretto a smentire le mie previsioni, fui spazzato via dallo tsunami di brividi di quell’ annus mirabilis, ma dentro di me avevo capito quasi subito che sarebbe andata diversamente, magicamente. Il resto poi è storia che ben sapete, anzi, Leggenda che conoscete per filo e per segno.

Pensavo a questo e capivo che di fondo il 2014 l’ho già sgamato. Strano il filo della vita, perché mentre tornavo da Istanbul, città che evidentemente ritorna sempre a gennaio, avevo 49 di febbre e avevo già intuito che l’inizio di questo anno era stato tutt’altro che incoraggiante.

Il trailer di gennaio è stato raccapricciante, il proseguo altrettanto avaro di ogni cosa degna di nota. Sono passati 4 anni e sembra una vita, ma ci sono giornate in cui mi intristisco talmente tanto ripensando a certe cose che tornerei quasi a giugno 2011. Giornate in cui a me dell’essere ottimista o pessimista non me ne frega nulla, momenti in cui la sensazione che sia tutto abbastanza scritto è veramente forte e che il copione di questo 2014 sia facile da intuire e fastidioso da vivere.  

 

 

“Guardando indietro, si scopre che degli anni si sono decisi in pochi minuti”.  

Jean Josipovici,  Citera, 1989

Un sabato un po’ così

Che non fosse un sabato straordinario si era capito subito in fondo, quando il 105 mi è passato affianco dieci metri prima della fermata lasciandomi a terra in attesa del successivo. Anyway, in compenso ho avuto modo di comprare il biglietto e di sedermi vicino a tre testimoni di Geova di una certa età che parlavano fra di loro aspettando un autobus. La signora mi ha chiesto se volevo la loro rivista, io molto cortesemente le ho risposto e abbiamo scambiato due parole, le ho domandato se l’ultimo forte attacco dell’ONU al Vaticano potesse essere in qualche modo catalogato come un primo sintomo di Armageddon e lei mi ha detto “Potrebbe essere…” alzando le mani. Nel frattempo arrivava il 105 e ho dovuto congedarmi, con un sorriso educato e rispettoso, augurando loro buona giornata. Che non fosse un sabato perfetto l’ho capito visto che mi sono fatto tutto il tragitto in piedi fino a Termini, un’ora appoggiato ad un corrimano a guardare il nulla. Poi però capita che a Via L’Aquila un signore distinto sulla sessantina parli con il conducente e alzando la voce gridi “Se ero ‘na fregna era mejo pe tte…”, un lampo di volgarità, un squarcio di essenza popolaresca. Tralasciando l’eroe imprevisto, il sabato prendeva una piega alquanto negativa quando l’ingorgo a Via Napoleone III, ormai vicino al traguardo, mi bloccava senza opzioni alternative.

Poi però c’era il Catto ad aspettarmi, un sorriso ad accogliermi, un amico che si aggirava per il Nike Store in mia attesa.

Due passi, il Teatro Marcello, il quartiere ebraico, una cagata di uccello sul mio cappotto a ricordarmi che il sabato non era positivo, altri due passi e un’altra cagata addosso a me su Via Arenula, un assedio ingiustificato al sottoscritto. Pensi che questo sabato non sia meraviglioso ma pure che l’anno sia un po’ di merda e le due strisciate addosso di sterco non siano casuali.

Ironizzi, che altri devi fà? Dici che mancano 324 giorni alla fine di questo anno di merda in tutti i sensi. Piove. Ci mancava solo quello. Mangi una pizza e torni indietro, incontri tua cugina, ti fermi a Via Magnanapoli e mostri al Gallo che Marco il “Laziale” forse è diventato papà e ti interroghi su Marco il “Sardo”. Saluti il ragazzo di Fiuggi e ti incammini verso casa, poi però ti fermi all’IBS e cerchi una versione economica della Divina Commedia. Non la trovi, la chiedi alla commessa e ti dice che ne hanno solo in cantiche separate, ma visto che sei un diffidente nato, torni alla scaffale da solo e la trovi anche tutta in un volume e capisci che nel “sabato no” era previsto anche lo zampino di una che non voleva venderti ciò che cercavi. Compri la tua Divina Commedia, svolti il sabato e inizi a leggere. Metropolitana, nessun posto per sedersi, leggi uguale, tu hai il primo canto davanti e una affianco smanetta con Facebook sullo smartphone, tu ti domandi “Ma chi sta mejo?” Io di certo e pensi a Sgarbi e lo vorresti emulare gridando “Leggi Dante, leggi Manzoni, capra!!!”. Sei troppo preso, troppo assorto, troppo fomento, troppo roba. Rientri a casa. In mezz’ora vieni mandato affanculo via telefono e bloccato su tutti i dispositivi del mondo (tranne un cercapersone della SIP del 1991) da parte della stessa persona. Ceni, parli, ascolti, un sacco di argomenti, un menù ricco, intendo di discussioni. Mangi, poi ti allunghi e ti leggi anche il secondo canto, ti fai un sorso di liquore al mandarino che ti hanno portato per Natale. C’è Napoli – Milan ma non mi interessa, mi metto a lavare i piatti per tutti, la lavastoviglie non funziona, è una penitenza che ti infliggi ricordando che in fondo era un sabato un po’ di merda. Vince il Napoli, perde il Milan, ma non riesci a essere felice. Capita. Guardi l’orologio, manca poco a mezzanotte, dai che sto sabato è finito, presto sarà domenica e sai che ti attende un compleanno, i cannelloni, qualche brindisi con il derby in sottofondo. Magari ti leggi il terzo canto per distrarti, dai su, peggio di questo sabato non potrà andà, dai dai, mancano quasi 323 giorni al 2015. Sta qui, dietro l’angolo. Buonanotte.

Il trailer

Non è partito benissimo. Parlo del 2014, chiaro, sì dicevo che non è cominciato alla grande, anzi, tutt’altro. Se questi primi 20 giorni sono il trailer dell’anno c’è poco da stare allegri, sono pronto ad accettare queste tre settimane di gennaio come trailer del mese, al massimo dell’inverno ma non dell’annata intera.

Andando con ordine si può dire che ho contratto l’influenza più forte e rognosa dell’ultimo decennio, è finita una relazione importante, non ci sono margini e nemmeno prospettive lavorative, l’Inter non vince più (nemmeno pareggia) e ho già sentito una serie di brutte notizie prese qua e là. Insomma, lo scenario non è apocalittico ma nemmeno roseo o rassicurante. Per quanto stia provando a recitare il ruolo del super ottimista mi rendo conto che non sono i miei abiti, non è il mio habitat esistenziale. Niente da fare, dite che sono pessimista e io ribatterò affermando che sono un realista alquanto disilluso, di certo baratterei la mia condizione con quella di tanti, tipo con quella di David. Sì, “Gallo” del mio cuore, lo sai. Oh e questo è un complimento e un congratularmi con te, sia chiaro. “Vorrei essere come te e cieco a un occhio”, lo dico spesso al mio amico fiuggino, stavolta però lo pronuncio con maggior convinzione e particolare vigore.

Be si è messa male dai, ma in fondo lo sapevo. Proprio lui, David, custode dei miei pensieri più privati, può confermare delle cose, quello che io fiutavo tempo fa alla fine si è materializzato. Il trailer del 2014 spero vivamente non sia solo questo che è andato in onda ultimamente, mi auguro che prossimamente l’Anica Flash o ComingSoon possano aggiornare la versione e magari ricordarsi di infilarci dentro qualche brivido, qualcosa di positivo. Io mi impegno sia chiaro, anche perché l’inizio è stato quasi traumatico, a gennaio del 2013, in confronto, stavo alla grande. Ecco, dopo questa, mi pare di aver detto tutto, di certo ho dato un’idea della situazione…

 

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

(George Bernard Shaw)

Che anno sarà

Dopo aver risposto alla domanda: «Che anno è stato?», devo ora cimentarmi in una ancora più complicata: «Che anno sarà?». Non è mai facile prevedere un anno, soprattutto quando non c’è nulla di pianificato e non hai nemmeno mezzo programma in testa. Parlare senza presupposti è quasi impossibile, posso dire tutto e il contrario di tutto. Era facile negli anni passati quando sapevo esattamente che corsi avrei seguito e quando avrei sostenuto certi esami, era comodo, bello, nemmeno iniziavi l’anno e avevi già scadenze e date. Dei binari che ti conducevano verso una destinazione, dipendeva poi da te imprimere la velocità alla corsa. Non è più cosi da due anni ormai, e questa volta ho veramente zero idee. Dodici mesi fa la volontà di un’avventura all’estero mi balenava per la testa, volevo farlo e cominciai a orientarmi in quella direzione, quest’anno non è cosi, non può essere ancora così.

Non so che anno sarà, non ne ho idea. Posso dire che al momento ci sono due sbiadite situazioni che potenzialmente potrebbero essere importanti e regalare qualcosa ma non dipende molto da me. Non a caso non sto facendo troppo affidamento a queste due cose, non so cosa accadrà nelle prossime settimane, o comunque entro fine gennaio quasi certamente avrò le idee più chiare. Tralasciando questi due spiragli, per il resto direi buio totale. Non mi stupirei se nel giro di un paio di mesi mi ritrovassi a fare qualcosa di inutile o del tutto lontano dai miei interessi, sottopagato da qualche parte. Non è il massimo della vita, è vero, ma è una soluzione, o una prospettiva reale che potrebbe accadere. Il 2014 non è partito benissimo, mi pare evidente, ma voglio sforzarmi ad essere ottimista anche se non ho particolari motivi e non mi piace dover fare l’allegro e il fiducioso a prescindere.

Quanto invece al lato rosa, o quello sentimentale, credo che il 2014 sarà il primo anno di una lunga pausa almeno decennale. Insomma non fanno per me certe cose, o meglio, io non faccio per loro. La sensazione, ed in parte la mia volontà, sarà quella di intrattenere relazioni al massimo con mia madre e le mie nonne. Uno strappo alla regola lo faccio per La Bionda con la quale è sempre un piacere conversare. Spero di non viaggiare più come lo scorso anno, di non fare le valigie e se devo augurarmi qualcosa mi concedo un 4 giorni con David da qualche parte. Niente di più.

Tornerò a fare attività fisica, il mio corpo lo richiede a gran voce, lo sta urlando. Sono dieci mesi che ho mollato la palestra, tre invece che non corro. È tempo di tornare a faticare e di riconsegnare un certo benessere al mio fisico, va bene la pausa del 2013 ma ora basta, ho una gran voglia di rimettermi in movimento. Ad aprile finirò i miei due anni con 2duerighe.com e avrei tutte le carte in regole per diventare pubblicista e nel frattempo speriamo che spunti fuori qualcosa.

Che anno sarà allora? Non lo so. A febbraio forse capiremo in parte la natura di questo 2014, ma le sensazioni, per quanto io voglia essere ottimista a tutti i costi e senza una vera ragione, non sono delle migliori.