Lettera dal futuro: alcuni anni dopo…

Caro David,

torno a scriverti dopo un po’ di tempo, sono diverse settimane che non ci sentiamo e quando è successo è sempre stato in maniera molto rapida. Mi prendo quindi una mezz’ora, fra uno scatolone e l’altro da chiudere per scriverti e farti un quadro più chiaro della situazione.

Involontariamente ti ho già dato un indizio piuttosto eloquente, e sì, gli scatoloni in mezzo ai piedi sono sempre un segnale ben chiaro, solitamente di qualcosa che si sta muovendo, nel caso specifico, noi ci stiamo muovendo, ancora una volta.

Sono passati due anni e mezzo da quando ti raccontavo che Fermata ed Elena mi avevano raggiunto qui a Toronto, ma ora è arrivato davvero il momento di tornare in Europa, una volta per tutte. Sento che è così, ma allo stesso modo ho specificato Europa e non Italia.

Stiamo per lasciare il Canada, succederà a fine mese, quindi a breve, e alcune cose le stiamo già spedendo oltreoceano. Casa è stata appena visitata dai prossimi inquilini, persone alla mano, una famiglia francese, uno strano scherzo del destino, perché ricorderai bene che la prima volta che ho messo piede qui, nel gennaio del 2015, fui ospite proprio di una famiglia francese, e ora invece lascio la casa in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni, ad un’altra famiglia della stessa nazione. Ironie della vita Catto, che dire.

Elena sta bene, anzi, scusami se ho temporeggiato fin qui prima di menzionarla. Fermata anche. Stiamo in salute e siamo felici di partire malgrado lo stress che impone un trasloco, soprattutto uno intercontinentale. Non ci crederai ma tutte le volte che mi imbatto in situazioni così, mi torna sempre in mente quella famosa frase di Alfredo rivolta a te, nel giugno del 2011, quando con dei piatti in mano nel suo bilocale al Campus ti disse: “A Catto…non se finisce mai” in preda all’ennesimo spostamento.

Torniamo quindi in Europa, ma potremmo dire in Italia per certi versi. Passeremo due settimane a Roma, poi andremo a Pantelleria e subito dopo rotta per La Valletta. E sì Catto, questa sarà la nostra prossima destinazione, la nostra nuova città. La vita è strana, mi ricordo quando lo dicevamo e concordavamo su questo, e alla fine il destino mi ha portato in un luogo in cui tante volte sarei voluto andare, fin dai tempi dell’Erasmus nel 2010.

Il paradosso è che andiamo in un posto vicinissimo Pantelleria, e la cosa indubbiamente rende felice Fermata, dopo tanto freddo e tanta neve, torneremo nel nostro Mediterraneo e credo che lei si sentirà davvero a casa, anche perché potrà andarci quando vuole in pochissimo tempo, anche per un week-end.

A proposito di Fermata, che bella che è. La guardavo prima, mentre era chinata a chiudere uno scatolone di libri, era di profilo e stava cantando “Stupendo” di Vasco Rossi. Sembrava un quadro, e sono rimasto lì a fissarla, in religioso silenzio.

Elena cresce e devo dire che siamo riusciti nel nostro intento di farla parlare abbastanza in inglese, Malta da questo punto di vista sarà certamente d’aiuto e le permetterà di continuare a crescere in un ambiente anglofono. Per quanto riguarda la tv in cui andrò già ti ho detto, mi sembra un bel progetto, sono motivato e felice di questo nuovo percorso.

Tu che mi dici? So che i bambini crescono, Gianfranco spero si sia dato una calmata. Rossella giorni fa mi ha mandato una foto di voi, tutti e 4 a spasso al lago di Canterno, bellissimo.

Tienimi un tavolo all’Hotel Malaga, nelle due settimana a Roma sicuramente passo a Fiuggi. Ma sta cosa del maneggio come ti è venuta fuori? Cioè, maneggio con agriturismo sulla statale per andare ad Anagni no? Mi pare una gran figata, Maria Grazia ama andare a cavallo, magari facciamo un salto anche lì dai.

Ho sentito Antonio giorni fa, mi ha detto che a breve potrebbero farlo vice preside della scuola lì a Piazza Vittorio, sarebbe un bel colpaccio anche a livello economico. La Bionda mi pare stia bene, non capisco però perché il figlio sia diventato del Torino. Onestamente mi fa ridere la situazione. Di  tante squadre proprio del Toro, ma perché? Solo per andare contro il padre? Be fantastico, un bambino eroe. E pensare che noi non lo abbiamo mai spinto a scegliere questa squadra, del tipo che non gli abbiamo mai detto: “Vedi Paolino, è più bello soffrire che vincere…”

Quanto ad Alfredo, so che sta benone. Che grande il Duomo. A me sta cosa dell’induismo mi fa impazzire anche se da quanto ho capito ha lasciato Bombay. L’attività con il Macaco riguardo il ristorante vegano ha funzionato, ma non come si aspettavano. Ora da quanto ho capito sta a Bengasi, che scopritore, che avventuriero. Spero di vederlo presto. Fra un po’, in qualche modo, saremo nuovamente vicini, affacciandoci sul Mediterraneo.

Ho letto la tua intervista su “Oggi Fiuggi”, bella veramente, però cazzo, ti so’ rimasti due ciuffi in testa, tagliateli Dà, te lo dico in modo spassionato su.

Ti mando un abbraccione e spero di sentirti presto, male che va ci vediamo fra qualche settimana in Italia.

 

P.S. Ma sta cosa che Berlusconi si è ricandidato per le politiche con Forza Italia? Ma ne vogliamo parlare? Non ci salva più nessuno, mamma mia…

Lettere dal futuro – Il festival del cazzeggio

Che poi, in fondo, la colpa è mia, ma fino a un certo punto. Nel senso, io sarò pure il capo-banda dei cazzari, ma pure i zuzzurelloni che mi circondano non sono da meno, basta dargli l’assist ed ecco cosa ti combinano…

Nell’ordine, la mia lettera e le risposte di David e Alfredo.

 

Caro David, come stai?

È tanto tempo che volevo scriverti e finalmente sono riuscito a trovare l’ispirazione giusta e l’umore adatto per prendere carta e penna e raccontarti un po’ di cose.

Sono ormai 4 mesi che sono tornato qui a Toronto, tutto procede nel modo migliore, il programma è cominciato da poco, ma presto inizieremo uno speciale che andrà in onda ogni settimana e stiamo lavorando moltissimo in questi giorni per essere pronti.

Nel frattempo mi hanno raggiunto finalmente Maria Grazia e la piccola Elena. Cresce di giorno in giorno come puoi immaginare, ma avere qua entrambe è davvero tutta un’altra cosa. Finalmente siamo riusciti a ultimare questo altro trasloco, loro sono arrivate venti giorni fa e inevitabilmente ora si aprirà un’altra parentesi.

Fermata è contenta di essere qui, per quanto ovviamente la sua prima preoccupazione sia quella di accudire Elena, penso che fra un po’ di tempo, quando ci saremo veramente sistemati del tutto, anche lei troverà qualcosa. Onestamente abbiamo già delle idee e io ho qualche contatto ma è abbastanza prematuro parlarne ora.

Per il resto, ti dico che la casa nuova in cui stiamo è veramente bella. Grande, luminosa, dotata di ogni comfort e arredata in maniera semplice, adesso che Maria Grazia è qui avremo anche modo e tempo di sistemarla e renderla ancor più piacevole. Il distacco dall’Italia per loro non è stato indolore ma credo sia normale, tutti sappiamo che era comunque la soluzione migliore e poi, di certo, Elena crescerà parlando 3 lingue perfettamente: italiano, inglese e presumo il siciliano…

Tu cosa mi racconti? Che mi dici? L’hotel Malaga di Fiuggi immagino vada a gonfie vele! Sono curioso di avere qualche tua notizia, ma soprattutto voglio sapere come prosegue la gravidanza di Rossella. Quando dovrebbe partorire? Come sta il piccolo Gianfranco?

Giorni fa ripensavo ad Alfredo, e con massima sincerità ti confido che io la mossa di aprire sto ristorante vegano a Bombay con il suo amico, Alessandro, il Macaco, bè non è che l’abbia proprio capita. Però, ti dico anche che da lui sono giocate da fuoriclasse assoluto che ti devi aspettare e sappiamo che spesso ha fatto centro.

Vorrei dilungarmi, farti altre mille domande, però fremo dalla voglia di imbucare questa lettera e di ricevere quanto prima la tua risposta.

Caro Catto del mio cuore, ti abbraccio forte e ti mando un saluto grande da parte mia, di Fermata ed Elena.

A presto,

Matteo

 

Caro Matteo,

la tua lettera mi riempie il cuore. Avrei voluto scriverti in questi giorni ma qui in hotel fino a ieri c’è stata parecchia confusione. Come sai qui a Fiuggi abbiamo ospitato il congresso del Partito della Nazione e in albergo ho avuto parecchi congressisti.

Il piccolo Gianfranco cresce bene, anche se mio cugino sta facendo di tutto per farlo diventare della Roma. L’altro giorno ho tentato di parlargli e gli ho detto: “wèèè franchino, lo sai che papà non è di nessuna squadra, però se tu vuoi proprio essere tifoso diventa dell’Inter come Zio Matteo e Zio Alfredo, o al massimo della Juventus per fare contento Nonno Stefano e Zio Antonio. Ma della Roma no, dai retta a papà!”

Rossella sta bene, è all’ottavo mese. Insomma ci siamo. Sarà una femmina e ho deciso di chiamarla Stefania come primo nome. Come secondo nome Giorgia. E come terzo nome Marta! Lo so tre nomi sono tanti, ma mi sono impuntato, è stato un capriccio nonostante le vane proteste di Rossella.

Non sai chi ho incontrato la settimana scorsa a Roma Est?! Francesca… che brivido caro Matteo! Aveva dieci chili in più come minimo. Non l’ho vista bene. Era in compagnia di un cagnolino che mi ha detto essere il nipote di Willy… te lo ricordi Willy? Attualmente lavora in uno studio di tatuaggi, si occupa della contabilità. Il tatuatore è il cugino di suo marito. Inoltre è diventata pure Assessore all’urbanistica di Ciampino.

Mi fa molto piacere che Fermata e la piccola Elena ti abbiano raggiunto. Il quadro è completo Mattè e non sai quanto sia felice per te! Dammi tempo di sistemarmi con Rossella e la piccola in arrivo e il prossimo anno ti vengo a trovare insieme a Gianfranco.

Che dirti di Alfredo? Non ne ha mai sbagliata una lo sappiamo. Alfredo è uno di quelli che c’ha quel qualcosa in più, c’ha il tocco, c’ha quella scaltrezza giusta!

Va bè, adesso ti saluto. Ci risentiamo presto.

Un abbraccio forte

David

PS: ma insomma La Bionda il prossimo mese è stata invitata da alcune università americane per delle lezioni di linguistica?!! Sta cazzo de Bionda… Forse andrà con lei anche Antonio, tanto ormai che è diventato Preside può fare un pò come cazzo gli pare a scuola!

 

 

Caro Anthony,

come va? Innanzitutto devo dire che ho condiviso questa tua svolta anglosassone. Hai fatto bene a dare un tocco inglese al nome. Certo, forse hai un po’ esagerato nel voler mutare anche il cognome in «Master Andrew». A me piace ricordati come il vecchio «Anto», ma apprezzo anche «Anthony» e rispetto la tua scelta.

Da quando sei diventato preside della British School di Via Veneto non ci siamo più visti. Ho letto sul sito del Ministero dell’Istruzione che parteciperai attivamente a un remake, in lingua inglese, di «Caro Maestro» di Marco Columbro. Una scelta azzardata, che forse io non avrei preso. Le telecamere lasciale a quel coglione del Ciofi. Ormai, penso tu lo ricordi, sono quasi dieci anni che non ci parliamo. Tornato dal Canada se la prese per quella storia del soprannome «Ciofarri» e montò un pandemonio infinito. Naturalmente il Catto gli fece sponda e i nostri rapporti si esaurirono.

Mi hanno riferito che è tornato in Canada per l’ennesima volta, non si rassegna. Dicono vada in giro a millantare una casa luminosa e un buon impiego. In realtà so che se la passa malissimo ed è tornato ospite del povero Mathieu, che ormai è costretto pure a sorbirsi la compagna e la figlia Elena. Bel nome, almeno quello…

David lo sento ogni tanto. I rapporti si incrinarono dopo che mi chiese una consulenza per il rilancio del vecchio Hotel Siviglia. Gli consigliai di mantenere il nome, ma optò per «Malaga». La classica mossa del paesano che vuole smarcarsi dal peso della tradizione. Pare che la cugina, ormai sindaco da 10 anni, l’abbia aiutato un paio di volte con soldi pubblici. La storia era uscita anche su «Oggi Fiuggi», ma poi è riuscito a insabbiarla con la complicità del padre.

Di me cosa vuoi che ti dica: la decisione di trasferirsi in India è stata automatica dopo la conversione all’induismo. Onestamente il buddhismo non mi rappresentava più, avevo bisogno di altro. Fabi continua a sopportarmi e prendersi cura dei nostri tre figli. Ho smesso anche di fare reportage dall’estero, meglio aprirsi un ristorante vegano qui a Bombay, dove peraltro ho ritrovato un vecchio amico.

Salutami tanto la Bionda, ho visto che è entrata nel dipartimento dell’istruzione dell’amministrazione Clooney e che fa di continuo la spola fra Italia e USA.

Oh, Antonhy, ma ti ricordi quando uscimmo insieme la sera del 5 giugno 2015? Chi l’avrebbe mai detto che il giorno dopo la Juventus di Allegri avrebbe vinto la sua prima Champions. Quanta gloria per voi, al netto di Calciopoli numero 5…

Alfredo

“Caro David” – Lettera dal futuro

Caro David, come stai?

È tanto tempo che volevo scriverti e finalmente sono riuscito a trovare l’ispirazione giusta e l’umore adatto per prendere carta e penna e raccontarti un po’ di cose.

Sono ormai 4 mesi che sono tornato qui a Toronto, tutto procede nel modo migliore, il programma è cominciato da poco, ma presto inizieremo uno speciale che andrà in onda ogni settimana e stiamo lavorando moltissimo in questi giorni per essere pronti.

Nel frattempo mi hanno raggiunto finalmente Maria Grazia e la piccola Elena. Cresce di giorno in giorno come puoi immaginare, ma avere qua entrambe è davvero tutta un’altra cosa. Finalmente siamo riusciti a ultimare questo altro trasloco, loro sono arrivate venti giorni fa e inevitabilmente ora si aprirà un’altra parentesi.

Fermata è contenta di essere qui, per quanto ovviamente la sua prima preoccupazione sia quella di accudire Elena, penso che fra un po’ di tempo, quando ci saremo veramente sistemati del tutto, anche lei troverà qualcosa. Onestamente abbiamo già delle idee e io ho qualche contatto ma è abbastanza prematuro parlarne ora.

Per il resto, ti dico che la casa nuova in cui stiamo è veramente bella. Grande, luminosa, dotata di ogni comfort e arredata in maniera semplice, adesso che Maria Grazia è qui avremo anche modo e tempo di sistemarla e renderla ancor più piacevole. Il distacco dall’Italia per loro non è stato indolore ma credo sia normale, tutti sappiamo che era comunque la soluzione migliore e poi, di certo, Elena crescerà parlando 3 lingue perfettamente: italiano, inglese e presumo il siciliano…

Tu cosa mi racconti? Che mi dici? L’hotel Malaga di Fiuggi immagino vada a gonfie vele! Sono curioso di avere qualche tua notizia, ma soprattutto voglio sapere come prosegue la gravidanza di Rossella. Quando dovrebbe partorire? Come sta il piccolo Gianfranco?

Giorni fa ripensavo ad Alfredo, e con massima sincerità ti confido che io la mossa di aprire sto ristorante vegano a Bombay con il suo amico, Alessandro, il Macaco, bè non è che l’abbia proprio capita. Però, ti dico anche che da lui sono giocate da fuoriclasse assoluto che ti devi aspettare e sappiamo che spesso ha fatto centro.

Vorrei dilungarmi, farti altre mille domande, però fremo dalla voglia di imbucare questa lettera e di ricevere quanto prima la tua risposta.

Caro Catto del mio cuore, ti abbraccio forte e ti mando un saluto grande da parte mia, di Fermata ed Elena.

A presto,

Matteo

Dammi retta Dà

Tre cose bizzarre ed in qualche modo legate si sono combinate casualmente giorni fa. La prima è stata un mio pensiero, una mia riflessione intima, una di quelle che faccio fra me e me perché sostanzialmente mi vergogno ma allo stesso modo ho grande rispetto verso la mia coscienza. Mentre camminavo dentro St James’s Park per andare a prendermi il mio quotidiano pranzo da Metro, alla 43esima volta in cui mi è venuto da ripetermi lo striscione del derby, mi sono detto: “Sono giorni che vado avanti con questa litania, io mi devo far vedere da qualcuno, ma da qualcuno veramente bravo, perché non è possibile così”. È evidente che “Le radici di chi da sempre governa la città troverete, o voi bramosi che con invidia osservate, fra le merlature della torre del Filarete” mi è piaciuto in modo esagerato e sono entrato in fissa con la frase, come quando ti canticchi ogni dieci minuti una canzone che ti ha preso.

A questo fatto, si è aggiunta la considerazione dell’altro ieri che è scaturita dopo la mia chiamata con David, al quale ho volutamente ricordare che dobbiamo andare a Lisbona, a scanso di equivoci, ogni tanto al velocipede fiuggino è bene rinfrescare la memoria, un po’ perché si sta inesorabilmente invecchiando (oltretutto male) e poi anche perché, tanto per usare una citazione, è una banderuola e quindi non bisogna mai fidarsi troppo di lui.

La considerazione è stata però un’altra e anche questa si lega in qualche modo ad una mail che ho mandato sempre al Catto qualche settimana fa, e che lui stesso ha definito la più divertente che io gli abbia mai mandato. Arrivo al punto che è il seguente: finché non si fidanza lui non lo voglio fare nemmeno io. Appurato il fatto che il rischio sembra piuttosto lontano ed è un discorso che non ci riguarda nemmeno di striscio, onestamente penso sia la cosa migliore. Sì perché dobbiamo fare ancora troppe cose insieme, e persone in mezzo sarebbero un intralcio, una maledizione, un dramma. Il Gallo è poi uno di quelli che una volta fidanzato si ricorderebbe degli amici intimi solo a Natale per un sms seriale e preimpostato di auguri, quindi bisogna evitare sta disgrazia in tutti i modi. Delle “intruse” ci limiterebbero, già una sarebbe un problema, due sarebbero un ecatombe. Non deve succedere perché ci aspetta Lisbona, dobbiamo andare a Mosca, tornare a vedere il Palio, tornare entrambi a Dublino insieme, la maratona, fare quel famoso giro in coppia del sud Italia. Troppi impegni che impongono chiaramente uno status di singletudine ad oltranza.

Per quanto mi riguarda il rischio non c’è. Finché sto qua, sono al sicuro. Quando tornerò avrò troppe cose da fare e poi, come diceva sabato scorso Gabriele, Roma non è la piazza per me per diversi motivi. Oltre a sostenere che magari dovranno passare ancora un paio d’anni (Gallo, sarebbe perfetto, speriamo proprio) ha firmato la sua previsione con la sua innata sapienza, un prossimo futuro che mi mette al riparo da brutti scherzi. Meraviglioso.

A tutto questo va aggiunto che l’altro ieri mi sono imbattuto in un articolo sul Corriere della Sera in cui veniva raccontata la storia di un signore di Padova che al momento del matrimonio ha fatto firmare alla moglie una specie di contratto in cui lei si impegnava a lasciarlo libero ogni domenica per vedere la sua squadra. Una roba fantastica, un fenomeno lui, una donna ammirevole lei.

Pensavo che potrebbe essere una buona idea da tenere a mente, qualora appunto dovesse consumarsi il fattaccio. Mi sentirei liberato dall’angoscia che mi attanaglia maggiormente da sempre, quella di dover discutere ogni domenica con qualcuno che pensa che a me possa piacere di più fare altro, in concomitanza con quei 90 minuti. No, non c’è altro che io preferisca.

È stato scientificamente già testato, ci ha sperato mia madre per anni, da tempo s’è arresa anche lei. Sì perché io preferisco vedermi un avvincente Inter – Carpi fino all’ultimo istante piuttosto che uscire a fare i regali di Natale al centro commerciale. Non posso perdermi un secondo ed il motivo l’ho capito anni fa, una sera di gennaio del 2010, ma questa è una lunga storia e presto magari la racconterò.

Quindi, ricapitolando, Gallo dobbiamo restare così, so che penserai che il problema non si pone, ma io te lo dico uguale. So anche che tu Duomo non potrai condividere e partirai al contrattacco, ma fidati. Meglio così, dammi retta Gallo, abbiamo da fare, io mi posso avvitare ad esempio al divano, insomma dai, non sono cose che fanno per noi. Come hai concluso tempo fa sontuosamente, “Mi piace, ma non sono molto interessato”.

Ah, quanta saggezza si annida nelle strade di paese…

 

Frase della settimana

Avrei voluto conoscere il Catto da piccolo per dirgli: “Bambino, se vuoi possiamo diventare amici…”