Centurioni

Chi si lamenta e addirittura piange miseria fregando tutti in pubblico fa moralmente schifo. Questo è il mio pensiero riguardo la diatriba fra i centurioni del Colosseo e vigili urbani che ieri mattina ha vissuto un’altra puntata. Un nuovo intervento del 118 contro i pittoreschi pseudo centurioni che popolano le strade adiacenti ai Fori ha scatenato un’ondata di risentimento da parte di questi personaggio abusivi e fastidiosi. Secondo l’ordinanza, i centurioni non devono più sostare in queste zone e non possono più svolgere il loro mestiere: farsi fotografare con i turisti stranieri ai quali portavano via dai 5 ai 10 euro per uno scatto sotto l’Anfiteatro Flavio insieme a loro. La reazione di questi ultimi è culminata con una contestazione veemente, un centurione è salito perfino sul Colosseo per attaccare uno striscione di protesta. Insulti, spintoni e minacce, l’incontro-scontro con gli uomini del 118 è stato condito anche da tutto ciò. A me onestamente non interessa molto la vicenda, penso solo che questi personaggi lavorano in nero da anni, non pagano nulla e si sono moltiplicati esageratamente. I vigili si appellano all’occupazione del suolo pubblico da parte dei centurioni, io dico soltanto che è gente che non può svolgere in questo modo questa mezza professione. Non è tollerabile. Sulle presunte pressioni di Della Valle non ho un’idea precisa, di certo loro lì sotto non dovrebbero esserci a prescindere da chi sta facendo la manutenzione del Colosseo. I centurioni reclamano una parità di giudizio: “Se andiamo via noi, lo stesso deve essere applicato anche per gli altri”. La mia risposta sarebbe “magari”. Per me, venditori ambulanti, centurioni, vagabondi, artisti di strada e tutta questa gente qua, non dovrebbe nemmeno costeggiare i Fori o i siti storici di una città che ogni anno accoglie milioni di turisti. Non accetto le dichiarazioni di un centurione che oggi affermava: “Ci lasciassero fare il nostro mestiere, abbiamo famiglie a carico e dobbiamo guadagnare dei soldini”. Ecco, caro il mio centurione con pennacchi e spada a portata di mano, i soldi guadagnateli come la gente normale, cercati un lavoro decente anziché conciarti quotidianamente come un pupazzo, Roma merita rispetto, chi ci guadagna sopra in maniera irregolare non ha diritto di reclamare. Spero pertanto che il pugno di ferro dell’amministrazione prosegua senza passi indietro, liberiamoci di questa gente, liberiamoci di questi parassiti che non danno nulla alla nostra città, l’obiettivo successivo sarà eliminare del tutto i maledettissimi posteggiatori abusivi, gentaglia che ricatta e guadagna in maniera indecorosa.

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Tre notizie

Non ho vissuto la stessa delusione che provai nell’estate del 1997 quando Atene venne preferita a Roma per ospitare le Olimpiadi del 2004, ma se devo essere onesto, ieri pomeriggio, quando ho appreso la notizia del No di Monti ci sono rimasto comunque molto male. Roma perde così una grandissima occasione, il governo ha deciso di non approvare la candidatura della Capitale facendo svanire l’ennesimo grande appuntamento in Italia. Cerco di capire le motivazioni del capo del governo ma so anche che questo treno non passerà più, almeno fino all’edizione del 2028, non proprio domani. Peccato veramente, è un periodo difficilissimo per l’Italia, 5 miliardi di euro di spesa pubblica non sarebbero stati pochi ma credo che i giochi olimpici avrebbero potuto dare finalmente a Roma quella chance per mettersi davvero al livello delle altri grandi capitali europee. Perdere una rassegna del genere è triste, eravamo in pole position davanti a Tokyo, potevamo vivere un sogno, una città moderna con grandi miglioramenti per infrastrutture e spazi, un’idea magica che si sarebbe potuta realizzare grazie ad un evento unico, ma Monti ha detto no. Berlusconi, conoscendo il personaggio e i suoi modi, avrebbe firmato i documenti con l’uniposca color oro. Sicuro.

La Cassazione ha deciso che Luigi Spaccarotella dovrà scontare 9 anni e 4 mesi di galera per l’omicidio volontario di Gabriele Sandri. Non so se si possa dire che giustizia è fatta, di fondo nessuna sentenza potrà far tornare in vita un ragazzo morto mentre dormiva in macchina a causa di uno sceriffo sgangherato che per qualche secondo si è voluto tramutare in un cow boy del Far West. Non parlo da tifoso o da assetato di giustizialismi vari, continuo a considerare questo tragico evento come qualcosa di veramente assurdo, folle come il gesto dell’agente che ieri recriminava perché a suo modo di vedere il processo è stato fatto dai mass media e non in aula. Secondo Spaccarotella la sentenza era già scritta. Non condivido questo sfogo insensato, deve pagare perché ha ammazzato una persona, c’è poco da commentare, chi vuole strumentalizzare il fatto lo faccia pure, lui ha sbagliato è giusto che se ne vada in galera. Punto.

Ho seguito la prima serata del festival di Sanremo ad intermittenza. Mi è piaciuto il pezzo di Luca e Paolo, sempre bravi e simpatici anche se per me hanno esagerato con le parolacce. Alle 20.50, all’apertura di Sanremo, secondo me sono andati un po’ oltre. Nella serata dei colpi scena penso che Belen abbia dato un’altra lezione alla Canalis, esteticamente ma non solo, mentre Papaleo si è guadagnato meritatamente il suo spazio e qualche risata convinta. Lo show tanto annunciato di Celentano non l’ho potuto seguire tutto, con grande rispetto ritengo che sia stata esagerata la pubblicità ed il tira e molla sulla sua presenza ed il conseguente compenso. L’attacco a Famiglia Cristiana e Avvenire l’ho visto come uno sfogo, come un volersi togliere dei sassolini della scarpa, per me ha utilizzato il suo spazio per se stesso. Attendiamo la seconda serata, con la speranza di scoprire la bellona dell’est malaticcia e con l’augurio che non ci siano altri guasti tecnici al televoto.

Lontano dal corteo

Parto subito da un concetto chiaro, io non sono uno che ama le manifestazioni, i cortei e certi tipi di protesta. In vita mia ho partecipato ad un corteo nel novembre del 2001, al primo anno di liceo durante l’occupazione a scuola e ad una protesta nel marzo del 2003 insieme ai professori contro l’attacco sferrato dagli Usa in Iraq. In seguito a queste due esperienze, ho maturato la decisione di non partecipare più a nulla del genere. Non credo nella forza di queste manifestazioni, nella potenza del popolo e nelle possibilità di riuscita di certe cose. Il popolo non conta, è la drammatica realtà, chi crede ancora in questa magica utopia, ossia al contrario, è troppo ancorato a certi moti risorgimentali e rivoluzionari o a periodi trascorsi che non hanno nulla in comune con la situazione odierna. Non credo quindi in queste dimostrazioni, non partecipo e dichiaro apertamente il mio scetticismo anche perché poi i fatti non riescono mai a smentirmi. La manifestazione di oggi, quella organizzata dagli indignati alla fine si è trasformata in un’occasione colossale per qualche centinaia di violenti ed imbecilli che hanno sfruttato tale giornata per scatenare la loro demenza nei confronti di chiunque: macchine, vetrine, palazzi, opere d’arte, gente comune ed ovviamente le forze dell’ordine. Per colpa di persone indegne ci hanno rimesso un po’ tutti, in particolare coloro che sfilavano in corteo in modo pacifico e con le migliori intenzioni. Penso che non si possano più tollerare certe situazioni, se avvengono dei disordini allo stadio si gioca la partita dopo a porte chiuse, su questo esempio per me bisognerebbe abolire o non concedere più certe manifestazioni perché è scontato come poi vadano a finire. Tutti sapevano della minaccia dei Black bloc e che ci sarebbero stati disordini, nessuno può far finta di nulla, non si può lasciare in mano una città ed un centro storico, mettere a repentaglio l’incolumità degli agenti per un migliaio scarso di vandali. Se questo è il risultato credo che non convenga più a nessuno autorizzare certe manifestazioni che nascondono minacce di questo tipo. Sarò impopolare, antidemocratico, esagerato, ma una città non può essere in balia di teppisti che sfruttano pretesti del genere. Chi prova a sfasciare mezza Roma non può nemmeno lontanamente pensare di provare a costruire un futuro. Tralasciando le gesta tristi di tanti miei coetanei posso dire di non capire appieno il motivo dell’indignazione. Ho sentito molte testimonianze dei partecipanti, protestare contro il governo, le banche, la crisi, mi sembra qualcosa di molto astratto. Sono idealmente al fianco di coloro che erano in piazza perché hanno perso il lavoro e non sanno come mandare avanti una famiglia, con quella persone che hanno pagato veramente la crisi, sono vicino a loro ma ripeto un concetto, con queste dimostrazioni non si risolve nulla e non si combatte nessuna crisi. Critico apertamente tanti giovani, anche alcuni miei amici dell’università che erano là un po’ per partito preso, un po’ per demagogia e soprattutto con tanta ipocrisia dentro. Quando si hanno i soldi in tasca, le spalle parate da qualcuno e l’appuntamento alle 23 per uscire il sabato sera e andare nel locale più di moda della capitale è facile dichiararsi indignati, è tanto facile quanto ridicolo ed incoerente.

 

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(Quanto sarà “indignato” il proprietario di questa macchina?)