Dalla parte del Papa

 

In un mondo in cui resiste il dilemma tra essere ed avere, con la bilancia che pende nettamente per quest’ultima, c’è un’altra via che si sta facendo sempre più battuta: quella dell’apparire.

Questa terza via, non certamente quella teorizzata da Anthony Giddens (sto alzando il livello del post in maniera non facilmente quantificabile) è ormai un’alternativa che coinvolge molta gente: ragazzi, giovani, semi adulti, tutti quelli che amano ostentare. L’importante è sembrare belli, felici, avere il cellulare all’ultima moda e le scarpe firmate. Conta questo, per molti, ovviamente non per me. La prendo larga ma arrivo al punto: le dimissioni del Papa. Ho accolto questa notizia-choc con enorme piacere e con uno stupore positivo, ammiro la scelta ad un punto tale che non mi interessano nemmeno le motivazioni.

La decisione del Papa è quella di una persona, perché ricordatevi che parliamo sempre di un essere umano, che ammette a se stesso e al mondo intero di non essere più in grado di andare avanti. Dimettendosi ha dichiarato che non può più continuare la sua missione come dovrebbe e come vorrebbe. Stop. La storia finisce qui. Per me è una presa di posizione tanto moderna quanto straordinaria. Rappresenta la Chiesa, Dio, ciò che volete ma ha deciso che non può proseguire.

Questo evidente senso di responsabilità ha smentito secoli di storia e ridefinito le immagini di Giovanni Paolo II che tremolante ed in fin di vita, ancora doveva affacciarsi alla finestra in Piazza San Pietro. A me quelle scene non piacevano, avevo pietà, dispiacere e rispetto per quell’uomo. Non tessevo le sue lodi perché andava avanti, speravo potesse vivere gli ultimi giorni della sua esistenza senza essere schiacciato dal dovere, volevo il suo bene. Ratzinger ha deciso di essere e di non apparire, non ho voluto correre il rischio di mostrarsi al mondo come non avrebbe voluto.

Ha fatto bene. Apprezzo il gesto di Benedetto XVI, ha scelto, e io sto con lui.

Mi auguro ora un Papa italiano, al massimo spagnolo. Non sono ancora pronto per quello nero e lo dico senza razzismo o germi di conservatorismo. Il fatto che un pontefice ghanese sia quotato a 3.80 nelle sale di scommesse è però un dato da non sottovalutare. Se nominano il brasiliano per il Vecchio Continente è finita, ci sarebbe un decentramento di eventi e persone che non farebbe bene alla cara Europa.

Volevo parlare anche di Sanremo ma mi sono dilungato troppo sulle questioni papali. Comunque sia, Fazio scivola costantemente su quel ruolo che mi irrita, la Littizzetto esagera e dopo un po’ stanca, Bar Refaeli si è schierata, Baggio mi ha esaltato, la scenografia non mi piace.

Gli “Elio” sono stati geniali, mi piace il ritmo di Max Gazzè e ho apprezzato quella di Mengoni. Pensavo fosse un Festival sottotono, mi sono sbagliato ma continuo a non capire perché sia piaciuto così tanto.

 

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(Sì sì, no, beh, sì, comunque è una cosa simpatica)

In viaggio con papà

viaggi, vacanze, parigi, budapest, papàLo scorso anno ho apprezzato molto il fatto di andare in vacanza a settembre, partire quando tutti tornano, entusiasmarsi quando gli altri vivono l’amarezza del ritorno alla normalità. È andata proprio così 12 mesi fa, dopo aver sostenuto l’ultimo esame della magistrale in Storia della Gran Bretagna una settimana dopo mi sono imbarcato per il super viaggio in Cina. Quest’anno più o meno sarà la stessa cosa, non avrò esami da fare, forse ci sarà qualche colloquio, ma all’alba di sabato 8 settembre partirò per Parigi, per una delle capitali più belle ed affascinanti del mondo. Non sono mai stato sotto la Torre Eiffel, mi aspetto comunque una città magica, una di quelle in cui desideri tornare appena ti siedi sull’aereo per il viaggio di ritorno. Andrò con mio padre, dovevo partire da solo, ma poi, considerando i prezzi bassissimi del volo (53 euro andata-ritorno), la situazione e la volontà di mio papà di rivedere una città visitata 3 anni fa le cose sono cambiate. Rimarremo lì 5 giorni, sfruttando al meglio anche le giornate caratterizzate dai viaggi: partiremo prestissimo l’8 e torneremo a mezzanotte del 12. Questi 5 giorni forse non basteranno ma qualcosa si potrà visitare certamente senza troppe frenesie. Fino a 48 ore fa questo doveva essere l’unico viaggio, poi, mi è arrivata una soffiata da parte di una mia cugina riguardo un volo a prezzi bassissimi per Budapest da Bergamo. Dopo aver raccolto il suggerimento, ho controllato sul sito Ryanair e ho trovato sempre per settembre una mega occasione: Roma – Budapest 35 euro andata-ritorno. Il 18 settembre partirò quindi alla volta dell’Ungheria, una settimana dopo la Francia. A Budapest rimarrò 4 giorni e celebrerò lì San Matteo il 21. Anche qui, e non poteva essere diversamente, andrò con mio padre, uno che conosce la città ungherese piuttosto bene per esserci andato numerose volte negli anni passati per lavoro e lo scorso anno con mia madre in vacanza. Sarà un settembre così, un mese di brividi, di aerei, voli, viaggi ed alberghi. Da ovest verso est, altre due capitali che mi intrigano, due viaggi scovati a prezzi vantaggiosi. Come lo scorso anno sarò fuori dall’Italia mentre il nostro paese comincerà a riassaporare la routine, sarò in giro con mio padre come Verdone e Sordi in quel famoso film: In viaggio con papà.

Il 1° maggio a San Pietro

I cattolici sono persone che mi stanno simpatiche soprattutto per un motivo: è gente che ai grandi appuntamenti si fomenta come nessun altro al mondo. Credo che sia l’unica religione esistente che ammetta per così dire una frase insensata come “credo ma non pratico” oppure “credo ma non ho tempo per praticare”, concetti che per altre religioni sono enormi barzellette mentre per l’universo cristiano cattolico vanno più o meno bene. Ieri sera pensavo che alcuni cattolici sono un po’ come i tifosotti occasionali, quelli che vanno allo stadio solo quando le cose vanno bene, alle finali di coppa e in piazza a festeggiare quando si vince qualcosa, ma spariscono con altrettanta puntualità quando le cose girano male. Ecco, i cattolici per me sono un po’ così, e le frasi citate inizialmente lo testimoniano per certi versi, anche se quando c’è il mega evento non manca nessuno, sono tutti presenti e riscoprono una fede magari sopita. Questo modo di essere non mi infastidisce anche perché non sono nessuno per giudicare gli altri e la fede magari ad intermittenza dei miei “fratelli”, ma non posso non annotare aspetti così evidenti. La giornata di oggi era uno di quegli appuntamenti che richiamava un po’ tutti: credenti e fedeli dell’ultima mezz’ora, gente comune e amanti del Papa e pertanto ho deciso di accodarmi al gruppone e recarmi a San Pietro. L’ho fatto perché alla morte di Giovanni Paolo II ero rimasto a casa mentre la città si riempiva ora dopo ora. Stavolta ho preferito esserci, anche perché la mia coscienza mi diceva di andare abitando a Roma e considerando che c’erano decine di migliaia di persone che venivano da tutta Europa e mezzo mondo per questa beatificazione. Alle 10 ero nei pressi del Vaticano, ovviamente la folla aveva già riempito la piazza di San Pietro e via della Conciliazione così come le strade che portavano a quest’ultima. Ho cercato di farmi strada, di andare sulla via principale per seguire magari dai mega schermi ma non c’è stato nulla fare. Poco dopo ho circumnavigato Castel Sant’Angelo passando dall’altra parte ma anche qui sono riuscito a scorgere soltanto il Cuppolone e poco altro se non gente, tantissima gente e migliaia di bandiere in prevalenza polacche ma con una buona percentuale anche di vessilli spagnoli. Dopo un’ora circa mi sono incamminato verso via di Tor di Nona, e poi giù a P.za Navona mentre il sole aveva conquistato ormai tutto il cielo e stava iniziando a riscaldare la città come non capitava da molti giorni. Tornando a casa ripercorrevo le immagini della giornata ricordando comunque con piacere e tenerezza le facce di alcune persone che avevo incrociato durante la mia gita vaticana, gente che malgrado tutto si era sobbarcata viaggi e spese senza vedere nulla, restando a quasi un km da San Pietro, gente che ha una fede incrollabile, un qualcosa che tante volte invidio a questi veri cattolici.

 

Frase della giornata

Volontario: “No, qui la strada è chiusa, devono passà i capoccioni” .

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