Il “frasario” di mia nonna

 

La tendenza della mia estate è stata quella di imitare mia nonna. Ironizzo sulle sue frasi, ripeto le sue espressioni, cerco di riprodurre le sue parole. In questa volontaria opera di imitazione, ci sono alcune battute che a me fanno particolarmente ridere.

 

“Eh, quello è ‘n artro del partito del Pio”. Questa espressione è un capolavoro per ciò che nasconde. Non è di facile comprensione e pertanto merita una spiegazione. La frase si rivolge a qualcuno, ad una persona che chiede, pretende, vuole e non dà mai. Il Pio alla fine sta infatti per prendere, ricalcando la prima persona singolare del verbo prendere in romanesco: Io pio.

Insomma se prendi e basta e non dai mai, sei uno del partito del Pio.

 

“Porta un culo che pare ‘n quadrimotore”. Diciamo che questa frase è molto più chiara, o meglio, lascia spazio a pochi dubbi. Si riferisce a qualcuno che pesa molto, ad una persona grassa che inevitabilmente ha messo su dei chili in una zona particolare del proprio corpo, il proprio fondoschiena. Il parallelismo con il quadrimotore, storico aereo della Piaggio il P.108, si collega all’ampiezza del velivolo paragonato alla larghezza del Lato B della persona in questione.

 

“Bono pure quello, fa parte de ‘na ghenga”. Altra espressione volta a sottolineare le qualità non eccelse di qualcuno. Nel caso specifico, l’ironico Bono all’inizio apre la strada ad una conclusione che si caratterizza in ghenga, parola che a me fa molto ridere. Credo sia una sorta di traduzione italiana e antecedente di Gang.

 

“Sì, ciao”. Frase che sta diventando un tormentone anche per merito di mio padre. L’espressione detta da mia nonna è un modo per sottolineare la sua poca convinzione o il non interesse in qualcosa. Se qualcuno le dice un fatto poco credibile lei ti dice così, un po’ come te saluto

 

“E lallero”. È un intercalare di difficile interpretazione forse una sorta di ellapeppa o qualcosa del genere. Anche qui la frase viene esclamata quando mia nonna non crede troppo a ciò che sente o che le è stato riferito.

 

“La messa cantata che dicono ‘r giorno de Pasqua”. Qui ci addentriamo nel complesso e spinoso mondo delle imprecazioni, a me fa ridere perché non riesco a capire il motivo per cui si debba scegliere una cosa così specifica, particolare. Insomma, la sua ricercatezza le conferisce un tono quasi aulico.

 

“Vaffa frega”. Le persone anziane a Roma usano questa espressione che non si può nemmeno considerare un epiteto, è una finta imprecazione la quale non si rivolge ad una persona ma più che altro alle cose. Non so sinceramente se ci sia un legame tra il termine frega e ciò che nel romanesco significa nella sua accezione più volgare nella forma verbale fregare. Malgrado tutto siamo difronte ad una frase che appartiene alla più profonda cultura popolare.

 

“E dimo che vabbé”. Il pezzo forte è questo. Frase secca e chiara. Intercalare, puntini di sospensione, chiosa su qualunque discorso di ogni tipo. Tra il saggio e lo speranzoso, con un filo di convinzione che le cose potevano andare comunque peggio.

 

“E’ tutto ‘n fracantò”. Impossibile tradurre o spiegare il termine fracantò, non saprei analizzare l’etimologia, credo sia un qualcosa di onomatopeico che richiama il rumore e il chiasso. La frase sottolinea come una situazione sia ingarbugliata, incasinata, difficile da decifrare.

 

“Io nun ho mai aperto il frigo dei fiji mia…”. Quanta discrezione in questa frase! Una considerazione che mia nonna fa sempre, a prescindere, un po’ per mettere le mani avanti, un po’ per sottolineare che lei non si intromette, che si fa gli affari suoi e che non si permetterebbe mai di aprire il frigorifero a casa degli altri, nemmeno dei suoi figli. Educazione e rispetto. Prima di tutto.

Appunti, poesie, frasi

 

Bene, bene, bene. Insomma, il ponte radio tra Lugano e Roma pare sia stato ripristinato del tutto e quindi possiamo procedere anche perché in caso contrario l’ultimo post sarebbe rimasto qui per 7-8 mesi. Superato questo ostacolo tecnologico, andiamo avanti.

Voglio riportare qui di seguito tre poesie, anche se la prima è più che altro un pensiero. Le voglio pubblicare perché mi piacciono, perché hanno un senso e perché mi hanno spinto a fare una considerazione, forse banale ma pur sempre vera. Avessi letto queste cose, in particolare le prime due, qualche anno fa sarei entrato in una trance di fomento infinita, mi sarei trasformato in un fuscello in balia delle onde dell’esaltazione. Sarebbe successo questo, perché in fondo è tutto relativo e le cose assumono un valore in base ai tempi e alle situazioni. Oggi leggo queste parole e posso dire che catturano ancora la mia attenzione ma non mi stimolano più come un tempo.

Forse è normale, anche perché, molto probabilmente, ogni cosa ha il suo tempo.

 

 

Perché la vita la misuri in ogni caduta.

Perché combattere significa non fidarti di nessuno, sapere che qui tutto è in salita, pararti sempre le spalle e ricordare chi non ce l’ha fatta.

Quando lo capisci, non combatti però solo per te stesso, per il titolo, per i soldi o per la fidanzata che devi sposare…

Combatti per tutti.

 

(Roberto Saviano)

 

 

Se credi di essere battuto, lo sarai.

Se ritieni di non saper osare, non oserai.

Se vuoi vincere, ma pensi di non riuscirci, è quasi certo che fallirai.

Se immagini di perdere, hai già perso, perché nel mondo è vero che il successo inizia dalla volontà dell’individuo, è nella sua mente.

Se credi di venir surclassato, lo sarai.

Per elevarti devi puntare in alto, devi essere sicuro di te prima di poter vincere un premio.

Le battaglie umane non arridono sempre all’uomo più forte o veloce.

Prima o poi l’uomo che vince sarà l’uomo che crede di poter vincere.

 

(Napoleon Hill), Pensa e arricchisci te stesso

 

 

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore

e cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

 

(Rainer Maria Rilke)

Le vostre frasi

È trascorso esattamente un mese da quella triste domenica mattina di fine ottobre. Oggi però non voglio parlare di ciò che è stato, sfrutto la data e la ricorrenza per fare un’altra cosa, per ringraziare pubblicamente chi ha avuto la bontà, il cuore e la voglia di essere al mio fianco in questo periodo.

Il vostro affetto, il sostegno ed il calore che mi avete trasmesso e dimostrato è stato a tratti commovente ed impagabile.

Qui di seguito ho voluto raccogliere alcune frasi, quelle forse più significative che mi avete scritto o detto, sono di 8 persone diverse che si riconosceranno subito.

Grazie di cuore.

 

 

“Ti abbraccio fortissimo, tieni duro che tanto non ti spezzi, il vecchio cuore granata non smette mai di combattere!!!”. (29 ottobre)

 

“A volte bisogna perdere tutto per trovare ciò che è veramente importante…”. (30 ottobre)

 

“E tu? Cosa puoi fare tu? Ricominciare. Ricomincia da te. Tu hai Matteo innanzitutto, è la cosa più importante”. (1 novembre)

 

“Ti esorto a lottare ancora, stavolta per superare una delusione. Che non meriti”. (1 novembre)

 

“Se hai bisogno ci sono sempre…un abbraccio”. (1 novembre)

 

“La scelta sta a te, ma sappi che la tua presenza è molto importante per me”. (3 novembre)

 

“Un abbraccio, cerca di non pensare troppo”. (4 novembre)

 

“Mail assolutamente inaspettata…”. (6 novembre)

 

“L’unica risposta in questi casi è evitare di farsi la domanda”. (6 novembre)

 

“Ti abbraccio con le parole che accompagnarono il viaggio di ritorno da Beijing datato 19 maggio 2010 e chiusero la mia tesi di laurea:

 

It matters not how strait the gate,

How charged with punishments the scroll.

I am the master of my fate:

I am the captain of my soul”.(7 novembre).

 

“E quando F. mi fa notare che noi siamo simili, “todo corazòn”, non si sbaglia. Riservati, controllati, persone diverse che si deve avere la pazienza di “coltivare”, capire e accettare.

Salda il conto intero o tieni in tasca lo scontrino.

Non aver paura di tenerti tutto dentro, alla fine è il posto più sicuro in cui custodire le cose preziose”.  (14 novembre)

 

“Ho conosciuto un bellissimo lato di Matteo che mi ha sorpreso, perché non l’avevo mai palesemente visto… Forse perché non avevi avuto finora modo di mostrarlo… Forse perché hai sempre voluto tenerlo un pochino per te… 🙂 Questo ti deve restare”. (16 novembre).

 

“E’ un momento estremamente difficile e ti sono vicino e ti penso più di quanto immagini. Sconfiggi i tuoi demoni, esplora nuove strade e l’alba arriverà. Scoprirai che il dolore ti avrà fatto scoprire altri mondi dentro te stesso che non avresti mai immaginato…Ti abbraccio fortissimo”.

(18 novembre).

 

“Vedi sì, anche lontani ci sappiamo schierare a guardia del fomento! un abbraccio”.

(19 novembre).

 

“Anzitutto grazie per la fiducia”. (19 novembre).

 

“È il momento di reinventarti, sfrutta l’occasione in qualche modo e rompi quegli argini, è l’ora di rischiare. Perché tanto ce la fai, ce la fai. Perché non dovresti farcela?”. (25 novembre)

 

“Il forse ti farà andare avanti, devi andare a vedere cosa ti riserva la vita, se ha deciso che quello non doveva essere il tuo “destino”.” (25 novembre).

 

“Non perdere mai la convinzione che, nonostante tutto, il timoniere sei tu e per quanto la nave possa essere in balia della tempesta, prima o poi la tempesta finirà. Il problema è solo uno: lasciarsi portare dalle onde e allora può darsi che la barca non sopravviva alla tempesta, o provare ad andare contro le onde, facendo il doppio della fatica, ma conservando la speranza che, quando uscirà il sole, la barca sarà intera e non si sarà ribaltata”. (27 novembre).

 

 

Le cose della settimana

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(La foto della settimana)

 

 

“Tenerè! La moto si chiamava Tenerè! E il Catto c’andava a comprare il latte ad Anagni”. (Alfredo)

(L’sms della settimana)

 

 

Benitez al Chelsea.

(La notizia della settimana)

 

“Non sempre chi si ferma è perduto: alle volte è semplicemente arrivato”. (A. Bergonzoni)

(Citazione della settimana)

 

 

“Sto male tipo la sera del 5 maggio 2002 moltiplicata per 20” .(Matteo)

(La frase delle settimana)