“Prima dei 30”

1 Vivere da solo.

2 Tornare a New York.

3 Aver lavorato almeno per una volta con un contratto superiore ai 12 mesi in un posto gratificante.

4 Vedere ancora il Palio di Siena.

5 Scrivere un libro.

6 Essere stato in tutti i continenti almeno una volta.

7 Fare una maratona intera.

8 Dormire in spiaggia.

9 Vivere all’estero (anche in compagnia) per un periodo.

10 Rileggere la Divina Commedia.

 

Riguardo l’amore non mi esprimo perché penso sempre di più che dipenda relativamente dal nostro singolo volere.

 

19 gennaio 2013 alle 12:22

 

Rispondevo in questo modo ad un post di David tre anni e mezzo fa, un post in cui lui elencava 8 cose da fare prima dei 30 anni, età vista inevitabilmente come sbarramento, come uno di quei traguardi anagrafici che ti impongono magari di fare una sorta di resoconto.

A distanza di anni mi è tornato in mente quel post ma soprattutto sono andato a rileggere cosa avevo scritto e devo dire che il bilancio può essere positivo, almeno, sono un pezzo avanti quando dalla fatidica data mi separano nove mesi ancora.

Mi mancano delle cose fattibili (il Palio), una un po’ più complicata come andare in tutti i continenti, non sarebbe un problema l’Africa, ma un po’ di più l’Oceania, per soldi, tempo e distanza, e poi c’è la maratona che impone lavoro, forza d’animo e polmoni ultra allenati. Paradossalmente quest’ultima però potrebbe essere quella più fattibile, mentre il Palio quasi certamente è già da segnare come non fatta, visto che i prossimi due li perderò sicuro, e quelli del 2017 eventualmente saranno a 30 anni compiuti.

Sette su dieci intanto sono stati messi in cassaforte, nulla di impossibile ma qualcosa di leggermente più difficile c’era, anche se in quel momento, nel gennaio 2013, prima di Dublino e di altre 3000 cose non sembravano situazioni o punti semplici.

Rispetto agli altri io però non mi ero espresso su un aspetto, anzi, avevo messo una postilla in cui mi spiegavo chiaramente, ed ovviamente ancora oggi mi verrebbe da sottolineare quel concetto.

Non dipende da noi, o certamente molto poco, e quindi dire quello che si vuole fare è limitativo e non funziona. Tutti gli altri punti erano molto più dipendenti dal sottoscritto ed infatti sono andati quasi a tutti segno.

In questo 2016 sono riuscito a fissare il punto 2 e il 3 oltretutto nel giro di un mese, fra gennaio e febbraio, ma devo dire che tornando indietro riscriverei esattamente le stesse cose e non cambierei nulla. La sensazione è che solo la maratona potrebbe aggiungersi prima dei 30, ma già da oggi rileggendo tutto mi posso ritenere soddisfatto.

Poteva andare peggio, meglio non credo proprio, e onestamente i punti centrati contano più di quelli che mancano, per cui va bene così, ma se posso uscire dal vincolo dei 30 anni, di certo nel futuro prossimo ho tre obiettivi fissi: vivere in un’altra nazione ancora, possibilmente europea, fare il testimone alla Bionda e vedere un altro scudetto dell’Inter. A quel punto, mi sentirei definitivamente realizzato e non avrei più altro da chiedere in generale.

Ma intanto, arriviamo al 6 marzo del 2017 e poi faremo i conti finali.

IL MILLESIMO POST!

Quando penso al numero 1000, quasi inevitabilmente mi vengono in mente due cose: Garibaldi e la vecchia credenza medioevale che nell’anno mille ci sarebbe stata la fine del mondo. Nel 2000, dieci secoli dopo, temevamo il Millennium Bug, una catastrofe digitale e tecnologica, quindici anni più tardi siamo ancora qui, sani e salvi.

Mille post dicevo, mille post sono davvero tanti. Soprattutto perché quasi mai me la sono cavata con una riga, una citazione o un paio di belle foto, dietro a ciascun post c’è pensiero, voce, ed in particolar modo una combinazione di sensazioni.

Ci sono due modi per contare e quantificare questo blog, quello degli anni, ormai sette e mezzo, e quello attraverso il numero dei post. Quest’ultimo vale tanto perché taglio la quadrupla cifra e lo faccio fondamentalmente in un periodo suggestivo e stimolante.

Per settimane ho pensato a cosa scrivere, ho riflettuto su come rendere un post del genere diverso, originale e celebrativo, avevo una mezza idea, poi a volte le cose capitano, ti sbattono addosso e non devi fare altro che raccoglierle ed utilizzarle.

Per questo, il millesimo post è più breve del solito, perché faccio parlare direttamente il “protagonista”, stavolta, mi pare proprio l’occasione adatta.

Prendetevi la prossima mezz’ora.

Buona visione.

Clicca qui per il video.

 

P.S. Gabrié, Alfré, sapete quanto vi voglio bene e vi giuro che non è dipeso da me, ma da tempi tecnici e dalle varie risoluzioni, dalla ghigliottina della sala montaggio che ho provato invano a combattere. Durante il video, capirete.

Grazie per la comprensione, abbiate pazienza, ma ci tenevo davvero a sottolinearlo.

800

 

Ottocento post. Ottocento non sono pochi, mi pare chiaro, ma è un dato che testimonia la continuità e il vissuto di questo blog, quando mancano una cinquantina di giorni al suo sesto anniversario.

Ottocento dicevo, Ottocento come il pub dietro la Stazione Tiburtina in cui sono andato un sacco di volte con i miei amici, Ottocento come il secolo che più di tutti gli altri mi ha affascinato studiare.

Il secolo del Romanticismo, della Passione e dell’Amor di Patria, dell’Individualismo, della Fantasia, di tutte quelle cose che vivono dentro di me.

Il secolo in cui sono state inventate tantissime cose che appartengono ancora in maniera consistente alla nostra vita di tutti i giorni: la radio, l’automobile, la fotografia e la Coca Cola, ma anche il cinema, il telefono, la lampadina e il cibo in scatola.

Ottocento come i post pubblicati, anche se sono in realtà 805 ma parlo come gli juventini e dirò che sono 805 sul campo e 800 quelli riconosciuti, quelli on-line.

Ottocento, numero tondo, altri cento a partire dal 26 dicembre 2012, quando scrissi il post numero 700 parlando del Natale appena vissuto con un foto-racconto.

Tocco quota 800, con ritrovato entusiasmo e con dei bei giorni alle spalle, consapevole che toccherò 900 tra una decina di mesi più o meno, quando il blog non sarà più su questa piattaforma ma su WordPress. Questa è la novità più grande che riguarderà il futuro prossimo, pochi giorni fa infatti abbiamo ricevuto questa comunicazione e siamo pronti a traslocare, anche se io lo faccio a malincuore.

E sì, perché ci si proietta al domani, perché un blog serve a questo, a ricordare, a fissare emozioni e ad avere una memoria storica dalla quale poter attingere sempre.

Molto c’è da raccontare, e niente va dimenticato.

Un blog, ed ottocento post, servono proprio a questo.

 

blog, 800, post

 

 

 

I’m the last of a dying breed

and it’s not the end of the world, oh no

It’s not even the end of the day…