Pasqua di quarantena

“La colomba è il dolce più sopravvalutato del mondo”. Questo tweet letto ieri casualmente, ha raccontato a mio avviso una verità in modo onesto, difficile da non condividere, e rimarrà l’highlight della Pasqua in quarantena.

Per quanto fosse l’ennesimo giorno uguale a tutti gli altri precedenti, ci siamo dati un tono, un pizzico di decoro, vestiti un pochino meglio, preparato la lasagna (la prima di sempre) e aperto un buon Lambrusco. Non abbiamo rinunciato a simboli pasquali come la corallina e le uova di cioccolato, nel mio caso specifico il gold bunny della Lindt, rigorosamente al cioccolato fondente.

Passata Pasqua, la Pasquetta si è voluta giustamente mantenere fedele alla storia e alla tradizione, con un cielo non più azzurro ma nuvole e velature, perché anche in quarantena è bene conservare le vecchie usanze.

Il lockdown intanto è stato esteso come tutti ci aspettavamo, ci rimarrà il dubbio riguardo il valore fondamentale delle cartolerie e dei negozi per bambini che apparentemente ricoprono un ruolo decisivo nel paese.

In Spagna invece da domani ripartiranno sul serio quasi tutte le attività e l’invidia non è poca, ma d’altra parte gli spagnoli sono davanti a noi da anni. Effettuato il sorpasso a inizio anni Novanta, non ci siamo mai più avvicinati a loro.

Un paese morente come il nostro, in terapia intensiva da più di due decenni, non so come possa sopravvivere a questo dramma, al netto di promesse, soldi, prestiti e UE più o meno generosa.

C’è da andare via quanto prima, appena possibile, questo è quello che penso da settimane:  obiettivamente mi sembra l’unica strada percorribile.

Pasqua e Pasquetta

Pasqua. Alla fine, pure se non voglio, mi tocca fare comunque dei paragoni perché la situazione me lo impone. Per il pranzo di Pasqua siamo tornati nello stesso posto in cui andammo nel 2009 e nel 2012. Stesso luogo, stesso ristorante e stessa occasione, impossibile non fare parallelismi. Tralasciando il 2009, troppo lontano e inutile come termine di paragone, sarebbe di fatto anche impietoso per oggi, ho ripensato più che altro a due anni fa. Era aprile, eravamo solo noi 3 e mangiammo molto meglio dell’altro ieri. Faceva caldo, i primi caldi primaverili, quando le temperature sono già indubbiamente fuori stagione e il sole brucia. Tornammo facendo l’Appia e dalla nostra macchina uscivano le note di un disco di Lucio Dalla. Domenica invece siamo passati a Grottaferrata nella celestiale villa di un nostro amico di famiglia. Come due anni fa, di fondo, c’è ancora quell’instabilità di base. Era giusta e logica nell’aprile del 2012 quando meno di un mese e mezzo prima ero uscito dall’università, era tutto un divenire, con un senso di disorientamento e la speranza di qualche sorpresa. Ora è diverso, decisamente. Quel senso di non-certezza comincia a pesare, inizia a essere fastidioso e a creare inevitabilmente quella aria di insofferenza. Più o meno la situazione è simile, è solo che sono passati due anni, un dettaglio tutt’altro che irrilevante, e poi, nell’aprile del 2012, era meglio per mille motivi.

Pasquetta. Dopo i castelli, ieri è stato il turno del mare. Una delle magiche peculiarità di Roma è proprio questa, quella di poter spaziare e raggiungere ogni luogo in poco tempo. La casa della Bionda ad Anzio ha riaperto le sue porte. Giro per Nettuno, pranzo abbondante con dei meravigliosi gnocchi e delle saporite salsicce, nel pomeriggio grande relax sul dondolo che nelle case di mare ha un suo impareggiabile fascino. Le conversazioni si sono dilungate e hanno ruotato intorno i rapporti e le difficoltà che generano. Dopo un giro pomeridiano con tanto di gelato ad Anzio ci siamo imbarcati non per Ponza, come voleva Antonio, ma per casa.

Ci siamo divertiti, erano anni che non passavo una Pasquetta così: diversa, piacevole, inattesa. Magari replichiamo la prossima settimana, magari con tanto di Gallo al seguito e con una puntatina in spiaggia.

Frase di Pasqua

Andrea:“Ah non lo so Mattè, non so che me mangio a pranzo. So solo che ieri ho aperto il frigorifero di mia nonna e dentro c’era una fattoria morta…”

Pasquetta

Se il primo gennaio del 2009, mentre eravamo a Venezia, mi avessero detto che un anno e mezzo dopo, avrei passato pasquetta a casa Teoria, mi sarei fomentato a tal punto che avrei trascorso la serata ad ubriacarmi con Secia de’ Vin. Nonostante le importanti assenze del Drastico e de La Bionda, l’entusiasmo non è venuto a mancare, e così, io ed il neo rettore David, stamattina ci siamo imbarcati alla volta di Velletri, per passare la giornata con la nostra cara amica, con Luca e con il resto della banda. Tempo variabile, qualche goccia, ma nel pomeriggio uno squarcio di sole successivo all’arcobaleno, ci ha fatto compagnia fino all’ora di cena. Giornata piacevole, gruppo abbastanza confermato, tra cui i volti noti dell’università provenienti da Velletri e dintorni. Una bella grigliata a pranzo: salsicce, pancetta, bruschette, wurstel usati come hot dog, e poi tutti fuori ad approfittare della tregua del tempo, per giocare a nascondino nella tenuta di Teoria, che è un po’ come quella di Albano Carrisi. In seguito il biliardino si è ritagliato il proprio spazio, e posso riportare un bilancio praticamente in pari, non come nella “partita folle” 5 contro 5, maschi e femmine mischiati, in uno spazio ridottissimo a giocare a calcio. Immancabile la partita a freccette dove non ho ottenuto risultati memorabili, mentre il premio come migliore della giornata, va assegnato a La Schierata di Velletri, che in realtà è di Lariano, ma che ha vinto su tutti indiscutibilmente. Verso le 19.30 siamo ripartiti da casa Teoria, alla volta di Roma, perfetto il viaggio di ritorno a parte quando la macchina è slittata all’incrocio di Marino e abbiamo rischiato un brivido finale. Esattamente dieci ore dopo, eravamo di nuovo al parcheggio del PTV io ed il caro Spera.

Grazie Teorì, è stato un piacere.

 

Frase del giorno

Automobilista:”Vnfvhnvjigjrvcmkxmkmvrphgpukpkrpoejoi due criceti”

 

P.S. A Dà, le due volte che t’ho fregato a nascondino, mi ero nascosto in piedi dietro la persiana, il nascondiglio che ti eri preparato tu…