L’ultimo giro

Era un pomeriggio di fine settembre del 1993 quando per la prima volta in vita mia mi misi in sala da pranzo a casa di nonna per fare i compiti. Quella mattina, la maestra Adria, ci aveva assegnato il primo compito per casa, scrivere su tutta la pagina il nostro nome. Fu così quindi che quel pomeriggio sul mio quadernino giallo di Topo Gigio iniziai un qualcosa che solo oggi pomeriggio dopo 18 lunghi anni vede la sua fine. È la sera prima dell’ultimo esame, un momento importante ma soprattutto simbolico, l’ultima vigilia di un esame universitario, un qualcosa che molto probabilmente non rivivrò mai più. Mi mancheranno molte cose dell’università, in particolare questi momenti, gli attimi della vigilia, quel genere di emozione che negli anni è diventata una splendida abitudine, una cosa di cui non riesco a fare a meno per quello che mi trasmette ogni volta. Dopo 44 esami ed una tesi triennale è giunto l’atto finale nell’esame più bello ed entusiasmante, nel corso che in fondo ha stravolto i miei ultimi anni accademici. Chiudere così è veramente il  massimo, ho cercato di pianificare gli esami in modo da poter sostenere Storia della Gran Bretagna alla fine per chiudere in bellezza proprio come alla triennale. Come sempre anche stavolta vivo una vigilia serena caratterizzata dalla voglia e dall’entusiasmo e credo fermamente che questo approccio sia stata la chiave fondamentale per il mio percorso universitario. Mai paura, mai ansia ma sempre la consapevolezza di potercela fare, soprattutto dopo i primi esami. La classica angoscia del giorno prima ha sempre lasciato spazio a sensazioni belle, all’adrenalina, al gusto di dover dimostrare e conquistare qualcosa. Fra qualche anno ci ricorderemo di questo, di quello che abbiamo vissuto e di quegli attimi prima o dopo un esame, certamente non della lode, di quel 26 immeritato o di una bocciatura. Tra 10 anni conteranno solo i momenti vissuti, i ricordi, i brividi. Ho nella mente ogni esame sostenuto, i più belli rimangono quelli fatti con Emore, soprattutto quello alla triennale nel gennaio del 2008, esame fantastico e coinvolgente. La più grande ingiustizia rimarrà quella nel modulo B di storia contemporanea con il Vecchietto, un 27 immeritato dettato dall’anzianità del docente che non si ricordava certe cose. È impossibile non ricordare la pagliacciata di Poesia del 900, l’esame di lett.di viaggio fatto all’improvviso dopo che 5 minuti prima ero stato spostato al giorno successivo, quello di Natalini sostenuto in coppia alle 19.50 dopo 10 ore di attesa, oppure l’esame con la Ceci in cui la professoressa mi disse che le ero simpatico e mi ribattezzò Il Mago. Indelebile è la prima ed unica bocciatura e la soddisfazione nel superare 14 giorni dopo lo scoglio di glottologia con un misero 23. Indimenticabili sono gli esami con Il Presidente, affascinanti sfide con stravaganti siparietti e l’ultimo della triennale con più di dieci amici a vedermi ed il brindisi successivo per festeggiare il traguardo. Memorabile rimarrà uno degli ultimi esami, quello di lett. inglese in cui si entrava a coppie ed io e Antonio scombinammo tutta la lista con mille impicci pur di entrare insieme. L’ultimo ricordo è quello della precedente sessione estiva, un mese e mezzo vissuto ad un intensità pazzesca e per la prima volta con il timore di rovinare una magistrale perfetta. Il momento più esaltante rimarrà la telefonata de La Bionda in cui mi avvertiva che erano usciti on-line i risultati dello scritto che avevo dovuto risostenere insieme a lei. Dopo aver letto 30 l’esultanza fu ovviamente fuori luogo. Tutti questi momenti resteranno lì, scolpiti nel cuore e continueranno a generare sentimenti forti e potenti. Aver potuto condividere questo percorso con tanti amici è stata la fortuna maggiore soprattutto quando capisci che certi rapporti vanno al di là di un’aula e ti sanno regalare qualcosa di raro. Non mi rendo conto che domani finirà in qualche modo qualcosa, lo capirò dopo Natale quando non dovrò aprire nessun libro per la sessione di gennaio, oppure ad ottobre quando non dovrò seguire i corsi del nuovo anno accademico. Il carro da parata per la sfilata di domani, come direbbe Gabriele, è pronto, poche ore e vivrò l’ultimo tango a Tor Vergata, questa interminabile corsa per quanto mi riguarda volge alla fine, l’arbitro ha suonato la campanella, è cominciato l’ultimo giro.

 

La verità

La verità. È questo il titolo tradotto del libro che ho terminato di leggere poche ore fa dopo undici giorni di grande studio e applicazione. La verità di Hillsborough dopo oltre 22 anni ancora è avvolta nel mistero per la giustizia britannica, molto meno per usare un eufemismo per chi ha perso un proprio caro in quel pomeriggio di aprile. Leggere questo libro è stato stimolante e coinvolgente. Duro e puro mi verrebbe da dire, non è un caso se in copertina c’è scritto This book is dynamite. Il lavoro di Phil Scraton è inappuntabile, preciso, minuzioso e sempre molto delicato nel raccontare le esperienze drammatiche di chi ha vissuto una tragedia del genere. Leggere in inglese non è certamente agevole ma è stato quell’ostacolo che mi ha dato una motivazione in più per entrare completamente in questo mondo, in questa vicenda fatta di ingiustizie e ricca di domande senza risposte. Ho fatto ricorso a tanta pazienza, soprattutto quando dovevo rompere il filo della lettura per cercare una parola sul dizionario on-line, ma alla fine mi rimane la soddisfazione ed il piacere di essermi immerso in qualcosa di nuovo e di assolutamente interessante. Dopo oltre due decenni il verdetto è morte accidentale, 96 persone sono morte e la colpa non è di nessuno malgrado il report effettuato dal Ministro della Giustizia di allora Lord Taylor, il quale sosteneva che il disastro fosse avvenuto per mismanagment of the crowd, l’incapacità di gestire la folla da parte della polizia del South Yorkshire. I racconti dei sopravvissuti e le testimonianze di chi ha visto la morte protagonista sono momenti toccanti, quegli attimi in cui leggi una riga ma l’occhio scappa a quella successiva per capire come è andata a finire una situazione in particolare. Capire i fatti ma soprattutto gli antefatti mi ha permesso di avere una panoramica totale della vicenda, senza dimenticare il dramma dell’Heysel e  quello di Bradford. Sono contento di aver conosciuto tanti dettagli in più e sono fiero di aver studiato questa vicenda per un esame universitario e di aver già impostato in parte il mio lavoro per la tesi che avrà come nucleo centrale proprio Hillsborough. Raccontare un fatto del genere, sensibilizzare chi ne è completamente all’oscuro è per me una sorta di responsabilità, parlare di questa tragedia è l’unica cosa che si può fare. Parlare per non dimenticare, scrivere per commemorare, non è mai stata fatta giustizia ma il ricordo è sempre vivo e non si può far altro che sottoscrivere le parole di Margaret Aspinall la quale in quel pomeriggio perse suo figlio e che nell’ultimo memoriale ha sintetizzato tutto dicendo: “Hillsborough non è la più grande tragedia della storia britannica ma la più grande ingiustizia avvenuta in questo paese”.

Ora e per sempre, YNWA.

Il pacco

Liverpool-East Midlands-Lipsia-Roma. Questo è stato il tortuoso ma rapidissimo tragitto che ha fatto il mio pacco prima di giungere a destinazione grazie al corriere espresso Dhl. Martedì mattina ho ricevuto quindi ciò che avevo prenotato soltanto il giovedì sera precedente, in nemmeno 3 giorni lavorativi ho avuto tutto quello di cui avevo bisogno ma degli inglesi ti puoi sempre fidare e questa ne è stata l’ennesima riprova. In questo pacco c’erano due cose in particolare, un libro, ovvero Hillsborough The truth ad opera di Phil Scraton ed una polo gialla del Liverpool che avevo comprato sul sito essendo in saldo. Questi due pezzi li ho presi sullo store on-line dei Reds, avevo bisogno di questo libro perché è quasi arrivato il momento di rimettermi al lavoro considerando che l’ultimo esame, quello di Storia della Gran Bretagna, andrà ufficialmente in scena il 2 settembre. Fissata questa data mi sono messo in cerca del libro e comprarlo sul sito del Liverpool si è rivelata la mossa più sagace considerando il prezzo e la rapidità con cui mi è stato recapitato. Hillsborough The truth è il testo nel quale viene ripercorsa la tragedia del 1989 di Sheffield quando morirono 96 tifosi del Liverpool, un evento che mi ha sempre colpito e coinvolto e sarà il tema base della mia tesi magistrale. Ho proposto questa vicenda al professore e lui ne è rimasto entusiasta per l’originalità, perché è una caso spinoso e soprattutto perché è un argomento molto poco battuto in Italia. Per me ha un valore speciale per mille motivi che ora non sto qui a ripetere, chi segue un po’ il blog forse lo saprà, di certo aver visto la lapide del memoriale 3 anni fa mi ha segnato, così come l’orologio di Anfield Road che è sempre fisso alle 15.06 ora in cui venne sospesa quella drammatica partita. Questo libro sarà anche il manuale per il mio esame, dovrò fare 12 cfu e 6 saranno su tale argomento, l’altro modulo verterà sul corso svolto in questo secondo semestre ovvero la storia dell’impero britannico e qui dovrò studiare un altro manuale che devo ancora comprare. Il 2 settembre questa accoppiata di testi mi permetterà di chiudere ogni discorso per ciò che riguarda gli esami prima di catapultarmi sulla tesi dopo essere tornato da Pechino. Il libro di Scraton è di 272 pagine, scritto piccolo ed interamente in inglese, leggerlo sarà tanto affascinante ed interessante quanto complicato, ci vorrà del tempo credo almeno il doppio di quanto ci avrei impiegato se fosse stato tradotto in italiano. Tra lunedì e martedì terminerà il mio ozio indegno e partirà la mia preparazione verso questo appuntamento, mi attende l’ultimissimo giro e devo riaccendere il motore ma ne vale la pena, stavolta come non mai.

 

 

 

pacco,libro,hillsborough,università,esami

 

(Ho ritirato anche il visto, è già quasi tutto pronto)

L’ultimo fantasma

fantasma.jpg

Sono arrivato al penultimo esame (l’ultimo vero) con molta poca pressione, un po’ di menefreghismo ed una serenità che non mi ha fatto vivere nemmeno un briciolo di emozione o di ansia. Sono giunto a questo appuntamento e mi sono sentito un po’ come Pegasus quando arriva al dodicesimo tempio, quello del segno zodiacale dei Pesci e deve affrontare l’ultima sfida per l’armatura dorata. Avevo chiuso la triennale con una piccola macchia, quella della bocciatura del 17 gennaio 2007 in Glottologia, il mio terzo esame che recuperai due settimane dopo con un striminzito ma soddisfacente 23 con il professore titolare. Alla magistrale, la sfida segnata sul calendario, era quella con Linguistica generale, la rivincita di Glottologia considerando che avrei potuto incontrare nuovamente la mia carnefice, il mio ultimo fantasma da sconfiggere. Venerdì è stato il turno di questo esame che  in qualche modo avrebbe deciso il mio voto di partenza in seduta di laurea. Nel mega calcolo finale, oltre al compito scritto venivano prese in considerazione delle tesine svolte durante questi mesi, alla fine, il voto è stato 30. L’ho saputo ieri, fra il soddisfatto e l’incredulo ho messo in bacheca il terzo 30 consecutivo in questa sessione, considerando che ero partito con quel famoso 22 il 3 di giugno, la rimonta è stata completata, non potevo fare meglio, anzi, sono andato oltre ogni previsione. Questo voto suggella una grande magistrale, ma soprattutto cancella del tutto quella bocciatura, quattro anni e mezzo dopo mi sono preso la mia rivincita nei confronti di un corso che non amo e lo dico molto onestamente. Apprezzo molto la professoressa, baratterei ogni cosa per sapere la metà delle cose che sa lei a soli 37 anni, ma intanto mi godo quest’ultima prestazione. In realtà penso che ormai l’università sia diventata troppo facile per me, nel senso che sono talmente padrone del meccanismo che riesco ad ottenere ciò che desidero. Come dicevo nell’ultimo post, questa sessione è stata più avvincente, con il “rumore dei nemici” in sottofondo ma in sintesi i risultati sono stati gli stessi di sempre. Ha vinto il mio metodo, studiare costantemente ma poco, un’ora la mattina, un’ora il pomeriggio, sono fortunato perché ho sempre avuto una grande capacità di apprendimento al volo e questo a volte mi basta. Manca ancora un tassello quello dell’ultimo esame di settembre, 12 cfu che dovrò conquistare con il mio professore, con il mio relatore, nella mia materia. Sarà una formalità, non lo sottovaluto perché desidero chiudere in bellezza, magari con una bella lode così come fu alla triennale, ma di certo non mi preoccupa minimamente, sarà un piacere studiare e poi sostenerlo. Sconfitto l’ultimo fantasma non ho veramente più nulla da chiedere, ho fatto tutto, ho vinto praticamente ogni cosa, sono in tempo con esami e tutto il resto, voglio ancora il massimo alla tesi ma in realtà desidero già altro, è tempo di nuove avventure, di stimoli nuovi e sfide che mi facciano crescere, fra 6 mesi sarà così anche perché, a Lettere e Filosofia, il mio tempo sta giustamente volgendo al termine.