Venezia e Verona, qualche anno dopo…

Un viaggio che finisce con il morto è già di per se un qualcosa che sarà difficile da dimenticare. Certo, non deve nemmeno essere il motivo per cui verrà ricordato, ma è indubbio che il finale drammatico con cui si è chiuso il mini-tour veneto rimarrà nella nostra testa.

Tutto perfetto, tranne il tempo tre giorni su quattro, ed il viaggio di ritorno. Un rientro che è durato oltre sei ore, a causa della morte di un giovane soldato che mentre attraversava i binari di Firenze Rifredi, è stato investito dal treno in corsa su cui eravamo noi, proveniente da Brescia e diretto a Napoli.

L’incidente mortale ha richiesto ore di procedure sul cadavere, la stazione è andata in tilt e i passeggeri sono stati dirottati su treni alternativi. Il nostro è stato l’ultimo e lo abbiamo aspettato per tre ore.

Prima di tutto questo però, ci sono stati 4 giorni fra Venezia, Mestre e Verona, 4 giorni da turista italiano mescolato a quello sguardo diverso del vacanziero straniero per ovvi motivi.

Venezia è sempre meravigliosa, ricordavo i suoi scorci ma questa rinfrescata dopo 9 anni ci voleva. Unica, splendida, difficile e sospesa in un mondo tutto suo, la Serenissima ha veramente un fascino speciale. Per chi la vede la prima volta è senza dubbio disorientante per i canali, i suoi ponti, per la sensazione di camminare dentro un quadro. Gondole e barche, vicoli e porte di casa vista acqua. L’impatto con tanta diversità e bellezza è sempre incredibile.

Venezia è tante cose, fra cui anche la “caccia” al turista, il desiderio di depredarlo, di togliergli l’anima dopo avergli svuotato il portafogli. Tutto è finalizzato a spremere il più possibile il visitatore, in un modo che va onestamente anche oltre il comprensibile. Dai bagni a pagamento (1.50 euro contro i 70 centesimi di Verona) al costo del cibo, agli ingressi per visitare qualunque cosa.

Come successo già anni fa, il soggiorno si è diviso fra Venezia e Mestre, il posto in cui avevamo l’albergo, a due passi dalla stazione, in una zona diversa rispetto alla volta precedente. Ecco, se devo dire una cosa su Mestre è che l’ho trovata peggiorata e non di poco. Camminare la sera, nemmeno a notte fonda, e vedere solo ed esclusivamente stranieri non è stato bello. Soprattutto quando vieni abbordato in mezzo la strada da africani vari desiderosi di venderti un po’ di droga. Camminando lungo Via Piave, nelle tre serate mestrine, ho avvertito costantemente una sensazione di non sicurezza, anche perché dopo le 21 sembra esserci il coprifuoco. Molto bella invece Piazza Ferretto che anni fa non avevo visitato ed ottima la pizza “da Michele”, a due passi dall’hotel.

Il carnevale ha dato senza dubbio un tocco in più all’esperienza: maschere, festa, ma anche tanto caos per le calle intorno la laguna, anche se un ricordo che mi porterò dietro è il bizzarro trasloco che ho visto. Bizzarro perché a Venezia, se cambi casa, sedie, mobili, armadi e lampade, le trasporti in barca, una di quelle stranezze a cui non pensiamo noi gente comune di terraferma.

Alla tre giorni veneziana, abbiamo aggiunto 24 ore effettive fra domenica e lunedì pomeriggio anche a Verona. Elegante, pulita, con la sua storia e quella magia legata a Romeo e Giulietta.

Ci è piaciuta e l’abbiamo percorsa ampiamente tanto di sera quanto con la luce del giorno, la mattina successiva. Rispetto all’ottobre del 2009 ho visitato la fantastica Basilica di Sant’Anastasia, sono passato davanti la casa di Romeo e ho visto la tomba di Giulietta, a due passi dal nostro albergo. Camminando in giro per la città ho ritrovato alcuni posti che avevo in parte rimosso dalla mia testa, come il luogo in cui ci preparammo con un paio di Spritz prima del concerto davanti Porta Borsari.

Tutto bene dicevo, a parte la pioggia le prime due mattine, il freddo costante, le nuvole minacciose quando l’acqua non batteva più, e poi il viaggio. Una vera odissea, anche se a un punto, mentre il capo treno continuava a dare indicazioni ai passeggeri, ho pensato a cosa avremmo tirato fuori se fosse successa una cosa del genere il primo gennaio del 2009 rientrando da Venezia.

Non lo so veramente. Uno show, questo sì, forse il convoglio l’avremmo fatto ripartire a forza di brividi.

Frase del viaggio

Ragazza sul treno: “Siamo qui fermi a Firenze Siffredi”

Chiudete le valigie, si torna a Venezia

La prima settimana è andata, anche se sono stati 8 giorni lunghi almeno doppio per intensità, impegni e strattonate emotive. Ci sarebbero da scrivere 4/5 post kilometrici per raccontare questo primo pezzettino di ricongiungimento, ma stasera è già tempo di vigilia, di partenza con destinazione Venezia e poi Verona.

Due destinazioni che mi riportano veramente indietro ai tempi dell’università. La laguna imbiancata per Capodanno 2008 con David e Antonio, il nostro primo viaggio; mentre la città di Romeo e Giulietta è il concerto di Ligabue dell’ottobre 2009, forse l’apice di fomento, lo zenit della Cerchia.

Domani si parte in treno, ma con Italo e non Trenitalia, in due e non in tre, senza il pandoro Bauli di Antonio residuo delle feste ma con il trolley da viaggiatore imborghesito.

Sarà un’altra pagina per arricchire questa avventura, questo viaggio. Ero a Toronto quando fantasticavo sul fare un giorno queste cose, camminavo su Dundas con Made in Italy appena uscita di Ligabue e pensavo a “Venezia che affonda, bellezza che abbonda…”

Chiudete le valigie, si torna a Venezia!

P.S. Per chi viene dal Venezuela, Venezia ha un valore speciale. Pensate all’origine del nome, se fate qualche ricerca Google vi spiegherà il perché…