Dammi retta Dà

Tre cose bizzarre ed in qualche modo legate si sono combinate casualmente giorni fa. La prima è stata un mio pensiero, una mia riflessione intima, una di quelle che faccio fra me e me perché sostanzialmente mi vergogno ma allo stesso modo ho grande rispetto verso la mia coscienza. Mentre camminavo dentro St James’s Park per andare a prendermi il mio quotidiano pranzo da Metro, alla 43esima volta in cui mi è venuto da ripetermi lo striscione del derby, mi sono detto: “Sono giorni che vado avanti con questa litania, io mi devo far vedere da qualcuno, ma da qualcuno veramente bravo, perché non è possibile così”. È evidente che “Le radici di chi da sempre governa la città troverete, o voi bramosi che con invidia osservate, fra le merlature della torre del Filarete” mi è piaciuto in modo esagerato e sono entrato in fissa con la frase, come quando ti canticchi ogni dieci minuti una canzone che ti ha preso.

A questo fatto, si è aggiunta la considerazione dell’altro ieri che è scaturita dopo la mia chiamata con David, al quale ho volutamente ricordare che dobbiamo andare a Lisbona, a scanso di equivoci, ogni tanto al velocipede fiuggino è bene rinfrescare la memoria, un po’ perché si sta inesorabilmente invecchiando (oltretutto male) e poi anche perché, tanto per usare una citazione, è una banderuola e quindi non bisogna mai fidarsi troppo di lui.

La considerazione è stata però un’altra e anche questa si lega in qualche modo ad una mail che ho mandato sempre al Catto qualche settimana fa, e che lui stesso ha definito la più divertente che io gli abbia mai mandato. Arrivo al punto che è il seguente: finché non si fidanza lui non lo voglio fare nemmeno io. Appurato il fatto che il rischio sembra piuttosto lontano ed è un discorso che non ci riguarda nemmeno di striscio, onestamente penso sia la cosa migliore. Sì perché dobbiamo fare ancora troppe cose insieme, e persone in mezzo sarebbero un intralcio, una maledizione, un dramma. Il Gallo è poi uno di quelli che una volta fidanzato si ricorderebbe degli amici intimi solo a Natale per un sms seriale e preimpostato di auguri, quindi bisogna evitare sta disgrazia in tutti i modi. Delle “intruse” ci limiterebbero, già una sarebbe un problema, due sarebbero un ecatombe. Non deve succedere perché ci aspetta Lisbona, dobbiamo andare a Mosca, tornare a vedere il Palio, tornare entrambi a Dublino insieme, la maratona, fare quel famoso giro in coppia del sud Italia. Troppi impegni che impongono chiaramente uno status di singletudine ad oltranza.

Per quanto mi riguarda il rischio non c’è. Finché sto qua, sono al sicuro. Quando tornerò avrò troppe cose da fare e poi, come diceva sabato scorso Gabriele, Roma non è la piazza per me per diversi motivi. Oltre a sostenere che magari dovranno passare ancora un paio d’anni (Gallo, sarebbe perfetto, speriamo proprio) ha firmato la sua previsione con la sua innata sapienza, un prossimo futuro che mi mette al riparo da brutti scherzi. Meraviglioso.

A tutto questo va aggiunto che l’altro ieri mi sono imbattuto in un articolo sul Corriere della Sera in cui veniva raccontata la storia di un signore di Padova che al momento del matrimonio ha fatto firmare alla moglie una specie di contratto in cui lei si impegnava a lasciarlo libero ogni domenica per vedere la sua squadra. Una roba fantastica, un fenomeno lui, una donna ammirevole lei.

Pensavo che potrebbe essere una buona idea da tenere a mente, qualora appunto dovesse consumarsi il fattaccio. Mi sentirei liberato dall’angoscia che mi attanaglia maggiormente da sempre, quella di dover discutere ogni domenica con qualcuno che pensa che a me possa piacere di più fare altro, in concomitanza con quei 90 minuti. No, non c’è altro che io preferisca.

È stato scientificamente già testato, ci ha sperato mia madre per anni, da tempo s’è arresa anche lei. Sì perché io preferisco vedermi un avvincente Inter – Carpi fino all’ultimo istante piuttosto che uscire a fare i regali di Natale al centro commerciale. Non posso perdermi un secondo ed il motivo l’ho capito anni fa, una sera di gennaio del 2010, ma questa è una lunga storia e presto magari la racconterò.

Quindi, ricapitolando, Gallo dobbiamo restare così, so che penserai che il problema non si pone, ma io te lo dico uguale. So anche che tu Duomo non potrai condividere e partirai al contrattacco, ma fidati. Meglio così, dammi retta Gallo, abbiamo da fare, io mi posso avvitare ad esempio al divano, insomma dai, non sono cose che fanno per noi. Come hai concluso tempo fa sontuosamente, “Mi piace, ma non sono molto interessato”.

Ah, quanta saggezza si annida nelle strade di paese…

 

Frase della settimana

Avrei voluto conoscere il Catto da piccolo per dirgli: “Bambino, se vuoi possiamo diventare amici…”

Dammi retta Dàultima modifica: 2015-04-25T02:33:11+02:00da matteociofi
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