“Indirizzante”

Avevo detto “periodizzante” nel 2015 e fu così, “assestante” lo scorso anno ed è stato vero a metà, visto che didascalico calza meglio, il 2017 invece l’ho già ribattezzato “indirizzante”.

Lo vedo in questo modo, un po’ strettoia e un po’ oceano. Un anno che inevitabilmente dirà parecchio e decreterà diverse cose. Di fondo deciderà il “dopo”, quello che sarà. Per questo l’ho pronosticato indirizzante perché il futuro a breve termine passerà da qui, dal 2017, che per quanto sia continuazione ed evoluzione dei precedenti anni, soprattutto degli ultimi due, avrà un po’ più di vita propria.

Dirà che lavoro farò e dove vivrò. Sembra assurdo ma è la semplice realtà. Due aspetti principali e legati fra loro in maniera inevitabile.

Non so che anno aspettarmi, o forse sì. Sarà però una pagina bianca e questo colore è sempre bello perché profuma di pulito, di spazio e speranza.

Certo, è l’anno che aprirà una fase nuova, chiude una decade, la più bella, per inaugurarne un’altra. Il 3 al posto del 2, 30 anziché 20 e qualcosa. Fa effetto, lo so, ma non mi spaventa, non mi angoscia. Non mi sentirò più vecchio e nemmeno avrò la pressione di sentirmi più maturo o centrato. Vedo intorno a me tante persone, coetanei soprattutto, messi peggio: imbruttiti, invecchiati, o nel peggiore dei casi persi, qualcuno anche senza capelli e con moglie e figli. C’è tempo per questo, perché saranno magari altre conseguenze del 2017, del modo in cui questi 12 mesi indirizzeranno tutto il resto.

Vediamo come andrà. Lo scoprirò, senza paura, in attesa, e con la curiosità di chi pesca nel mazzo sperando la figura giusta a 31.

Nell’anno che inizia ripongo più speranze che obiettivi. Il primo, come sempre, è quello di non piangere nessuno, a seguire, vivere in un’altra città rispetto a quella attuale, un posto che non deve essere necessariamente Roma. And then? Un bel viaggio, due matrimoni da ricordare con una vagonata di sorrisi, un’Inter finalmente competitiva, la Virtus in A, un coraggio intatto nelle scelte e di mangiare nuovamente, dopo anni, i Crostini Dorati della San Carlo.

Tutto qui, non mi sembra troppo.

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Primo semestre

Primo semestre, prima metà dell’anno, girone d’andata, questi sei mesi del 2014 possiamo chiamarli in tanti modi anche se poi la sostanza non cambia, perché da domani inizia la seconda parte, siamo al giro di boa di questo anno e due o tre considerazioni si possono anche fare.

Partendo dal presupposto che avevo pronosticato un 2014 vuoto, più per sensazioni che per altro, devo constatare che come proiezione non ho sbagliato per niente. Sei mesi avari, sei mesi sbiaditi, da 5-. Mi devo sforzare per trovare qualcosa di positivo o memorabile in questo semestre, se ripercorro rapidamente gli ultimi mesi i fatti degni di nota sono veramente pochi. Potrei dire Napoli, il reportage interessante fatto a Bergamo, una nuova collaborazione (affascinante ma non remunerativa), un paio di colloqui, tanti no, infinite porte sbattute in faccia, un paio di maratone, qualche mezza giornata divertente in compagnia (Paliano, Valmontone, Anzio) e stop.

In 5 righe ho detto tutto e non mi sono dimenticato nulla. Non è il massimo, mi pare chiaro, ma è così. Potrei dilungarmi su un paio di beffe ma non è il caso, rimane indubbio che sia stato un 2014 finora abbastanza scadente. Un anno può essere positivo e negativo per tanti motivi anche se non dipende proprio tutto da noi, questo girone d’andata ne è una specie di conferma.

Circumnavigata la boa ora si torna verso il porto, verso la fine dell’anno, altri sei mesi, una estate che non sembra entrare nel vivo e che ovviamente non porterà nulla di buono, e poi quattro mesi di altre attese, speranze e illusioni annacquate. Nel frattempo ho maturato una decisione, più in là, quando sarà il momento e ci saranno magari delle condizioni opportune, ne parlerò.

In chiusura cosa altro posso dire? Be sì che l’Italia ha giustamente pensato di uscire subito dal Mondiale per aumentare quel senso di fastidio e delusione, ma ho la forte percezione che tra 20 anni quando parlerò di questo 2014, lo legherò veramente solo alla Coppa del Mondo giocata in Brasile.

Previsioni

Un po’ per gioco, un po’ per sperimentare le nostre capacità di prevedere il futuro, l’1 gennaio 2013 ho proposto a mia madre di scrivere su un foglio Word cosa sarebbe successo secondo lei durante l’anno. Entrambi abbiamo appuntato alcune previsioni, riguardanti noi e le persone care con la promessa di essere sinceri e di non scrivere pronostici positivi o speranze. Onestà, questo doveva essere il principio base e alla fine abbiamo stilato le rispettive liste dando subito dopo un’occhiata a quella scritta dall’altro. Dieci giorni fa ho deciso di riaprire il file e scrutare le previsioni per confrontare finalmente ciò che avevamo indovinato o meno.  Mia madre ha vinto, nel senso che su dieci cose ne ha prese sei, io invece su dodici ne ho azzeccate quattro. Poco dopo abbiamo fatto lo stesso gioco e fra 350 giorni faremo i conti, vedremo se saremo stati più bravi o sensitivi.

Intanto vi lascio qui le previsioni che si sono avverate.

Matteo

  • Alessandro cambia lavoro.
  • L’Inter non vince niente.
  • Io parto per l’estero per meno di sei mesi.
  • Pubblicano il mio libro.

Mamma

  • Assunta a tempo indeterminato.

  • Claudio risolverà i problemi di salute

  • Nonna starà bene.

  • Matteo parte per l’estero.

  • Matteo si fidanza all’estero.

  • Federica e Ilaria promosse senza debiti e molto bene.

Che anno sarà

Dopo aver risposto alla domanda: «Che anno è stato?», devo ora cimentarmi in una ancora più complicata: «Che anno sarà?». Non è mai facile prevedere un anno, soprattutto quando non c’è nulla di pianificato e non hai nemmeno mezzo programma in testa. Parlare senza presupposti è quasi impossibile, posso dire tutto e il contrario di tutto. Era facile negli anni passati quando sapevo esattamente che corsi avrei seguito e quando avrei sostenuto certi esami, era comodo, bello, nemmeno iniziavi l’anno e avevi già scadenze e date. Dei binari che ti conducevano verso una destinazione, dipendeva poi da te imprimere la velocità alla corsa. Non è più cosi da due anni ormai, e questa volta ho veramente zero idee. Dodici mesi fa la volontà di un’avventura all’estero mi balenava per la testa, volevo farlo e cominciai a orientarmi in quella direzione, quest’anno non è cosi, non può essere ancora così.

Non so che anno sarà, non ne ho idea. Posso dire che al momento ci sono due sbiadite situazioni che potenzialmente potrebbero essere importanti e regalare qualcosa ma non dipende molto da me. Non a caso non sto facendo troppo affidamento a queste due cose, non so cosa accadrà nelle prossime settimane, o comunque entro fine gennaio quasi certamente avrò le idee più chiare. Tralasciando questi due spiragli, per il resto direi buio totale. Non mi stupirei se nel giro di un paio di mesi mi ritrovassi a fare qualcosa di inutile o del tutto lontano dai miei interessi, sottopagato da qualche parte. Non è il massimo della vita, è vero, ma è una soluzione, o una prospettiva reale che potrebbe accadere. Il 2014 non è partito benissimo, mi pare evidente, ma voglio sforzarmi ad essere ottimista anche se non ho particolari motivi e non mi piace dover fare l’allegro e il fiducioso a prescindere.

Quanto invece al lato rosa, o quello sentimentale, credo che il 2014 sarà il primo anno di una lunga pausa almeno decennale. Insomma non fanno per me certe cose, o meglio, io non faccio per loro. La sensazione, ed in parte la mia volontà, sarà quella di intrattenere relazioni al massimo con mia madre e le mie nonne. Uno strappo alla regola lo faccio per La Bionda con la quale è sempre un piacere conversare. Spero di non viaggiare più come lo scorso anno, di non fare le valigie e se devo augurarmi qualcosa mi concedo un 4 giorni con David da qualche parte. Niente di più.

Tornerò a fare attività fisica, il mio corpo lo richiede a gran voce, lo sta urlando. Sono dieci mesi che ho mollato la palestra, tre invece che non corro. È tempo di tornare a faticare e di riconsegnare un certo benessere al mio fisico, va bene la pausa del 2013 ma ora basta, ho una gran voglia di rimettermi in movimento. Ad aprile finirò i miei due anni con 2duerighe.com e avrei tutte le carte in regole per diventare pubblicista e nel frattempo speriamo che spunti fuori qualcosa.

Che anno sarà allora? Non lo so. A febbraio forse capiremo in parte la natura di questo 2014, ma le sensazioni, per quanto io voglia essere ottimista a tutti i costi e senza una vera ragione, non sono delle migliori.